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I tiranesi salutano l'amico Valentino Candiani: chapeau!

CRONACA - 05 09 2018 - Ivan Bormolini

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Foto dal profilo Facebook

(Di Ivan Bormolini) La notizia della prematura ed improvvisa scomparsa del fotografo Valentino Candiani ha iniziato a filtrare con infinita tristezza nella mattinata di martedì. Subito su Facebook, social network sul quale Valentino era molto attivo, gli amici di Tirano e dintorni hanno pubblicato molti post.

Post di grande sgomento e di incredulità. Dal più comune ma sentito “ciao”, sino a pensieri tutti e nessuno escluso, veramente profondi. Galantuomo, signore, grande amico, ci mancherai, grande professionista, uomo gentile e di grandi principi umani.

 

Ma chi era Valentino Candiani? Di professione fotografo professionista, era giunto a Tirano ormai quattro anni fa, innamorandosi della nostra cittadina. Milano, la sua casa ed il suo lavoro, soprattutto dopo la grave patologia che aveva dovuto affrontare, calzava stretta a Valentino.

Tirano, all'inizio di questa sua permanenza, lo aveva adottato; mi diceva: “Vedi Ivan, la vostra città mi ha adottato, ma mi hanno piacevolmente adottato i tiranesi, gran bella gente”. A Valentino, piacevano i nostri ritmi di vita, che definiva molto meno frenetici rispetto a quelli della metropoli milanese. Una cittadina, che in un articolo che gli avevo chiesto di scrivere per l'allora Tiranese senza Confini, aveva intitolato: “Tirano una bella pausa visiva”. Rileggere stasera quelle parole, rivedere le fotografie che aveva allegato al pezzo fa venire la pelle d'oca, sapendo che Valentino non c'è più.

 

Ma Valentino era una presenza che, nella sua discretezza, sapeva conquistare la stima di tutti. I suoi tour fotografici per Tirano, tra la gente di Tirano e frazioni, rimarranno una pietra miliare. Un bagaglio fotografico e di tante amicizie che hanno fatto divenire col tempo Valentino uno di noi.

Pensate che, proprio ieri, Facebook mi ha chiesto di condividere i nostri quattro anni di amicizia. Non l'ho fatto, ho preferito mettere una delle foto che a mio avviso più lo rappresentavano ed un pensiero breve.

 

Quattro anni fa, con grande piacere, avevo incontrato per la prima volta Valentino Candiani, insieme collaboravamo alla pagina “MipiaceTirano”. La sintonia che si era creata era stata subito notevole. Gli avevo chiesto un'intervista, per capire come sin da subito fosse divenuto uno di noi. Un libro aperto, Vale si era descritto a 360°, raccontando gli eventi traumatici della sua salute e riassumendo la sua permanenza, allora ancora saltuaria, a Tirano. Avevo intitolato quel pezzo “Valentino Candiani, il fotografo forestiero”.

 

Quando lesse quel titolo si mise a ridere, ma quella ristata era ben motivata. Valentino era un fotografo e forse anche un poco psicologo, aveva percepito che forse la nostra cittadina era un po' chiusa, ma con sorpresa sentiva su di sé, nel suo animo profondo, che i tiranesi non lo avevano mai considerato un forestiero, ma semplicemente uno di loro. E quel “forestiero” derivava proprio dalle sue parole, che ora rileggo in quel bagaglio di ricordi, di fotografie e di parole.

Ci mancherai Valentino, ci mancherà, vederti con zaino in spalla e macchina fotografica, pronta giorno e notte a parlarci di Tirano.

Ci mancherà la tua gentilezza, i tuoi modi sempre pacati, il tuo unico interloquire, capace di far parlare anche chi non era di facile favella. Magari restio a farsi fotografare, ma alla fine contento di averti conosciuto e narrarti le sue vicende.

A tanti sei e rimarrai nel cuore, e te lo dico fortemente col cuore in mano e con quel sentimento di amicizia che in questi anni ci ha legato.

 

Le foto a Baruffini, le interviste e le didascalie, le foto durante lo smantellamento dell'elettrodotto del versante Orobico, in cui eri giornalista e fotografo... E in quel caso ti avevo ammonito:”Ooh! Guarda che il redattore sono io”. Ne era uscito un grande pezzo su quell'opera in cui certamente le domande del fotografo mi hanno insegnato qualcosa di più.

Ed ancora il fotoreportage nella Ferromeccanica Marchesi, dove il nostro mitico Piero “Melà” ti aveva raccontato una vita da fabbro, mostrandoti quello storico maglio, che per la tua infinita curiosità aveva rimesso in funzione.

 

“Time”, il tempo che passa. Hai voluto regalarci una mostra unica, lo scorso anno presso il palazzo Foppoli. Oggi mi sono chiesto perché quel “time” ti è e ci è venuto meno.

Perché l'essenza di quella bella rassegna era ancora un grazie. Volevi e ci sei riuscito a far sentire il tuo grazie ai tiranesi. Ma noi abbiamo ancora detto grazie a te!!!

 

Ebbene Vale, ieri come oggi, siamo ancora noi i tiranesi, la nostra città, di cui sei diventato legalmente cittadino, a dirti grazie.

Grazie per gli scatti che ci hai regalato, un bagaglio fotografico che ora andrebbe ben raccolto, catalogato e schedato, perché unico. Tra tradizione contadina e nuova epoca, da forestiero hai saputo raccontare la nostra essenza.

Mi fa estremo piacere che tu abbia donato le foto di quella mostra ai locali della mensa di palazzo Credaro. Un ricordo di un grande milanese divenuto tiranese.

“Time Valentino”, rimarrai sempre nel nostro “Time”: Chapeau!

 

Ivan Bormolini

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