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Una vacanza formativa e lavorativa per Rocco e Matteo

SCUOLA - 23 11 2019 - Silvio Mevio

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/Rocco Baldini e Matteo Folini

Rocco Baldini e Matteo Folini sono due meravigliosi ragazzi valtellinesi (il primo di Sondrio ed il secondo di Chiuro) che – la scorsa estate 2019 – hanno effettuato un’esperienza a dir poco unica e straordinaria!

In particolare, hanno deciso di “investire” il loro tempo di vacanza (il primo è studente presso l’I.T.I.S. Mattei di Sondrio, mentre il secondo frequenta l’università in quel di Milano) in un’avventura – in terra elvetica – Cantone dei Grigioni – Engadina – “speciale” e decisamente “formativa”!

In sintesi, hanno letteralmente “gestito” una “capanna”, un rifugio (in tedesco “hutte”) posta/o a oltre 3000 metri di altitudine e con un nome altrettanto caratteristico; infatti, la “capanna Georgy’s” (come è denominata e soprattutto conosciuta) è situata in un posto magnifico, appena sotto la cima del Piz Languard (3262 m. - Alpi Retiche Occidentali – sottosezione Alpi di Livigno) - a quasi 3.200 m. (3186 m. per l’esattezza)!

Ma andiamo con ordine e facciamo (subito) la loro conoscenza, attraverso due schede brevi e sintetiche (il “classico” curriculum vitae):

Rocco Baldini: non ancora maggiorenne (2002); attualmente frequenta la quarta classe presso l’I.T.I.S. “Mattei” di Sondrio; sportivo a tutto tondo, appartiene - in qualità di atleta di punta - alla Polisportiva Albosaggia (per le discipline di: ski - alp & running - skyrace) e alla Nazionale Italiana “Giovanile” di ski - alp; più che buoni i suoi risultati agonistici - in questi ultimi anni - e tra questi spicca proprio il terzo posto nella individuale (bronzo) ai Mondiali di sci alpinismo, targati marzo 2019.

 

Matteo Folini: maggiorenne (1999); attualmente frequenta l’università – politecnico - in quel di Milano (facoltà di ingegneria meccanica); trascorsi “race” tra ski – alp e corsa in montagna, oltre a praticare scalate e alpinismo a 360°; recentemente ha conseguito amche il brevetto di parapendio.

 

Accomunati da una passione “viscerale” per la montagna tra un allenamento e l’altro, tra un “momento” di svago (sempre in alta montagna oppure su una parete) e soprattutto tra i molteplici “ritagli di tempo” rubati allo studio, siamo riusciti ad incontrarli – nel cuore del centro storico di Sondrio (il caratteristico borgo di Scarpatetti) e con loro abbiamo fatto una bella e proficua chiacchierata che riportiamo – qui di seguito – fedelmente e integralmente!

 

Che cosa vi ha spinto ad intraprendere una simile “vacanza” in alta quota e nel cuore dell’Engadina?

<< Sono nato a Samedan, in Engadina da mamma tedesca e papà italiano; fino a quando avevo cinque anni ho vissuto a Pontresina (proprio sotto al Piz Languard); a quindici anni ho fatto la mia prima esperienza lavorativa – sottolinea Matteo - lavorando per tre settimane in un rifugio proprio in Engadina e proseguendo poi questa bella e formante esperienza per altri tre anni! Rocco l’ho conosciuto proprio grazie alla polisportiva Albosaggia, un’ottima e blasonata società sportiva valtellinese e a cui - entrambi – apparteniamo da alcuni anni in veste di atleti; visto e considerato che tra noi due è scattata la “scintilla” e soprattutto un’intesa speciale, ci siamo detti perché non intraprendere qualcosa di particolare e proprio in Engadina! Rocco tra l’altro aveva già avuto alcune esperienze lavorative in rifugio e perciò abbiamo deciso - assieme - di buttarci in questa meravigliosa, unica e irripetibile “avventura”. Gli fa eco Rocco che – nonostante la sua “giovane” età - sottolinea che fare il “rifugista” non è solo sapere cucinare e servire il cliente, specialmente se si tratta di un rifugio ad alta quota come il nostro; bisogna saper affrontare anche “emergenze”, come le nevicate improvvise, come intervenire e riparare piccoli guasti con i pochi attrezzi a disposizione oppure raccontare - centinaia di volte e sempre gli stessi aneddoti - ai clienti e – soprattutto - anche a sopportare (per parecchi giorni, settimane e mesi) l’isolamento e la solitudine … specie durante le giornate di brutto tempo; insomma, una prova psicofisica di elevata e profonda “forza mentale” e per due “neofiti” dell’alta quota; insomma, come lo siamo noi due! Gli sforzi però – e lo sottolineano entrambi - sono spesso ripagati dalle immense soddisfazioni che i nostri “molti” clienti (lungo tutta la stagione estiva 2019) ci hanno dato; e poi – da non dimenticare assolutamente - i panorami mozzafiato che solo da “certe quote” … si possono ammirare e soprattutto godere in ogni momento della giornata>>.

