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Tocchiamo ferro e stiamo in guardia!

ECONOMIA E POLITICA - 01 11 2018 - Méngu

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Esempio di danni d’acqua non deviata da canalette

“L’àqua l’è ‘na bùna sérva quàndu sa gà rüa a dumàla (L’acqua è una buona serva quando ci si arriva a domarla), cosi dicevano i nostri vecchi. E avevano ragione! In questi giorni di pioggia intensa a molti di noi saranno passati per la testa alcuni pensieri grami nel ricordare le alluvioni, le frane del tempo passato. Tocchiamo ferro e stiamo in guardia curando meticolosamente il territorio. E’ compito di tutti noi.

 

A memoria d’uomo ricordiamo:

 

-Alluvione del 2 agosto 1911, un nubifragio coinvolse la valle da Sondalo fino al Pian di Spagna.

 

-Alluvione del 25 settembre del 1927. La furia del torrente Mallero nel centro di Sondrio provocò il crollo di numerose abitazioni. La Valtellina e la Valchiavenna furono martellate due volte a distanza di 45 giorni.

La prima capitò la notte tra il sabato 24 e la domenica del 25 di settembre.

La seconda si abbatté nel pomeriggio del 9 novembre.

La prima alluvione ha molte analogie con l’alluvione successa nel 1987.

 

-Alluvione del 1960 : giorno 17 settembre –a dicembre con allagamenti al Tartano, Piateda, Ardenno, Tresenda.

 

-Frane di Tresenda

22-23 di Maggio 1983,

Alle ore 12.15 del 22 .5.85 si abbatté la frana sulle case a Tresenda: 14 morti.

La seconda frana scese alle ore 7.05 del 23 5.83 non ci sono morti poiché il paese era stato evacuato.

La terza frana di Vagella distrusse la “ Casa Speranza “ dove erano ospitati degli handicappati : Quattro morti.

 

Alluvione del 1987, che molti Valtellinesi ben ricordano; ai giovani che non ricordano è consigliabile che studino nei particolari ciò che è avvenuto, poiché le alluvioni e le frane sono il “male antico della Valtellina”. Non si sa quando ancora si abbatterà su di noi questo Male Antico ma è certo che ciò avverrà.

 

Ricordi personali. Da bambino ( anni ’50 ) vidi scendere una fiumana d’acqua dal Canalone del Masuccio, incanalarsi nella strada presso il vecchio Ospedale, lambire le mura dell’allora prestigioso Hotel Tirano e invadere tutto il piazzale della stazione con acqua e fango. ll monte Masuccio allora faceva paura , come fece paura nel dicembre del 1807 quando si staccò una grandiosa frana che formò il lago di Sernio.

 

Conviene ricordare una vecchia scritta che vidi disegnata su una casa in Engadina che diceva.: “ L’acqua è una buona serva, finché ci si arriva a domarla “ : Per dominare l’acqua occorre curare il territorio con manutenzioni continue e attente, e nel caso di grossi eventi di pioggia non basta guardare fuori della finestra il furore della natura, ma a volte occorre armarsi di piccone e badile e intervenire. Basta magari un colpo di badile per deviare l’acqua e farla scorrere in canaletta ( come facevano i nostri avi ) . Non occorre essere necessariamente pompieri per evitare disastri. E’ una esperienza che feci io in quel di Ronco alcuni anni fa . Con un badile deviai, una fiumana d’acqua che scorreva nella mulattiera e aveva imboccato un canalone nel bosco , trascinando fango e arbusti e invadendo una casa. Il giorno dopo, il Sindaco di Tirano Pietro Del Simone fece l’ispezione, e in breve tempo risolse il problema con una grossa canaletta. Compito degli Amministratori e dei vari Enti addetti al territorio è quello di visionare personalmente ogni questione segnalata di pericolo fatta dal cittadino o dal contadino e anche di ispezionare personalmente il territorio ogni tanto.

 

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