L’ingroppata dei due caproni
CRONACA - 08 02 2021 - Ezio (Méngu)
Laggiù, presso la steppa del Rudùn, accanto alla grande centrale del Teleriscaldamento ho assistito allo scontro tra tre caproni. Ero distolto nell’osservare una parte di quella estesa area comunale a “zerbo“, con un tratto di recinzione divelta e con dei rifiuti abbandonati da qualche balordo, quando ho sentito una serie di colpi ritmici, come un potente zoccolare di mulo. Ho allungato il passo e dopo una ampia curva tra quella stradina che costeggia quell’area ho visto in una piazzola recintata e ben tenta due magnifici caproni le cui corna potevano competere con quelle di Ermengarda. Erano maestose, scaturivano dal capo affusolato di quelle bestie come scimitarre che, nel loro movimento, fendevano luccicanti il cielo. I caproni, belli ma puzzolenti, ferivano le narici nell’aria tersa. Nel loro gioco apparivano quieti e maestosi. I due, si aggiravano con passo lento quasi ad ignorarsi. I loro occhi mi sembravano le biglie giganti, proprio come quelle “ védre “ che io, da ragazzo avevo sempre in tasca e ne ero orgoglioso perché vinte ai ganzi della contrada di Porta Milanese. Ci si poteva specchiare in quelle feritoie nere e lucide degli occhi dei cornuti. Danzavano o stavano combattendosi per un loro diritto ? A prima vista, stupiva la loro tranquillità, però quando, finito il balletto, si guardavano senza parvenza di sentimento ostile qualcosa di particolare e possente succedeva. La loro calma si trasformava in “guerra” o forse no, solo in competizione a teatro per le caprette accanto e isolate per bene in un altro recinto . Ambedue i caproni si erigevano come possenti statue con le corna tese all’indietro come due alabarde. Per un attimo si studiavano le mosse con fare quieto poi, con fare deciso , alti sulle zampe anteriori l’un contro l’altro, le loro corna si frangevano in un intreccio con colpo secco più sonoro di un peto del vecchio Pietro, Poi i capri torcevano le loro teste come per districarsi dai rami di un larice. Quel colpo secco di corna si mescolava alla grazia di quel combattimento che furioso non era poiché , dopo ogni colpo di corna che si infliggevano l’un l’altro, lento iniziava di nuovo il rito presso la recinzione delle caprette curiose. Dopo essersi scambiati alcuni colpi di corna , lenti i due caproni passeggiavano strisciando la rete con i loro possenti corpi e a tratti il più grosso ingroppava il più piccolo che veloce come Ringo si allontanava. Le caprette assistevano con meraviglia, e chissà, forse anche con piacere. Questo balletto è durato per alcuni minuti. Nel frattempo ecco sopraggiungere dal fondo del sito recintato , e dalla parte del recinto dei caproni, una maestosa bestia. Quel caprone aveva un passo imperiale. Le sue corna erano come quelle dell” Ambrös “ , uomo mitologico della vecchia Tirano; mentre lui era a Davos per guadagnare il pane per la sua famiglia, la moglie dava convegno a molti amici. Ebbene , quell’imperatore caprino, che io chiamerei, “ Re della steppa del Rudùn “ si è avvicinato ai due capri . Mirato il primo , si è impennato e alto come una gru ha sferrato al capro che aveva la testa bassa una potente cornata da fare tremare la recinzione come foglie di betulla. Poi rivolto all’altro che mite si era posto in un angolo quasi intimorito gli ha appioppato un’ altra cornata da fare saltare fuori le biglie dagli occhi. Poi, come se non fosse bastato far capire chi comandava, l’imperatore cornuto veloce ha intrapreso con arte una poderosa ingroppata montando sulla schiena prima dell’ uno poi dell’altro. Infine , con fare maestoso si è portato al centro del recinto con aria da bullo mentre le caprette a lato erano attonite e immagino desideroso di “conoscere” il caprone . Tutto preso da questi balletti, non mi ero accorto che accanto a me era sopraggiunta una anziana signora con passeggino e con il bimbo che sorrideva divertito per lo spettacolo. La nonna con un sorriso mi disse:” Non le ricorda forse la scenetta di questi giorni che si sta svolgendo in Parlamento tra i nostri politici ? “ Io sono scoppiato in una potente risata e gli ho risposto “ Cara signora nella vita ci vuole, tra molti caproni che si battono l’un l’altro e che si ingroppano tra loro facendo i loro giochi, un caprone imperante che ha le corna più robuste e che addomestichi gli altri per fare capire una volta per tutte chi comanda. ” Ci siamo salutati sorridendo, mentre il bambino insisteva a rimanere per godersi altro spettacolo. Ezio (Méngu)
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