 

Due parole – in sintesi – che descrivono la vostra “location estiva” … targata 2019, ovvero la “Georgy’s Hutte”? - www.georgy-huette.ch -

<<La “nostra” capanna (hutte in tedesco) rappresenta il rifugio custodito – raccontano Rocco & Matteo - più alto dell'intera Engadina e di tutto il cantone dei Grigioni; il “nostro” rifugio ha 24 posti letto e una sala da pranzo calda, simpatica ed accogliente per chiacchierare, giocare a carte, leggere uno dei nostri (tanti e “importanti”) libri che appartengono alla “piccola biblioteca della montagna”, oltre a pianificare il trekking per il giorno seguente e/o più semplicemente lasciarsi avvolgere dal magnifico panorama che si apre davanti ad essa in ogni momento della giornata!

Si trova – per l’appunto - in Svizzera (nel Cantone dei Grigioni) e più precisamente in Engadina – Pontresina (la vallata parallela alle “nostre” Valtellina e Valchiavenna); la capanna “Georgy’s” è situata in un posto incantevole e soprattutto magnifico, appena sotto la cima del Piz Languard (in origine era collocata proprio sulla sommità di tale cima), a quasi 3.200 m.; è raggiungibile partendo da Pontresina; una volta raggiunta - sottolineano Rocco & Matteo –si ammira il lo straordinario ed affascinante panorama sull’intero gruppo montuoso del Bernina (la cima più elevata – 4049 m. - delle Alpi Retiche occidentali e dell'omonimo massiccio, posto tra il territorio svizzero e quello italiano, nei pressi del confine tra Italia e Svizzera (tra l’altro è anche il “quattromila” più orientale delle Alpi)!

Ma il nostro punto di forza – sottolineano – nuovamente - Rocco & Matteo - è la magnifica “terrazza” della nostra “Georgy’s Hutte” che mostra - a chi la raggiunge e a 360 gradi - un panorama di incommensurabile bellezza; infatti, a volo di uccello, è un susseguirsi di cime e di ghiacciai - con tutto il gruppo del Bernina – che da sinistra verso destra – in sequenza - si staglia nel cielo: infatti, si possono ammirare i tre “Palù”, le tre “cime Bellavista”, lo Zupò, l'Argient, la Cresta Guzza, tanto per citarne alcuni … per poi terminare con la montagna più alta della “nostra regione” (la “regina” italo - svizzera), ovvero lo straordinario Pizzo Bernina, collocato a quota 4.049 m. con il magnifico profilo della sua “Biancograt” - conosciuta anche come “Scala del Cielo” – ed è, certamente, uno degli itinerari alpinistici più belli e frequentati dell'intera catena alpina! Il profilo regolare della cresta nevosa è notevolmente estetico - quasi come un velo - e la salita sino alla vetta – il Pizzo Bernina - è un'ascensione completa e di sicura soddisfazione; alla sua destra il Piz Morteratsch (3751 m.).

Per non dimenticare – evidenziano ancora Rocco & Matteo – lungo la salita verso il nostro rifugio … gli imponenti stambecchi che fanno da “cornice naturale” a tutto il Piz Languard e spesso avvicinandosi anche a pochi metri dalla stessa capanna; ma non è finita la “scena” idilliaca, perché altri “ospiti di riguardo” - come le marmotte - che con i loro caratteristici fischi vi accompagneranno poi per tutto il trekking fino alla nostra suggestiva “Georgy’s hutte”, termine tedesco oppure in romancio “Chamanna Georgy” per definire il nostro “buen retiro”!

