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Che fine ha fatto l'educazione?

CULTURA E SPETTACOLO - 14 03 2020 - Ercole Ricci

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/macchina da scrivere

Perché le persone bene educate sono sempre più rare? E soprattutto, perché la buona educazione non è più considerata un valore, né uno strumento per facilitare le relazioni e migliorare la nostra vita sociale? 

 

In passato, le buone norme di comportamento sociale erano considerate indispensabili per il vivere civile. Pare però che, proprio in quest’epoca così avanzata e tecnologica, stiamo perdendo, man mano, una competenza che abbiamo acquisito fin dall’infanzia, talmente basilare da ritenerla quasi scontata, banale, ovvia, al punto che la stiamo scordando o, almeno, sottovalutando: la Buona Educazione. 

 

Con l'era dell'abbondanza e dell'ostentazione, invece, ha prevalso l'idea che i doveri dell'educazione siano solo imposizioni ipocrite, che soffocano la libera espressione dell'individuo. Il risultato è una società imbarbarita, dove gli atteggiamenti più frequenti sono l'ostilità e l'arroganza. Piuttosto che il sentirsi bene con se stessi e in armonia con gli altri, la condizione prevalente è quella dell'essere maldisposti, verso tutti e verso tutto. Crescono le sollecitazioni individualistiche, regredisce la cultura, avanza il protagonismo ed è concreta la minaccia di una pericolosa deriva morale, della perdita dei valori che mettono a rischio i giovani, la famiglia e la società. Sembra che i potenti mezzi di comunicazione sociale impediscano il diffondersi dei buoni sentimenti, delle buone maniere.


Tutti i giorni siamo in presenza di episodi di cattiva educazione, dall’automobilista che ignora totalmente la presenza di pedoni che cercano invano di attraversare la strada, il signore che porta a spasso il cane evitando di raccogliere i suoi bisogni, chi parcheggia sulle strisce o sul marciapiede, impedendo ai pedoni il passaggio, o peggio chi non lascia il passaggio ai più anziani costringendoli a fermarsi in un angolino.

 

Il turpiloquio viene fin troppo  (ab)usato come strumento per umiliare, opprimere e calpestare il prossimo, e ha assunto un ruolo preponderante nella comunicazione tra gli individui. Ne fanno un uso smodato certi giornalisti,  incapaci di rispettare le regole minime della comunicazione e del rispetto degli altri. Ne fa uso la politica ormai incapace di parlare di sviluppo sociale, economia, benessere dei cittadini. Ne fanno uso i nostri giovani. spesso ignari delle orribili offese che riversano contro i loro coetanei. 

 

Siamo tutti stati catapultati su internet, in questo mondo virtuale,  senza aver ricevuto un buon    educatore che ci accompagnasse per mano all'interno di questo contenitore dove, purtroppo, molto spesso ci sono persone, che per il solo fatto che si trovano dietro allo schermo di un computer, si sentono la facoltà di esagerare o dire quello che pensano o per diffamare senza pensare alle conseguenze. 


Tutto questo a mio parere rappresenta il fallimento della nostra presunta società civile e democratica, dove l’egoismo e l’inciviltà stanno soffocando la libertà e i diritti di ognuno a favore di quelli dei prepotenti.  Mi chiedo  però anche quanto di tutto ciò è colpa del nostro menefreghismo, del nostro piccolo conformismo, degli egoismi di borghesi indignati e spaventati da tutto ciò che minaccia le nostre sicurezze.

 

Ercole Ricci

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