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Basta con i bla, bla, bla e le volgarità

CULTURA E SPETTACOLO - 22 01 2019 - Mèngu

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/me ne frego

"Basta con i bla, bla, bla e le volgarità“. Questo dovrebbe essere uno slogan per coloro che per mestiere o per hobby parlano e ci comunicano le loro idee. Il “ bla, bla, bla “ del chiacchiericcio e la volgarità d’espressione sono virus che sembrano dilagare e aver contagiato molti. Sono virus che inducono iperattività con stati di eccitazione paranoica e che si manifestano sovente in una loquacità sfrenata e incontrollata condita da volgarità.

 

Siamo forse diventati un poco tutti logorroici, al limite dello stato di disturbo psichico? Non vi sembra? Io credo di sì. Accendete la Tv, ascoltate i mass-media, date ascolto a relatori che relazionano anche sull’aria fritta. Udite i reverendi che fanno di una parola un tema, ascoltate gli Amministratori della cosa pubblica che colgono ogni evento per farne uno show e sarete investiti da folate di parole e di notizie, sovente poco utili o addirittura inutili per chi ascolta . Siamo travolti e sconvolti da notizie, da immagini pubblicitarie e da consigli tali da sentire la prostata dolorante anche per chi ce l’ha sana come un corallo . Sì, perché quel dolore è scaturito dal cervello , si è impiantato nel basso ventre come una baionetta a causa delle parole e dalle immagini che ci hanno propinato sui video due volte nell’ambito di tre minuti per vendere quel determinato farmaco. Sono folate, di bla, bla, bla, spesso inutili che imperversano su di noi senza possibilità di scampo e per legittima difesa anche noi diventiamo logorroici e ci battiamo a colpi di ugola. Volete degli esempi più eclatanti?

 

Osservate i nostri politici, ma non solo quelli. Loro appaiono sempre presenti in ogni ambito televisivo , nella radio, sui giornali, in internet, e sono innanzi alla telecamera o al microfono a tempo indeterminato . Sono “ animali “che sanno dilatare la loro giornata lavorativa su ogni più piccola notizia o evento come una gomma da masticare e ce la appiccicano alle orecchie e sotto le palpebre tenendo conferenze , dibattiti, feste, funerali e infinite altre cose. Il luogo del loro lavoro non è più l’ufficio ma si estende alla strada, ai palcoscenici con bagni di folla, agli show ad arte per apparire come divi. Sono come camaleonti che si vestono e travestono con giacche e bluse a secondo convenienza. Sono presenti e disponibili h 24 e le loro compagne sono le nuove “martiri “. Che il Santo Padre le faccia sante perché da compagno stressato e di poca potenza sessuale c’è poco da stare allegre. Tutto questo bla, bla, bla, è un tormento per la persona comune e, io credo, supera anche quello inflitto a Sisifo se accompagnato anche da volgarità. Pazienza una parola che sfugge in una partita a carte annaffiata a calici di vino , ma sentire espressioni volgari da gente che detiene una carica pubblica o da chi ci rappresenta non è , per conto mio, tollerabile. Sento politici aggressivi che usano espressioni come il “ me ne frego “ o espressioni come “ la pacchia è finita “ .

 

Quando nel caso d’uno che ci porta sventura si usa l’espressione “ ci porta sfiga “ ( neologismo e sinonimo di sfortuna che spesso va in parallelo con l’espressione di“ ca..o “ . Oppure si sparano parole rancorose come “ infimi sciacalli “. Sono in molti a fare della volgarità un vanto e a gara a chi usa il termine più duro, pesante e sgradevole per disapprovare le idee altrui. Insomma, per non tediare chi legge, io credo che ogni persona si sarà resa conto di quello che sta accadendo, aldilà di ogni opinione politica e, se può, dia il proprio contributo per fermare questa logorrea rabbiosa e volgare che dilaga tra noi. Forse non è sbagliato dire che occorrerebbe anche risparmiare il fiato per i nostri ultimi giorni. Con questo scritto io ho dato il mio contributo poiché sono certo che leggendo queste righe avrete risparmiato parole e quindi del fiato anche se la pensate diversamente.

 

Méngu

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