Non ultimo perché meno importante - se siete fortunati - potrete anche imbattervi in un improvviso volo di pernici bianche e/o incontrare il simpatico ermellino, bianco come la neve d'inverno e con la punta della coda nera e color nocciola d'estate!>>

 

Ma chi era questo “Georgy” a cui hanno intitolato la vostra meravigliosa “hutte”, la vostra straordinaria “capanna”?

<< Wilhelm Georgy – vissuto nel secolo XIX (diciannovesimo) – era un artista - pittore che perfezionò la sua formazione artistica alla scuola d’arte di Lipsia (Germania); a metà dell’Ottocento – all’incirca nel 1850 - era già disegnatore per la casa editrice J.J. Weber a Lipsia. In quel periodo ebbe l’incarico di illustrare - insieme al pittore Emil Ritter - la pubblicazione scientifica “La vita degli animali nelle Alpi” di Friedrich Tschudi; tale impegno fu occasione di lunghi viaggi nelle Alpi proprio per approfondire la conoscenza dei paesaggi montani, della flora e della fauna!

Dopo aver dipinto e disegnato presso il museo naturale di Berna e nelle montagne “appenzellesi”, (Appenzello Cantone), Georgy si recò negli anni tra il 1854 e il 1858 in Engadina; qui si fermò più a lungo che in tutti gli altri luoghi visitati … in Svizzera. Nacque, così, un profondo rapporto con la gente del posto e con la “contrada montana”, rapporto che stimolò positivamente l’opera di Georgy; infatti, il presidente del circolo “Gian Saratz” di Pontresina, che era uno dei migliori amici del pittore, lo invitò nella sua casa.

Georgy si fermava spesso anche in zone impervie e solitarie o addirittura nella capanna posta – in origine - sul Piz Languard che ha poi preso il suo nome (sopra Pontresina), luoghi dove poteva osservare (da vicino) la natura nelle sue più diverse condizioni atmosferiche ed eseguire studi sul posto; infatti, il grande quadro ad olio “Gruppo del Bernina con camosci, visto dal Piz Languard”, è il risultato di uno studio accurato e minuzioso dell’animale e della natura, nella contrada della “capanna Georgy”; il pittore dipinse il quadro a Lipsia basandosi sul ricordo e con l’aiuto di numerosi schizzi>>.

 

Non ultimo perché meno importante: il prossimo anno salirete ancora in quota dopo questa unica et irripetibile esperienza “alpina”?

<<Sicuramente, anche perché questa nostra prima esperienza ci ha formato e soprattutto temprato, elementi questi fondamentali per la nostra crescita sia essa psicofisica che sportivo – mentale; un ultimo appunto - che riteniamo basilare - è quello riferito alle nostre famiglie che hanno sempre creduto nel nostro progetto e soprattutto ci hanno sempre spronato e appoggiato completamente … e a tale proposito, consentiteci un’ultima annotazione: la prossima estate 2020 Vi aspettiamo numerosi e – per averVi fin d’ora nostri “graditi” ospiti - questi sono i due itinerari per raggiungerci!

 

Il primo (1): il rifugio “Georgy’s” lo si raggiunge salendo da Punt Muragl, prendendo il trenino a cremagliera (con partenza in prossimità di Pontresina) che vi porterà fino al Muottas Muragl, a quota 2.456 m.; da qui - per ottimi sentieri e ben segnalati - seguire le indicazioni verso la Chamanna Segantini, a quota 2.731 m.; si continua poi sulla “magnifica via degli stambecchi” verso sud-est, attraversando le pendici del Piz Muragl e poi - arrivati in prossimità del Piz Languard - si prende a sinistra il ripido, ma sempre ben segnalato sentiero, che - con un ultimo sforzo - Vi porterà alla Capanna Georgy’s sulla cresta sud del pizzo stesso!

Il secondo (2): il rifugio “Georgy’s” lo si raggiunge anche da Pontresina, dapprima salendo dall'Alp Languard, attraverso una piccola seggiovia a 2 posti fino a quota 2.310 m. e proseguendo, poi, lungo il sentiero - verso est, sopra il versante sinistro della Val Languard, che - a sua volta - si collega al sentiero precedentemente ricordato (nel primo itinerario) proprio sotto la cima del Piz Languard>>.

 

Silvio Mevio

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