1937, ancora Tourist Trophy: la leggenda Black Devil
SPORT E TEMPO LIBERO - 02 05 2019 - Ivan Bormolini
Nel 1937, Tenni aveva raggiunto nuovamente l'isola di Man in aereo accompagnato da Enrico Parodi, Claudio Agostini e Mondo Micheli, questi ultimi i due migliori tecnici del reparto corse con due motociclette, una 250 ed una 500. Sembrava fosse arrivata una star: tifosi, giornalisti, tutti pronti per intervistarlo, farsi rilasciare autografi ed elogiare questo grande campione. Il piede dopo quell'incidente in Italia, sangiunava ma ancora uno spettacolo si apriva, per Tenni vincere quella gara era ormai un assillo, un'ossessione. Durante le prove gli era capitato di gettarsi in piena velocità nella discesa dopo il traguardo, la pericolosità del gesto non lasciava spazio a dubbi, si trattava di una follia. Tutti in quei momenti pensavano che si ammazzasse, ma all'arrivo ai box appariva sorridente e tranquillo. I giornalisti inglesi scrivevano che era un pazzo, ma in quella follia vedevano un pilota che comunque era in grado di dominarsi e si sarebbe rivelato un avversario molto pericoloso. Nella categoria 250 a partire erano in ventisei. Al primo giro era passato per primo Kluge, Tenni secondo ma un po' distanziato, al secondo giro, causa forse l'asfalto che aveva perso consistenza, scivolava e cadeva, perdendo ben trentacinque secondi. Le leggende legate a quella gara, dicevano che un corridore che cadeva si demoralizzava, ma a Tenni era accaduto l'incontrario, quindi iniziava una delle sue furiose offensive. Passava a Ballacraine, a Craig compiva un salto spettacolare al ponte di Ballaugh e quello di Sulby si notava che “spazzolava” letteralmente il muro con la spalla, anche se il giro più veloce era di Woods in 29 primi e quarantatre secondi. Chilometri e secondi, pareva Tenni riuscisse a bruciarli, alla fine della tornata era sul tempo di ventinove primi e zero otto secondi. Galavanizzato dalla condotta di gara dell'italiano un cronista di The Motor Cycle, scriveva che Tenni aveva completamente infranto ogni preconcetta idea di quello che si poteva fare su quel percorso, Tenni “curvava le curve”. La reazione di Woods non si faceva attendere, ma la sesto giro il nostro attacava passando al comando. La gara stava volgendo la termine, e Tenni doveva cambiare una candela. Tutto era perso? No, non è dato sapersi se Tenni era stato investito dalla tremenda sensazione della sconfitta, si sa solo che cambiata la candela si ributtava in strada con un vantaggio notevolmente limitato. Si sa che lo speaker diceva che Tenni stava curvando con folle abbandono il che suscitava dubbi sul suo arrivo in un solo pezzo. Tagliando il traguardo tutto intero, vinceva la categoria Lighweight, ovvero la 250. Il primo pilota non britannico ad imporsi in quella massacrante competizione. Era il 16 luglio 1937. Due giorni dopo, in sella alla Moto Guzzi bicilindrica ovvero, una 500, tentava il bis ma senza fortuna, al quinto giro si rompeva il filo dell'accelleratore e quindi inevitabilmente abbandonava la corsa. In Italia l'eco di quella vittoria era stata vastissima; al suo ritorno a Treviso era stato accolto da una folla entusiasta alla stazione ferroviaria. Tenni aveva avuto modo di dire: “Questa volta mi pareva di correre a casa mia e di avere il mio pubblico. Ero deciso a vincere ad ogni costo, costasse qualunque cosa. L'Italia doveva vincere il Tourist Trophy". Altre erano state le partecipazioni di Tenni a questa competizione ma con esiti meno fortunati, anche se desiderava ardentemente salire sul gradino più alto del podio con una 500. Ivan Bormolini FONTE: Tenni. L'antenato di Valentino. Autore Cesare De Agostini. Giunti Giorgio Nana Editore via Claudio Treves 15/17 Vimodrone Milano Italia. Anche le foto sono tratte dalla stessa fonte.
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