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Importante lezione del presidente di Arera, il tiranese Stefano Besseghini

SCUOLA - 26 05 2022 - Ennio Galanga

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/stefano besseghini

Martedì 24 maggio, purtroppo in concomitanza con il passaggio del Giro d'Italia, sì è svolta all'Auditorium "Trombini" di Tirano la penultima lezione dell'anno accademico dell'UNITRE di Tirano. Con un relatore d'eccezione: il "nostro" Stefano Besseghini, presidente di ARERA, l'Autorità nazionale di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, organismo istituito con legge dello Stato e composto da cinque membri nominati per sette anni dal Presidente della Repubblica. Una carica di prestigio per compiti specialistici rilevanti e delicati, per esempio stabilire il prezzo dell'energia elettrica e del gas nel mercato tutelato e consigliare Governo e Parlamento sui temi di pertinenza ARERA.

 

Riassumiamo qui i punti più significativi delle riflessioni di Besseghini.

  1. L'energia. L'energia è un aspetto fondante delle comunità umane, specialmente di quelle moderne: le abitazioni, le fabbriche, l'agricoltura, i trasporti…

  2. L'equilibrio tra domanda e offerta. Da (quasi) subito la produzione di energia elettrica dovette risolvere un problema: siccome non c'era possibilità di accumulare energia, occorreva mantenere un pressoché perfetto equilibrio tra domanda e offerta, risultato ottenuto con gli studi e il lavoro di tecnici sempre più preparati. Per decenni, ha funzionato il sistema "gerarchico": dal "centro" di produzione e distribuzione (la "centrale") il trasporto andava alla periferia, cioè agli utilizzatori. Il modello è però cambiato recentemente, dato che da decine di produttori si è passati a centinaia di migliaia di soggetti che, grazie ai dispositivi solari o eolici, potevano e possono immettere in rete il loro surplus: è la struttura attuale detta "a matrice". Siccome anche oggi le capacità di accumulo sono molto modeste, ecco più che mai necessario affrontare e risolvere la questione della domanda e dell'offerta. Compito affidato all'azienda che tra trasmette l'energia in Italia, la TERNA, che ha il suo efficientissimo centro gestionale a Roma.

  3. La particolare natura del contratto. Quanto sopra deriva soprattutto dalla speciale natura del contratto che si stabilisce con il fornitore, nel senso che l'acquirente non acquista una quantità di prodotto prestabilita, bensì la possibilità di usare quel bene secondo le proprie necessità, per cui quel bene dev'essere sempre disponibile. Non sfugge a nessuno che non si può esattamente prevedere in anticipo il volume dell'energia da immettere in rete, ma occorre che il sistema sia costantemente in attenzione e pronto a reagire con immediatezza. Come in effetti avviene.

  4. La transizione prima del Covid e della guerra. Un paio d'anni fa le energie rinnovabili (ben finanziate dagli incentivi) raggiungevano circa il 30%, mentre carbone e petrolio erano causa di vistosi problemi ambientali, per cui il gas era visto come la risorsa d'elezione per la non breve fase di transizione.

  5. I costi. Non si deve credere che le rinnovabili fossero una soluzione senza esborsi dello Stato: i già citati finanziamenti e gli interventi di adeguamento alla rete distributiva richiedevano risorse piuttosto consistenti, però comunque si giudicavano soldi spesi bene.

  6. Lo scenario attuale. Ma le cose sono bruscamente cambiate in peggio. Qualche mese fa, la ripresa post-Covid, per cause diverse, ha visto un rapidissimo rincaro del gas, praticamente decuplicato. A febbraio, poi, la Russia ha invaso l'Ucraina, diventando per l'Occidente un fornitore inaffidabile. E l'incertezza provoca nei mercati effetti non prevedibili ma certamente non rassicuranti.

Insomma, dobbiamo attenderci tempi difficili. Speriamo non troppo.

 

L'intervento completo di Besseghini (circa 45') è fruibile sul nostro sito Internet all'indirizzo http://www.unitretirano.it

 

UNITRE TIRANO

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