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Territorio e sicurezza

ECONOMIA E POLITICA - 08 06 2023 - Ezio (Méngu)

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/Canaletta stradale ostruita, l’acqua invasa la strada e va nei terrazzamenti
Canaletta stradale ostruita, l’acqua invasa la strada e va nei terrazzamenti (Foto Méngu)

Le dighe e le centrali sono state progettate e costruite tenendo conto della loro massima sicurezza con il pieno invaso d’acqua e calcolando la produzione idroelettrica annuale che si poteva ottenere.  Prima della loro costruzione sono stati effettuati, per decenni, gli studi degli afflussi di acqua che sarebbero stati disponibili, come media annua, su ogni bacino imbrifero sotteso installando dei pluviometri e dei rilevatori di portata. I dati sono stati raccolti in una imponente documentazione, frutto del lavoro di personale qualificato, poi elaborati da tecnici per conoscere con notevole esattezza la quantità d’acqua disponibile in quel luogo.    

 

Da questi dati rilevati e tenendo conto dei relativi obblighi pregressi di rilasci d’acqua per uso potabile, irriguo e industriale dei vari Comuni si è potuto dedurre ( moduli – quantità d’acqua ) di  quello che si poteva dare in Concessione per lo sfruttamento delle acque nelle varie zone d’interesse. Tutto questo è avvenuto in Valtellina nel secolo scorso ed è stato un fiorir di dighe, canali, gallerie. Si può ben dire che la stragrande quantità di acqua delle nostre Valli è stata incanalata e fruttata per la produzione di energia elettrica.

 

Molti sono stati i benefici che hanno portato alla Valle questi lavori e in primis, a mio parere, sono stati gli investimenti in denaro per costruire gli impianti idroelettrici e la relativa occupazione del personale addetto alla costruzione e alla gestione degli impianti idroelettrici. L’altra notevole ricchezza è venuta con il pagamento dei Canoni di concessione che i vari produttori di energia elettrica sono stati tenuti a versare a vari Enti per l’uso dell’acqua, soldi che poi sono stati e sono tutt’ora investiti sulla gestione del territorio.  

 

Un’ altra importantissima funzione, forse da molti ignorata ma che va assolutamente detta è che le dighe fungono anche da “bacino di raccolta “nel caso di fortissime piogge, trattenendo l’acqua che diversamente si riverserebbe, con impeto e rovina a Valle causando enormi danni. Quando le dighe sono gestite con attenzione ( Meteo) , si possono chiamare “ sante calmieratrici “. Ricordiamo l’alluvione del 1987 in Valtellina. Se non ci fossero state le dighe che hanno invasato la maggior parte dell’acqua piovuta in quei giorni gli allagamenti in Valle sarebbero stati ben superiore.

 

Oggi la cosa è diventata più problematica. La vasca di 1.000 litri che abbiamo ipotizzato nel giardino, con la pioggia d’oggidì o non si riempie più poiché non piove per mesi, o si riempie tracimando per l’abbondanza di pioggia che cadrebbe, in periodi normali, in più mesi.  Il guaio avviene se la nostra vasca da 1000 litri (leggi Dighe) la troviamo già piena quando la pioggia è tantissima poiché quell’acqua che trabocca dalla vasca oltre a far danno è anche persa per il nostro comune servizio (leggi produzione energia elettrica e irrigazione) e che sarebbe stata preziosa nei tempi di siccità. Il risultato? Una alluvione con perdita di beni e purtroppo anche di vite umane. Di certo gli alluvionati avranno poca consolazione delle solite visite di rito di Politici usi a far le solite promesse di aiuti e ricostruzione che servono forse come immagine sui media. Fortuna vuole che il popolino fatto dagli alluvionati e dai volontari, con scope e badili, non aspettano la manna dai cielo e si danno da fare per portare nel più breve tempo possibile le cose alla normalità.   

 

Allora? Quale può essere un rimedio possibile per evitare, in parte, questi disastri? Per prima cosa occorre un attento studio del territorio ricordando che l’acqua ha buona memoria e quando esce dai canali costruiti dall’uomo si avvia verso l’antico percorso e allaga piane e conche fregandosene di tecnici smemorati o incoscienti che hanno dato il permesso di costruire in quei luoghi. Quando si costruisce sotto ad un canalone o in zona che prima era acquitrinosa, o in zona ritenuta alluvionale anche se si è bonificato il terreno con argini e manufatti che hanno permesso le costruzioni, è un rischio potenziale sempre presente. Chi abita in quei siti è buona cosa per loro verificare ogni tanto lo stato delle opere di protezione e far presente immediatamente le eventuali anomalie (canali di scolo otturati o con fitta vegetazione, muri precari, depositi di materiali alluvionali ecc. ecc.  agli Enti preposti alla sicurezza del territorio. Consiglio banale, ma tante volte ignorato da coloro che abitano sotto opere di presa quali dighe e canali, condotte forzate o presso fiumi e torrenti. Ricordiamoci sempre: se l’acqua per tanti di noi è una buona serva occorre trattarla con il massimo rispetto…

 

Continua…

 

Ezio (Méngu)

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