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Turismo in Valtellina, cosa attendersi dall’estate 2022

ECONOMIA E POLITICA - 07 05 2022 - Redazione

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La macchina ricettiva della provincia di Sondrio si sta attrezzando in vista dell’estate 2022 per accogliere i nuovi flussi turistici diretti anche verso la zona di Tirano. Alla luce degli ultimi due anni, appare evidente come le previsioni sul turismo a breve termine siano sicuramente positive, sebbene non si raggiungeranno ancora i numeri visti nel 2019, per cui bisognerà attendere almeno il 2023 o, nella peggiore delle ipotesi, il 2024.

 

In questo scenario, però, gli operatori turistici non sembrano essere scoraggiati dall’affrontare la situazione complessa e mutevole che stiamo vivendo. E, anzi, nelle ultime settimane hanno ulteriormente rinvigorito la voglia di prepararsi con la giusta enfasi e dedizione ad accogliere tutti i visitatori che desiderano trascorrere qualche giorno in relax, lontani da preoccupazioni di lavoro, televisione, macchinette e altro.

Il ruolo del turismo internazionale

In questo scenario, i flussi turistici internazionali stanno nuovamente prendendo piede dopo un biennio di sobrietà. Tuttavia, nel breve termine è molto probabile che il turismo in Valtellina sia ancora una volta segnato dalla massiccia presenza del turismo di prossimità e del turismo nazionale in generale, con le destinazioni e gli operatori turistici che dunque dovranno fare affidamento soprattutto sui turisti tricolori.

 

Sul lato internazionale si registrano però risvegli nella domanda soprattutto da Francia, Germania e Olanda, tanto da far supporre che gradualmente, nei prossimi mesi, il loro contributo potrà farsi sempre più interessante, e in grado di fare la differenza nel saldo comparativo con le stagioni precedenti.

L’influenza dello smart working e delle nuove tendenze

Come confermano peraltro gli stessi operatori, il turismo sembra essere cambiato non solo sotto il profilo quantitativo, bensì anche sotto quello qualitativo.

 

Uno degli esempi più interessanti in questo contesto ci è offerto sicuramente dallo smart working, che è una realtà in molti settori, e che ha contribuito al boom delle vacanze brevi – quelle di 2 o 3 giorni – in destinazioni accessibili e raggiungibili in poco tempo.

 

È dunque possibile che molte famiglie italiane scelgano di frammentare le loro vacanze, sostituendo un’unica pausa estiva a 3 – 4 vacanze di breve o media entità nel corso dell’anno, tra cui la vacanza principale.

 

Ecco pertanto che, piuttosto che parlare di stagionalità o di destagionalizzazione, anche nella Valtellina si stanno studiando numerose soluzioni per allungare l’attività turistica, puntando l’attenzione proprio sulle microvacanze primaverili e autunnali, utili per rigenerarsi e riposarsi.

Un turismo orientato al relax

Dalle più recenti analisi sugli operatori di settore, infine, emerge come un quarto degli intervistati ritenga che uscire dalla propria comort zone sia il modo migliore per ricaricare le pile. Di questi, due terzi del campione ha affermato che soggiornare in un luogo e in un ambiente diverso dal solito li ha aiutati a rigenerarsi, mentre più della metà ritiene che li ha portati ad avere uno sguardo differente sulle cose, desiderando così provare una nuova cucina (più di un intervistato su due) o sentire parlare un’altra lingua (un intervistato su tre).

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