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Attesa con delirio al semaforo rosso

CULTURA E SPETTACOLO - 17 08 2018 - Méngu

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Inutile protestare, con semaforo indicante rosso non si passa! In questi giorni di turismo intenso tra la Piazza delle Stazioni, il viale Italia e via Pedrotti in Tirano, ho visto scenette che solo il grande Totò saprebbe imitare.

 

Mi piace raccontare senza peraltro rivelare il nome degli attori poiché le scenette sono così belle da configurarci quali personaggi noi stessi in ogni momento. Il palcoscenico è il semaforo posto sul viale Italia lato monte. Mi sono attardato quale spettatore, in un grazioso caffè posto poco distante dal semaforo per osservare il movimento di coloro che volevano continuare la loro passeggiata superando il semaforo. Per prima cosa dirò che il tempo che trascorre tra il rosso e la segnalazione dell’omino verde con relativo cicalio , per chi attende, sembra una eternità. Per coloro che volessero controllare il tempo con un cronometro la durata di attesa è di circa due minuti. Quei due minuti di aspettativa sono densi d’un va e vieni di macchine e camion sulla statale, ma poche verso e dalla via Pedrotti. Il fracasso ritmato e snervante dei motori regna in tutta quella zona.

 

Chi è di Tirano può intendere che l’aspettativa prolungata dell’omino verde che permette il passaggio ai pedoni sul lato nord del viale è così lunga per agevolare l’intensissimo traffico sulla statale. E va bene così, ma tanti turisti non lo sanno, da qui nascono le scenette dovute all’attesa prolungata. Ho visto dei turisti giapponesi, notoriamente calmi e sereni, che nella attesa maneggiavano nervosamente il pulsante di chiamata posto sul pilastro del semaforo, prima con lieve spinta poi con furibondi colpi di pollici duri come l’acciaio, mentre il capogruppo con palo e bandiera sibilava qualcosa ai suoi adepti trattenendo a malapena il gruppo che disiderava passare oltre. Ho pensato: i giapponesi sanno essere anche Kamicaze, per loro spira il vento divino e se anche osano passare con il rosso non saranno travolti dalle auto. Ligi e pazienti però hanno atteso l’omino verde uscire dopo i famigerati due minuti di attesa. Erano in tanti e solo una parte del gruppo è potuta passare dall’altro lato poiché il cicalio dell’omino verde è cessato dopo pochi secondi. Il capo gruppo ha gridato qualcosa ai suoi seguaci divisi ormai dal crudo destino, poi si è tolto il cappello di tela marrone dalla testa, ha rivolto gli occhi al cielo e l’ha sbattuto per terra come un cencio. Temevo facesse Karachiri squarciandosi il ventre con il suo bastone quando si è inchinato tre volte per far cenno al gruppo di pazientare. In tutto più di cinque minuti per riformarsi il gruppo e procedere verso la Basilica di Madonna di Tirano.

 

Dopo alcuni minuti ecco transitare un gruppo di tedeschi. Il primo, un uomo, avvicinandosi al semaforo che indicava ancora il rosso alza la mano e dice al gruppetto: Alt ! Il gruppo attende, attende e attende ancora e poi, quello che prima ha parlato chiede in italiano a un locale :“ Semaforo Kaput?“. Gli risponde “ Nein, nein, Kaput ! “ Da fiero tedesco fissa il semaforo con due occhi di fuoco, ha la mascella tirata e quadrata, i denti sono digrignanti fino a quelli del giudizio, la bocca spalancata sembra un forno e con la mano destra estrae da tasca lentamente qualcosa. E’ il fazzoletto!!! Per un momento ho temuto che estraesse una pistola Luger P08 per annientare con gli otto colpi il semaforo rosso, ma ecco passare i famigerati due minuti e apparire l’omino verde e il gruppo tedesco passa nervosamente a passo d’oca acciaccata.

 

Quand’ecco comparire un mio amico, tiranese doc, di quelli che le mosche le acchiappano con tre dita. Il semaforo è categoricamente rosso. Lui si guarda intorno a destra poi a sinistra. Nessun vigile è presente. All’amico si uniscono alcuni ragazzi di scuola, poi due signore con il passeggino, arriva anche un reverendo che conosco e che per ogni trasgressione ne fa una tragedia. Il semaforo è inesorabilmente rosso, dell’omino verde nemmeno l’ombra. L’amico mio che fa? Si mette diritto accanto al palo del semaforo, protende le due braccia verso il basso, unisce le due mani e le chiude appena sotto la cintola, poi si dà tre potenti scrolloni su e giù con le braccia facendo ondeggiare le spalle come cavalloni in un mare in tempesta e dice: “Che palle, non transitano auto da più di un minuto verso la via Pedrotti. Ora mi sono rotto! Avanti passiamo tutti! Tutti transitano con a capo l’amico che alza, per sicurezza, il braccio sinistro facendo da “stop“ alle macchine ancora inesistenti verso la via Pedrotti. Fortuna ha voluto che nessun vigile urbano ha potuto vedere questa scenett , sennò io credo sarebbe stata multa certa.

 

L’amico, poi ripreso da me per quella scorrettezza, ha detto: “quel semaforo è troppo di lunga attesa per il traffico pedonale. Ruba tempo di vita alla gente e rende nervosi e deliranti specie quando non si vede transitare nessuna auto verso e da via Pedrotti. E’ vero, siamo passati a nostro pericolo ma ci sembrava giusto riprenderci un poco di quel tempo perso senza significato.

 

Méngu

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