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A pensar male si fa peccato?

CRONACA - 24 08 2020 - Ivan Bormolini

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/italia

(Di I. Bormolini) Si dice che a pensare male si fa peccato, ma purtroppo a volte ci si indovina.

Era chiaro che l'attuale governo incontrasse delle enormi difficoltà nella gestione della pandemia, un evento sanitario improvviso e di incalcolabile portata anche economica e sociale. Sono convinto che se al posto del governo Giallo Verde ve ne fosse stato un altro le cose non sarebbero cambiate di molto, però c'è un limite entro il quale sarebbe meglio non andare. Nonostante roboanti promesse o proclami di vario genere, ci sono state e ci sono questioni che gravano come macigni sulle spalle già deboli di moltissimi italiani.

 

All'inizio della scorsa settimana sono stati diffusi i dati sulla cassa integrazione: è emerso un quadro preoccupante e denso di allarmismi che interessano il presente ed anche l'immediato futuro di molti italiani.

Se da un lato era largamente prevedibile che anche dopo il lockdown, moltissime imprese facessero nuove richieste di cassa integrazione, dall'altro non si potevano immaginare gli ampi ritardi nel pagamento delle stesse.

Stando alle cifre evidenziate, 102 mila dipendenti devono ancora ricevere la Cig di maggio e oltre mezzo milione quella di giugno e luglio.

 

Si tratta a conti fatti di circa 642 mila pagamenti in sospeso, oltre a questo gravissimo fatto che lede la già fragile stabilità economica di molte famiglie, ci sono le così dette “ richieste in sospeso”.

Queste riguardano le domande che l'Inps non ha nè accettato, né respinto, né annullato, ma sono in attesa di essere esaminate, questo cari signori lascia nell'incertezza gli imprenditori e le loro maestranze.

Stando all'articolo che ho letto su “Il Giornale” di martedì 18 luglio, ma sono state anche altre testate a riportare questa grave questione, si contano 151 mila domande in giacenza che riguardano oltre 2 milioni di beneficiari in base a una proporzione della stessa Inps ( ogni domanda riguarda più di un lavoratore ).

 

Dunque l'Istituto di Previdenza, deve o dovrebbe staccare 2,6 milioni di assegni; non si tratta però esattamente di 2,6 milioni di lavoratori perché in molti casi uno stesso dipendente deve ricevere più di una mensilità di cassa.

Tutto questo è disarmante e se pensiamo alle parole del Premier Conte che diceva che questo ammortizzatore sociale doveva arrivare entro un mese a tutti i dipendenti, si evince che qualcosa non ha funzionato. Di chi la colpa del governo oppure dell'Inps? La risposta a questa domanda certo non spetta ai cassa integrati che sono in realtà “cassa disintegrati” da un sistema burocratese lento, spesso inconcepibile e fatto anche da vari rimpalli di responsabilità.

Questo status quo, non si riduce a una mera conta di numeri e cifre, ma mette in ulteriore seria difficoltà sia le imprese e sia ovviamente i dipendenti, il tutto a mio parere genera un allarme non di poco conto.

 

Mi viene da pensare alle tante famiglie che sono ridotte a fare i cosiddetti conti della serva: cosa rispondere ad un padre o a una madre di famiglia, lontani dal lavoro non certo per colpa loro o del loro titolare che oggi si trovano in seria difficoltà economica?

Diamo loro il bonus vacanze? Diamo loro il bonus bicicletta o quello per il monopattino? Forse sarebbe meglio pensare di dare a quest'ampia platea ciò che gli spetta di diritto, soprattutto nel più breve tempo possibile e per i mesi futuri fare in modo di non accumulare ritardi mettendo sui conti correnti degli interessati il dovuto.

Intanto che tanti aspettano, la politica litiga in vista delle elezioni regionali e si divide sul fronte del si o del non del referendum di settembre.

 

Ma oltre a questo la cosa che più mi ha dato fastidio, assieme ad un calderone fatto in parte di inconcludenti decisioni, è che qualcuno che sta o stava comodamente seduto nei palazzi che contano abbia approfittato del famoso bonus dei 600 euro.

Non mi interessa se abbiano fatto solo richiesta abbiano incassato la somma, infondo la legge consentiva a questi signori di farlo e su questo non c'è alcun dubbio.

Qui la questione non è più politica ma di coscienza personale e le scuse servono a poco; se le regole in materia sono state fatte evidentemente male ( bastava escludere tutti i parlamentari ed altri politici che rivestono determinati ruoli dal diritto di accedere al bonus ), la domanda che mi sono posto è un'altra: ma com'è solo balenato nella mente di questi con lo stipendio che percepiscono e i privilegi di cui godono di fare richiesta di una somma che altri magari hanno faticato e non poco per avere e di cui avevano urgente bisogno?

 

Privacy o meno, su cui tanto si è inutilmente discusso, la faccenda ha assunto contorni che non so nemmeno come definire e che ha irritato non poco molti italiani.

Anche in politica e negli organismi che con questa collaborano la parola lungimiranza ha un significato ben preciso, intuito nel prevedere gli sviluppi di una situazione o le conseguenze di una determinata scelta.

Ecco pensando alla questione della cassa integrazione, analizzando la totale incertezza che regna sulla riapertura delle scuole, aggiungendo l'ostinata visione di non voler accettare i soldi del Mes, assieme ad altro, forse un po' di lungimiranza è mancata.  

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