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Riflessioni sulla strada provinciale “della ganda” e sull'ingresso a Tirano

CRONACA - 01 10 2019 - Ivan Bormolini

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/semaforo ganda

Il grave incidente di poco tempo fa lungo la strada provinciale 24 denomitata “della Ganda” invita a fare delle serie riflessioni su questa tratta che da Stazzona porta a Tirano.

Sia chiaro, quanto scritto non ha nulla a che vedere con il sinistro citato. L'unica seria speranza è che l'uomo gravemente ferito ed elitrasportato a Bergamo possa al più presto riprendersi dopo le cure.

 

Questa arteria è già stata in passato teatro di gravissimi sinistri anche mortali.

Voglio quindi rivolgere degli inviti agli automobilisti e motociclisti che in maniera del tutto non consona affrontano questo percorso non rispettando le regole.

Personalmente, cerco sempre di evitare questa provinciale perchè la reputo pericolosa, non tanto per la strada in se stessa ma per la poca disciplina di alcuni che vi transitano.

Non è possibile venire sorpassato a velocità elevate poco prima delle curve della località San Bernardo. Non è altrettanto fattibile compiere le stesse azzardatissime manovre in prossimità della curva o semi-curva che porta sul rettilineo che immette a Tirano.

 

La strada “della Ganda” non deve essere in alcun modo un circuito a cui dar sfogo alle prestazioni dei propri veicoli siano questi a quattro o due ruote.

Oltre a questo la stessa è spesso transitata da mezzi agricoli, i quali entrano ed escono dai coltivi e dalle strade laterali, nel pieno rispetto delle norme e delle cartellonistiche.

Mi viene detto che nella piazzola davanti alla chiesetta di San Bernardo, oppure poco più avanti, le Forze dell'Ordine, sono di tanto in tanto presenti con posti di controllo. Ben vengano simili azioni, dovrebbero costituire un deterrente, all'indisciplina di chi guida malamente.

 

Perchè dico tutto questo? Il motivo è molto semplice, per il mio lavoro passo più volte al giorno e pure nottetempo dalla via V Alpini, che immette nella zona industriale di Tirano ed osservo chi percorre la citata strada provinciale dall'altro lato del fiume.

Sinceramente vedo certe condotte di guida davvero ben lontane dall'essere classificate legali, soprattutto in prossimità di un ben segnalato centro abitato. Ed ancora, tornado in particolar modo all'Arma dei Carabinieri, mi piace che in zona Foro Boario, ogni tanto qualcuno venga pizzicato.

E' vero il tratto rettilineo che porta alla nostra città, potrebbe dar sfogo all'apertura dei cavalli e all'innesco incondizionato di marce, ma cari guidatori di suv, motocicli e auto dagli enormi potenziali, dovete capire che questa arteria non si classifica come un percorso di gara.

 

Vengo ora all'ingresso di Tirano: opportuni sensori, posti su tutti e due i sensi di marcia, se la velocità è elevata oltre il limite consentito, fanno scattare l'impianto semaforico sul rosso.

Bene, non ci vuole certo un genio per capire che comunque ed in ogni circostanza il veicolo va fermato.

Eppure, la follia di sfidare, la poca coscienza ed incoscienza, indica a taluni di dare una semplice toccatina al pedale dei freni, tanto poi non interessa a lor signori scostumati, magari col telefonino all'orecchio, se all'altezza del semaforo vi è una una via laterale, soggetta all'immissione sulla provinciale con il semaforo verde.

Lo sanno bene, proprio coloro che dalla strada anticamente denominata “della Giustizia” ed ancora più storicamente “via Imperiale”, sboccano con i loro veicoli sulla Ventiquattro. Guardano non con due occhi, ma con quattro. Perchè se anche hanno il segnale verde, non si fidano... E fanno bene a non farlo.

 

E' chiaro che non si deve fare di tutta un'erba un fascio, ci sono quelli che si fermano e rispettano il rosso, ma oltre a questa citata uscita, vi sono altre intersezioni stradali, già in passato al centro di sinistri che hanno coinvolto veicoli e persone con danni anche rilevanti per coloro che le regole le rispettano.

La zona di piazza Foro Boario, la sua uscita sulla via Lungo Adda Quattro Novembre e l'incrocio con il ponte sono sempre molto trafficati, soprattutto nelle ore di punta e negli orari di entrata ed uscita degli studenti che frequentano la sede staccata dell'Istituto Pinchetti.

E' chiaro che la precedenza spetta ai veicoli in transito sulla provinciale, ma con adeguate velocità e con il sano uso del buon senso.

Non spaventano le strisce pedonali, opportunamente poste il loco, e nemmeno sono un deterrente il “Velo Ok”, oppure l'indicatore di velocità “Smile o Smiley” da tempo presenti in questa trafficata zona.

Ed allora signori automobilisti e motociclisti, figli della fretta e della voglia di arrivare, perchè non rispettare il Codice della Strada che ben recita la velocità da tenere in centro abitato?

 

Vado avanti, dopo la scuola, sino ad arrivare al ponte di via Martiri della Libertà. Anche qui non sono certo pochi gli incidenti... Velocità? Disattenzione? Di chi la colpa? Magari anche di coloro che si innestano dalle vie laterali. Sta di fatto che la prudenza non è mai troppa, il doveroso rispetto della cartellonistica verticale, ed orizzontale è indice di quell'attenzione che spesso si dimentica.

Ultima frecciatina la riservo ai famosissimi “Velo Ok” ed allo “Smile” posti sulla tratta.

All'atto della foto che pubblichiamo, risalente a due settimane fa, lo “Smile” in pieno giorno non funzionava, non forniva indicazioni né sorrisi, e meno che meno faccine avverse: non rilevava la velocità. Poi sui “bombolotti” arancioni! E' stato un investimento utile? Vengono utilizzati per la loro funzione? La speranza è che questi strumenti siano comunque un deterrente oppure un invito a moderare la velocità.

 

Ricordo infine che anche di notte la velocità da tenere in centro abitato non cambia, per tale motivo sarebbe auspicabile che ci si adegui. Inutile ignorare il semaforo che nottetempo lampeggia sul giallo, è indice di seria pochezza morale piombare a velocità elevate in centro abitato. Buon viaggio e mi raccomando, prudenza!

 

Ivan Bormolini

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