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Don Carlo Braga: "Una vita nelle missioni, dalla Cina alle Filippine" (Parte 2)

CULTURA E SPETTACOLO - 11 05 2018 - Ivan Bormolini

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Guarito dalla malattia che lo aveva colpito, don Braga aveva partecipato alla seconda spedizione missionaria in Cina, in sostituzione di un confratello. Ritornato in Italia nell'aprile del 1919 aveva ricevuto il crocifisso missionario dal Rettore Maggiore don Paolo Albera in quel di Valdocco, il 23 agosto don Braga lasciava nuovamente la nostra nazione per essere in Cina il 29 settembre.

 

In terra cinese don Carlo, aveva diviso in due fasi la sua vita missionaria passata accanto al vescovo e martire salesiano Luigi Versiglia.

Nella prima che andava dall'anno 1919 al 1924, era stato assegnato come superiore dell' orfanotrofio San Giuseppe di Ho Sai, mentre nella seconda tra gli anni 1925 e 1929, era stato nominato rettore del don Bosco College di Shiu Chow.

 

Nel 1930, aveva ricevuto l'incarico di ispettore, in seguito alla nomina del superiore della missione padre Ignazio Canazei, a vescovo di Shiu Chow, al posto del defunto monsignor Luigi Versiglia deceduto nel febbraio del 1930.

Il vescovo Versiglia, che nella vita di don Carlo Braga aveva avuto un ruolo importantissimo, è uno dei 120 martiri della Cina, canonizzati dal Papa Giovanni Paolo Secondo il primo ottobre dell'anno 2000.

Questa figura sacerdotale salesiana, era fervente di partire per le missioni, ed era stato scelto come capogruppo dei primi missionari salesiani in partenza per la Cina. Aveva vissuto parte del suo apostolato a Macao e poi nella regione di Kwangtung, nel sud della Cina.

 

In questi luoghi aveva appunto fondato la missione dove era giunto don Carlo Braga. Mentre la Cina sprofondava in una guerra civile, verso la fine del 1930, il vescovo Versiglia si era messo in viaggio assieme a don Callisto Caravario, uno dei 120 martiri, per raggiungere i cristiani della piccola missione di Lin Chow. I due erano stati uccisi insieme da un gruppo di banditi che odiavano i missionari il 25 febbraio del 1930. ( Fonte Avvenire )

In quella data precisa, don Carlo Braga era in Italia, precisamente a Torino, in qualità di delegato al capitolo generale, quando appunto giungeva la notizia del martirio di mons Versiglia e di don Caravario.

A lui veniva affidata la commemorazione solenne che si era tenuta nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

 

Ritornato in Cina don Braga aveva dunque convissuto con la guerra civile che già conosceva e che si era protratta dal 1927 al 1937.

Sicuramente svantaggiato dalla situazione, ma non sicuramente con le mani in mano, secondo il tipico spirito salesiano, don Braga aveva assistito alla distruzione di tante opere, erette con dedizione e fatica dai salesiani.

Nonostante le difficoltà nell'esercizio del suo mandato nella regione settentrionale della Cina, don Braga nel 1941 aveva aperto cinque nuove case, di cui due in Indocina, poi occupata dai giapponesi.

 

Dal 1945 al 1949, era seguito un periodo di tranquillità, ma che in verità era l'anticamera della futura confisca, per mano del governo comunista, di tutte le opere salesiane in Mainland. Ne seguiva la prigionia dei salesiani cinesi e dei confratelli i quali, non erano riusciti a rifugiarsi nelle vicine isole.

Per tutti questi periodi difficili, il nostro tiranese don Braga, aveva sulle sue spalle e sulla sua fede, la responsabilità di fare il tutto per poter mantenere la presenza salesiana in Cina. Un periodo drammatico, dove necessitava contenere le distruzioni di ciò che di buono si era costruito ed, anche aspetto quest'ultimo non di poco conto, cercare di tutelare in ogni modo la vita dei molti salesiani che venivano arrestati e condotti in campi di concentramento.

 

Tra gli anni 1952 e 1953, a don Carlo era stata concessa una pausa, dopo il lungo mandato come superiore in Cina.

Giungeva dunque nelle Filippine come direttore della scuola tecnica salesiana Victorias, fondata due anni prima.

Va ricordato che in terra filippina don Braga ebbe modo di incontrare un altro nostro illustre missionario, Monsignor Luciano Capelli, oggi vescovo di Gizo.

Due grandi concittadini a cui nel passato come nel presente, va ricordata la grande azione missionaria che tanto ha fatto e sta facendo per quelle popolazioni.

 

Tralascio gli ultimi incarichi di don Braga, per soffermarmi sulla conclusione della fonte che ho utilizzato per redarre questa mia ricerca: “Durante i 65 anni della sua professione religiosa come salesiano e 57 come prete, don Braga è stato per 14 anni ispettore per 23 anni e visitatore per 5 anni. Don Braga è morto nel primo mattino del 3 gennaio 1971 nel collegio don Bosco di San Ferdinando a Pampaga".

 

Ivan Bormolini

 

FONTE: Don Carlo Braga “Un padre con il cuore di don Bosco”. Documentazione su don Carlo Braga raccolta dal salesiano don Vasco Tassinari ( 1914- 1995 ) stampato nel mese di ottobre 2011 dalla Tipografia Polaris Sondrio. Anche le fotografie pubblicate appartengono alla stessa fonte.

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