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Vinitaly 2017, Fava: "Vola export nostra regione"

ECONOMIA E POLITICA - 28 03 2017 - Lnews

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/tappi bottiglia vino

"Duecento produttori, mille etichette in degustazione: i numeri sono quelli di un comparto in costante crescita, in termini produttivi e di valore. Quest'anno abbiamo cercato di porre l'attenzione su un dato fondamentale, la crescita delle esportazioni. La Lombardia, prima in assoluto per produzione di qualita', si avvicina al 90 % di denominazioni protette. In un contesto del genere i mercati che si aprono sono quelli internazionali, tanto che la crescita e' esponenziale per export, per quantita' ma non ancora valore come ci piacerebbe. La grande sfida sara' quella di lavorare perche' aumenti valore del venduto e non solo la quantita', credo ci siano le carte in regola per poterlo fare".

 

Lo ha spiegato l'assessore regionale all'Agricoltura Gianni Fava presentando oggi in Regione il padiglione lombardo a Vinitaly 2017 (la manifestazione è in programma a Verona dal 9 al 12 aprile), con Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere, e Maurizio Danese, presidente di Verona Fiere.

 

"Non c'e' alternativa - ha proseguito Fava - il vino, la cui componente principale e' la suggestione, ha bisogno di una sana promozione. Fin qui e' andata abbastanza bene, dobbiamo insistere: abbiamo messo quasi 13 milioni di euro sulle ultime quattro programmazioni. Un percorso accompagnato da politiche pubbliche, che ha generato incremento positivo dei volumi venduti e anche dei valori, aspetto su cui dobbiamo lavorare".

 

"Indubbio che il valore aggiunto sia il made in Italy, - ha osservato Fava -  ma sono i singoli territori che possono e debbono affermarsi. Internazionalizziamo nel momento in cui riusciamo a farci conoscere, ma su una base precisa, la reputazione: devi dare
garanzia al mercato estero di essere affidabile. Quando trovi la qualita' la gente e' disposta a pagarla, ma deve conoscere".

 

"Il 90 % delle produzioni 'protette' e' il dato che piu' mi piace - ha concluso Fava -, un circolo di qualita' certificata, uno sforzo enorme non puo' restare fine a se stesso: sono convinto che serva riportare anche il sistema dei consorzi a valorizzare seriamente
il tema della qualita', che non va relegato in una gabbia con regole eccessive. Vogliamo dare reddito alle imprese, remunerare
in maniera adeguata le uve e consentire ai nostri contadini di continuare a operare".

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