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"Davanti a noi ancora giorni difficili"

CRONACA - 09 11 2020 - Ercole Ricci

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Il pianeta e il mondo intero, in cui noi tutti siamo immersi, stanno attraversando un tempo per certi versi paragonabile agli esiti dei grandi sconvolgimenti bellici del secolo scorso. Da mesi affronta un grave pericolo che minaccia la vita di milioni di persone in tutto il pianeta, ossia la rapida diffusione del coronavirus.

 

L’Italia, in quanto paese ad alto rischio di contagio, sarà ferma almeno fino a dicembre, con la possibilità di spostamenti limitati e la chiusura di tutti i luoghi di intrattenimento: teatri, cinema e palestre terranno infatti le serrande abbassate fino a nuova ordinanza. E’ quasi un bollettino di guerra quello che viviamo quotidianamente attraverso video, messaggi, vocali. Come al solito non si fa altro che ricordare cosa non dobbiamo fare, si fa appello al sentimento nazionalista degli italiani grazie al quale il popolo italiano supererà anche questa prova. Tutti i giorni, TV trasmettono l’immagine di esperti dell’Istituto superiore di sanità, virologi che, con fare serio e sinceramente dispiaciuti, annunciano i nuovi contagi avvenuti nell’arco della giornata, annunciano i decessi.

 

Ma proprio in questo periodo che la pandemia ci sta mettendo di nuovo a dura prova, l’intero pianeta ha messo a nudo, esaltandolo grazie alla solidarietà, il valore incommensurabile della persona. E ci ha fatto capire quanto il bene comune dipenda certo dai governanti, ma non dipenda meno da ciascuno di noi.

 

Ci sta ribadendo che nessuno si salva da solo e nessuno può stare davvero bene se gli altri stanno male: la dignità della persona e il rispetto della libertà di ogni singolo individuo sono dunque un principio basilare sia in campo morale e civile sia in quello economico e sociale. Noi italiani, si sa, siamo anche un popolo che, pur confinato a casa, cerca di affrontare la situazione con un certo spirito. Come la storia di tutte le epidemie ci ha insegnato, per combattere il Covid-19 è indispensabile tenere insieme la tutela della salute; la ricerca a tutti i costi del capro espiatorio, la rabbia e il malcontento non aiutano a risolvere il problema.

 

Dobbiamo rispettare le prescrizioni delle istituzioni che si traduce in una drastica riduzione delle occasioni conviviali. È vero. Ma possiamo approfittarne per riappropriarci delle bellezze della quotidianità. La creatività e l’entusiasmo di famiglia e di rete che esiste tra le varie realtà culturali credo che siano la chiave per stare vicini ai nostri cari, per ripartire. La creatività, inoltre, sarà veramente necessaria, anche perché avremo meno mezzi. Si torna a leggere, oppure ci si dedica agli hobby trascurati o messi da parte da anni; a casa possiamo aiutare i figli o i nipoti a fare i compiti, ma, in alcuni casi, possiamo anche lavorare.

 

In questi giorni delicati le tecnologie ci insegnano che siamo pronti ad affermare un nuovo modo di lavorare, basato sulla fiducia e su relazioni che possono essere coltivate anche a distanza. Ciascuno di noi, all’interno della propria preparazione, deve pensare a come poter rispondere ad un qualcosa che era praticamente sconosciuto, organizzando la propria giornata attraverso specifici obiettivi, per renderla produttiva.

 

Quando la pandemia del coronavirus scomparirà sarà utile, sulla scorta delle lezioni che ci avrà imposto, tornare a rispettare i valori che ci radicano Sarà necessario, a mio parere, tornare a imparare il rispetto di chi costruisce e non di chi starnazza per scardinare le convinzioni limitanti che purtroppo persistono, dando a queste il peso di essere la loro realtà assoluta. Le convinzioni che hanno un’influenza significativa sui comportamenti e sulle azioni degli altri, per mettere a fuoco valori più profondi.

 

Io penso che, se saremo in grado di dare concretezza a quanto proposto, se sapremo leggere i segni di speranza e le opportunità insite nella crisi pandemica, potremo ambire ad un futuro migliore, senza per questo distogliere lo sguardo dalle tragedie del presente e dalla domanda di aiuto di chi è più esposto alle conseguenze della crisi.

 

Ercole Ricci

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