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Sanctificetur nomen Olimpiade 2026

CRONACA - 17 04 2023 - Méngu

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/Lavori Tangenziale presso ponte Stazzona- loc. S. Bernardo – Pasqua 2023  (Foto Méngu)
Lavori Tangenziale presso ponte Stazzona- loc. S. Bernardo – Pasqua 2023 (Foto Méngu)

Non è mia abitudine ascoltare il parlottare della gente nei bar, ma alcuni giorni fa mi è capitato di sentire a Poschiavo una espressione a dir poco curiosa ed è questa: la santa alluvione dell’87! Ho capito che si riferiva alla Valle e in particolare allo stupendo borgo di Poschiavo. Incuriosito ho teso ulteriormente l’orecchio, con quel fare che hanno le comari quando vogliono carpire i segreti della conversazione sottovoce di due o più persone senza farsi notare, anzi guardando nel lato opposto dei questionanti.  

 

Ho sentito dire: “Poschiavo dopo l’alluvione è rinata più bella di prima. La gente si è resa conto, dopo quel disastroso evento, di ciò che significa la cura del territorio e delle valli contigue. Dio non ci mandi un’altra sciagura simile, ma è anche dalle sciagure che nascono poi i progetti e i rinnovamenti migliori “.   La loro parlata non era in italiano, e nemmeno in Schweizerdeutch, ma in perfetto dialetto poschiavino. Quell’espressione mi risuona ancora nell’orecchio e pensandoci bene dirò che quei due che conversavano ad alta voce non avevano poi tutti i torti.

 

La piazzetta di Poschiavo è ora un gioiellino, è una piazzetta da palcoscenico dove i turisti si trovano a loro agio tra il brusio di conversazioni di giovani e anziani che bevono birra e si godono un gelato. In quella piazza così ordinata, dove lasciar cadere il tovagliolo per terra è una profanazione, si può ascoltare il gorgoglio dello spillo d’acqua nella fontanella. Il suono del battere delle mezzore e delle ore delle campane è una scandire di tempo d’atti di teatro. Osservare gli anziani mentre alzano il gomito accompagnando la caraffa alla bocca con fare religioso e dopo una lunga tirata a occhi chiusi , emettere un sospiro d’ orgasmo, e posare con soddisfazione  il boccale sul tavolo. Il loro sguardo emana una espressione sapienziale montanara che molti giovani del nostro tempo dovrebbero cogliere e invece, molte volte la rifiutano pensando agli anziani come “fossili viventi “. In fondo sono loro, i vecchi che hanno preparato la culla ai giovani che spesso fanno i galli usando le fatiche dei vecchi.

 

L’espressione di quei due anziani :” Santa alluvione del luglio 87”  mi ha portato un pensiero parallelo sulla nostra alluvione nel tiranese. E’ pur vero che la nostra cittadina non ha subito, fortunatamente, lo sconquasso della Valle di Poschiavo, ma le nostre sventure le abbiamo avute e ce le ricordiamo bene. Basta rammentare ciò che è successo a Madonna di Tirano con il torrente Poschiavino! Ricordate quel ponte tappato (con la pila centrale che fungeva da sbarramento) dalla rovina di massi e alberi trascinati dalla violenza delle acque dalla val Poschiavina? Avete dimenticato forse quel gruppo di case e le vie invasate d’acqua presso quel ponte e la fiumana di acqua che si è riversata sulla statale n. 38 verso Villa di Tirano? Rammentate il sottopasso ferroviario della Via Polveriera allagato? Rammentate il ponte nuovo costruito sull’Adda e che porta in Zona Giustizia dove l’alveo non aveva spazio sufficiente per contenere la portata dell’Adda e l’acqua tracimava ai bordi? Ebbene qual’é stata la lezione da tenere a memoria per noi? Abbiamo messo qualche pezza per far sì che ciò non accada più? Fatevene un giudizio personale e pensate a un evento di pioggia d’ eccezione, magari ancor più importante di quello accaduto nell’87, come spesso capita al giorno d’oggi con il cambiamento climatico.

 

Siamo sicuri che abbiamo meditato e fatto per bene tutto quello che era necessario per evitare ciò che è capitato allora? Di certo al comune cittadino questo pensiero verrà in mente, specie a chi ha avuto danni e spaventi in quel tempo disastroso. I nostri Amministratori avranno la facoltà di dire: tranquilli, questa problematica l’abbiamo dipanata come neve al sole, orsù cittadino non agitarti per una “ fetta di brodo “, dormi tra due guanciali con il sonno di bimbo”. Io lo spero e credo che i nostri Amministratori che oltre a organizzare per bene eventi culturali abbiano in “primis” la sicurezza dei cittadini.

 

Ma il tempo di certo non si ferma, e poiché del Mondo si dice che è “metà da vendere e metà da comperare”, l’umanità procede a passi serrati in tutti i campi pensando soprattutto alle comodità del Vivere. E per vivere comodamente e senza tanti disagi occorre adattare la Natura ai nostri ritmi di Vita. Ragion per cui tanti beni che la natura ci ha elargito li “santifichiamo” con ciò che a noi fa comodo. Pieghiamo” il collo” alla Natura con l’assoluta certezza che se essa si ribellerà con catastrofi noi saremo pronti ad ogni evenienza, ce ne faremo una ragione e rifaremo il tutto nel modo migliore e ancor più bello. Chi la pensa così non sarà un “ tambèrlu ? “ ( sciocco ) !

 

Ora nel tiranese si sono avviati i lavori per la costruzione della Tangenziale. Se prima il lavori andavano forse a rilento, alcuni nostri Politici, avendo la solita bacchetta del potere e del fare, hanno detto categoricamente: la tangenziale di Tirano deve essere pronta per le olimpiadi del 2026”. E così deve essere !!  Ora mi sovviene la frase dei due poschiavini espressa con determinazione, ma anche con un poco di rassegnazione: santa alluvione dell’ 87.  Noi tiranesi potremmo all’unisono dire : Sanctificetur nomen Olimpiade  2026, poiché, mi pare di ricordare , a torto o a ragione, quarant’anni di attesa e di montagne di carta e di progetti, con un nulla di fatto se non ci fossero ora in programma  le Olimpiadi del 2026.

 

Per gli abitanti del Viale Italia e del Campone il “  terribilus locus  “ sarebbe durato per altri cento anni. Io lo credo veramente. Ma ad una fortuna, si sa che corrisponde subito una “ scalogna” e il nostro pensiero va al percorso della tangenziale che invade gran parte della zona Giustizia, quella della Ganda, della Piana di S. Bernardo e di Stazzona con “ rilevati  in terre armate “ sembranti  “ pancette grasse “ delle nostre maestose montagne, rendendo quella zona, un tempo silenziosa e fresca per la rugiada dei boschi che scendevano sino a piano, ora una zona rumorosa, di intenso traffico veicolare e quindi di scarso valore paesaggistico . Ma va bene!  Quello che è stato deciso, si farà, ma si cerchi almeno di preservare, da costruzioni la zona della piana di Villa di Tirano, unico posto dove il tiranese e il villasco possono immergersi nella quiete della campagna e passeggiare nelle belle stradine tra frescura delle antiche ronge ( canalette per l’irrigazione di prati e campi ) alimentate dall’acqua del Poschiavino.  

 

Ezio (Méngu)

 

p.s. Segue documentazione fotografica dei lavori della Tangenziale a far data 12.04.2023.   

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