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Segheria Ghilotti, cinque generazioni di storia

ECONOMIA E POLITICA - 07 09 2017 - Ivan Bormolini

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/segheria ghilotti

(A cura di Ivan Bormolini) Riparte dopo la pausa di agosto la rubrica sull'economia tiranese. Ho deciso di proporre ai lettori la lunga storia della Segheria Ghilotti Giuseppe e figli che dal 1953 si trova a Madonna di Tirano.

 

Lavoro, famiglia, territorio e tradizione sono i veri valori che per ben cinque generazioni sono i capisaldi di questa famiglia.

Le origini della Segheria Ghilotti sono lontane nel tempo: siamo nel vicino comune di Grosio, quando nel 1853 il patriarca della famiglia, Domenico, fonda la prima segheria.

Erano anni di duro lavoro, svolto tutto a mano, e con enormi fatiche. Tuttavia, in una valle ancora povera, per molti decenni il lavoro non mancava, garantendo così la sopravvivenza di questa piccola realtà.

 

Nel 1926, anno della morte di Domenico, la segheria passa in mano al primogenito Giovanni che, vedendo un aumento del lavoro, ingrandisce la sede. Il 1947, finita la guerra, Giovanni cede l'attività al figlio Giuseppe, il cui nome campeggia ancor oggi nell'intestazione ufficiale dell'azienda. Anche il nuovo titolare si rende ben presto conto che lo spazio per poter continuare a far crescere la segheria si rivela ridotto e quindi la storica sede si rivela insufficiente. L'anno 1953 segna una storica svolta per il futuro dell'azienda: infatti, Giuseppe abbandona Grosio e acquista un terreno a Madonna di Tirano, a pochi passi dal Santuario della Beata Vergine Maria a cui è devotissimo.

Su quel terreno, passo dopo passo si è sviluppata una moderna segheria e a lui si deve la lungimirante azione di costruzione e sviluppo.

 

A Giuseppe subentrano poi i figli Fausto (primogenito ), Teodoro (che all'interno dell'azienda fonderà il settore pavimenti) Felice e Aldo.

Nei primi anni ottanta Giuseppe cede il timone dell'azienda a Fausto che ha gestito gli affari di famiglia con i tre fratelli sino alla meritata pensione nel 2009, dopo ben 62 anni di lavoro. Purtroppo lo scorso mese di gennaio Fausto Ghilotti è venuto a mancare.

 

In totale cogestione, i fratelli Teodoro, Felice e Aldo hanno continuato l'ultra secolare tradizione tramandando ai propri figli, ovvero la quinta generazione, quei valori che da sempre contraddistinguono questa grande famiglia. Oggi, questa sorta di importante passaggio di consegne tra quarta e quinta generazione sta avvenendo in modo del tutto normale, ma è chiaro che i tre fratelli Ghilotti stanno seguendo i loro figli trasmettendo loro un enorme bagaglio di conoscenze ed esperienze al fine di continuare l'attività dell'azienda.

 

Ora, per conoscere meglio l'attuale assetto di questa realtà rivolgiamo qualche domanda all'attuale Amministratore Delegato Andrea Ghilotti.

Signor Ghilotti, innanzitutto quali sono i ruoli all'interno della segheria di questa quinta generazione?

E' chiaro che mio padre ed i miei zii ci stanno ancora dando una grande mano. Oggi i compiti di gestione aziendale sono così suddivisi: io sono Amministratore Delegato, mi occupo degli acquisti delle materie prime, seguo la produzione e gli aspetti commerciali soprattutto per quanto concerne l'importazione dei legnami. Mio zio Felice segue ancora il settore delle vendite, mio cugino Franco invece è impegnato nel settore della logistica e degli aspetti relativi al magazzino. Del ramo pavimenti in legno se ne occupa mio cugino Giulio, mentre suo padre è presente sempre nel settore dei pavimenti che negli aspetti di natura amministrativa.

 

Parliamo della vasta area su cui sorge l'azienda, una superficie ottimale?

Sì, devo dire che i ventimila metri quadri di superficie, di cui tremila coperti, ad oggi garantiscono una struttura che ben si presta ad ogni tipologia di lavorazione che effettuiamo. C'è da dire che rispetto al passato, negli anni sono stati fatti notevolissimi investimenti su moderne macchine, tecnologicamente avanzate, che oggi consento di produrre e lavorare legnami in grossi quantitativi giornalieri.

 

Quali sono questi quantitativi in numeri?

Prima di parlare di numeri in tal senso voglio ricordare che la nostra ditta impiega ad oggi venti persone, cinque sono impegnati in campo amministrativo e gestionale e il resto è in produzione. E' anche grazie al grande lavoro di squadra che a pieno regime possiamo lavorare giornalmente dai 110 ai 120 m3 di legname. Tali quantitativi subiscono una leggera flessione in inverno quando i tronchi sono soggetti al gelo. In questo caso, specifiche modifiche sulla segatronchi permettono comunque di raggiungere dei buoni risultati nella lavorazione giornaliera.

