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L'epoca dei comportamenti ingiustificabili

CRONACA - 23 04 2018 - Ivan Bormolini

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/bullismo

(Di Ivan Bormolini) Ci sono fatti, in vari ambiti della quotidianità, che sono riprovevoli. Partiamo dalla scuola, o meglio dagli studenti. In questi giorni così come in un recente passato, qualche alunno si è permesso di aggredire verbalmente e fisicamente, un docente. Nell'ultimo caso visto su tutti i telegiornali, forse va ammirata la calma con cui il professore ha gestito la cosa. Va capito pure il suo imbarazzo. D'altro canto se avesse reagito sarebbe passato dalla parte del torto, anche se, ben inteso, ne avrebbe avuto piena ragione.

 

Ci si chiede infatti come certi studenti si possano arrogare il diritto di mettere in atto certe mancanze di rispetto, certi atti di deleterio spettacolo da baraccone. E pure ci si domanda che educazione famigliare abbiano ricevuto.

Anni fa se si prendeva una nota di demerito, oltre allo scritto sul libretto personale, oppure ancor più grave sul registro di classe, per lo studente erano problemi seri. In primo luogo ti sentivi minacciato dal famoso sette in condotta e poi quando arrivavi a casa se andava bene, era un serio rimprovero da parte dei genitori che magari finiva con un sonoro scapaccione.

Vi era infatti una certa affinità nell'educare identificabile tra famiglia e scuola. Oggi, se guardiamo a certe situazioni che i media diffondono non è più così.

 

Genitori che santificano oltre modo i figli, nonostante l'evidenza, padri e congiunti che aspettano fuori dal cancello, di questo o di quell'istituto, il professore reo di aver rimproverato o dato una nota.

Che squallore, tutto questo significa mal educare, difendere l'indifendibile. Ricorrere all'uso della mani contro un docente, non vuol dire dare un grave messaggio al figlio o alla figlia?

Davanti a certe scene, ormai diventate una triste consuetudine, la scuola senza troppi problemi dovrebbe immediatamente sospendere chi si macchia di certe scene che vanno ben oltre il bullismo. E poi alla fine dell'anno scolastico bocciare l'alunno, anche se magari meritevole sotto il profilo del rendimento scolastico.

 

Passiamo ora ad altri fatti che racchiudono una serie di comportamenti ingiustificabili. Succede spesso di sentire di insegnanti che partendo dagli asili nido sino alle scuole primarie picchiano e terrorizzano i bambini. Una prassi che sconfina in violazione dei più normali diritti. Dopo la denuncia di genitori, le forze dell'ordine installano le telecamere ed ecco che vengono alla luce episodi di gravi maltrattamenti fisici e verbali.

La stessa cosa purtroppo avviene in alcune case di riposo, dove poveri anziani sono vittime della violenza gratuita da parte di chi dovrebbe accudirli e riservare loro un doveroso rispetto. Che dire poi dei gravissimi atti perpetrati ai danni di persone disabili ricoverate in apposite strutture. Recentissime inchieste hanno svelato episodi di pestaggi che definire violenti è ancora dir poco.

 

Tutti questi fatti che coinvolgono piccoli, anziani e disabili, dimostrano un fatto su cui ragionare attentamente. Io sono convinto che chi fa l'insegnante, l'infermiere oppure abbia la qualifica per lavorare su persone disabili, non faccia un semplice lavoro, una professione qualsiasi, ma se ha scelto quella carriera professionale deve essere consapevole di svolgere una missione. Chi opera in determinati e delicati settori come quelli citati, lo deve fare con una grande vocazione umana e professionale. Se questa viene a mancare e si opera solo per la busta paga, macchiandosi di fatti terribili, allora è meglio farsi un esame coscienza e cambiare mestiere.

 

E' auspicabile che la giustizia faccia il suo corso, che nelle aule dei tribunali vengano emesse sentenze esemplari. Non è accettabile che dopo qualche tempo queste persone possano ritornare al lavoro, magari presso un'altra scuola oppure un'altra struttura. Con simili comportamenti appurati, questi operatori andrebbero definitivamente radiati dall'albo.

 

Ivan Bormolini

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