 

Entriamo ora nel cuore del processo produttivo, ci spiega qualche dettaglio?

La prima fondamentale lavorazione del tondo avviene attraverso la scortecciatrice, parliamo di una macchina di recente installazione e lunga settanta metri. Questa oltre a rimuovere la corteccia, provvede alla misurazione dei tronchi ed alla loro classificazione.

A questo punto, si passa alla segheria, il cuore dell'azienda. I tronchi prelevati dalle cataste, vengono posti sulla segatronchi che provvede ad un primo taglio, a questo punto attraverso il passaggio a refendino, gatter e multilame si va a completare la fase standard del processo. Le tavole o i laterali vengono poi poste su un ulteriore macchinario, l'impacchettatrice, che le confezione per la consegna.

 

Altro tema importante sono i trattamenti speciali, di cosa si tratta?

Sempre su richiesta del cliente, si effettua il trattamento FITOK, che consiste in una procedura di sterilizzazione del legname in adeguamento al protocollo IPPC/FAO. Normalmente devono essere sottoposti a questo trattamento i materiali che andranno a comporre imballaggi destinati all'esportazione extra continentale. Il procedimento viene effettuato per debellare eventuali parassiti nascosti nel legno. Il materiale, già privato di qualsiasi tipo di corteccia, e disposto nel nostro essicatoio a distanze rigidamente prestabilite. Parte così il processo di riscaldamento che porta il cuore del legno ad una temperatura di 59 gradi per un tempo minimo di 30 minuti. La temperatura viene misurata attraverso delle sonde che trasmettono un grafico al sistema computerizzato che gestisce l' essicatoio. Tale grafico sarà poi rilasciato unitamente all'apposita certificazione. Sottolineo che i materiali che hanno subito questo trattamento, vengono stoccati in un'area apposita del magazzino.

Ultimo trattamento che offriamo è la Marcatura Ce, si tratta di un procedimento simile al Fitok che avviene manualmente attraverso una classificazione visiva ad opera di operai specializzati della segheria che seguono un rigido protocollo ministeriale.

 

Quali tipi di legname utilizzate e da dove provengono?

Il 90% dei tronchi giunge dalla Svizzera, principalmente facciamo uso di abete rosso, abete bianco, in quantità molto inferiori rispetto all'abete si lavora il pino ed il larice.

 

In quali settori siete presenti con i prodotti lavorati nella segheria?

Principalmente ci rivolgiamo al settore degli imballaggi industriali, in misura minore all'edilizia ed alle falegnamerie. Il nostro è un portafoglio clienti che si può definire storico. Abbiamo acquirenti in Brianza, nel varesotto, nella zona del lecchese, a Parma e Reggio Emilia.

Fa parte anche dei prodotti venduti anche la biomassa, che in larga percentuale è consegnata all'impianto di Teleriscaldamento di Tirano e poi la segatura acquistata da aziende agricole ed allevamenti sia locali che da alcune cascine della zona di Milano Brianza.

 

Parliamo ora del settore dei pavimenti in legno, come si svolge questa attività?

L'attività è diretta da mio cugino Giulio che si avvale anche della collaborazione e dell'esperienza del padre e consiste nella commercializzazione e nella posa in opera di pavimenti in legno massiccio prefinito e da esterno.

Siamo rivenditori ITALAS e LABOR LEGNO, ed offriamo al cliente una vasta gamma di prodotti che rispecchiano gli elevati standard richiesti per i prodotti certificati Made in Italy, oltre ad avere le specifiche marchiature CE. FSC e PEFC.

Disponiamo delle macchine più innovative per la posa e la lamatura del parquet, e sempre per questo settore siamo in grado offrire al cliente una risposta a 360°su tutti i tipi di lavorazione e posa richieste.

 

La segheria e la crisi, avete risentito della difficile congiuntura economica?

Come tutte le aziende del settore non possiamo negare di aver dovuto registrare qualche flessione soprattutto nel 2009. In questo contesto va detto che le maggiori difficoltà si sono registrate nel capitolo dei pagamenti da parte di alcuni clienti che certo ci hanno creato notevoli preoccupazioni.

Negli ultimi tre anni il mercato sembra dare segni di ripresa e questo ci fa ben sperare, anche sul tema degli insoluti le cose sembrano andare meglio.

 

Avete intenzione di fare nuovi investimenti sulla struttura e sulle macchine?

Al momento la linea produttiva è al completo e risulta essere pienamente funzionate e tecnologicamente efficiente, per cui non è in progetto di investire in tal senso. Voglio però sottolineare che in anni recenti si è affrontato un notevole e costoso lavoro sulla copertura dell'azienda. Si sono rimossi 1660 mq di copertura in eternit, ponendone una nuova che include un impianto fotovoltaico da 150 KW/h che è in grado di sopperire ad un quinto del fabbisogno giornaliero di energia elettrica.

 

Ricordiamo che oltre alle foto scattate al momento dell'intervista, alcune in ambito storico sono state scaricate dal sito dell'azienda www.segheriaghilotti.it

 

Ivan Bormolini

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