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Due passi nella storia di piazza della Basilica

CULTURA E SPETTACOLO - 27 04 2018 - Ivan Bormolini

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(Di Ivan Bormolini) Circa un anno fa per volere dell'attuale amministrazione comunale si era dato il via ad un progetto di riqualificazione di piazza della Basilica a Madonna di Tirano. Buona l'idea di creare un passaggio pedonale che permette ai cittadini, ai turisti ed ai pellegrini di raggiungere dalla via Elvezia la piazza e il sontuoso santuario.

 

Recentemente sono partite altre opere, attualmente ancora in fase di avanzamento verso via Rasica. Va detto che l'angolo di piazza, dove le stesse sono state già completate, appare consono e ben si sposa con il contesto storico ed architettonico di questo meraviglioso angolo di Madonna di Tirano.

Certo è che vedere ancor oggi una parte di parcheggi a striscia blu al cospetto del monumento sacro, non è una bella visione poiché il tutto mal si addice con i lavori appena realizzati.

Tempo al tempo, un giorno magari si vedrà questo luogo definitivamente privato dal traffico veicolare.

 

La futura realizzazione della tangenziale di Tirano, certamente, contribuirà a far diminuire il traffico sull'attuale Statale 38 che fiancheggia il santuario, ridonando così all'intero contesto un ulteriore valore aggiunto. Lo priverà almeno in parte, di quell'inquinamento acustico che spesso disturba  le sacre funzioni ed il raccoglimento dei fedeli in preghiera al cospetto della Patrona della Valtellina.

 

Per compiere questo viaggio nella storia di piazza della Basilica, ho deciso di iniziare da viale Italia, già viale Vittorio Emanuele. Partendo da Tirano e percorrendolo, non può sfuggire come questa strada inquadri perfettamente la piazza ed il maestoso campanile della Basilica. A suggerirne la realizzazione ed il tracciato, era stato il nunzio apostolico presso gli svizzeri Federico Borromeo durante la visita del 1664. Il prelato aveva immaginato un percorso non esclusivamente di senso estetico, ma in grado di accompagnare il pellegrino passo dopo passo, in un tragitto religioso dove ben visibile fosse la meta.

 

La strada era divenuta viale nel 1805, ed il definitivo assetto risale ai primi del 900.

La piazza era stata concepita per dare una degna cornice al tempio e per delimitare l'area sacra che racchiude la terra benedetta dell'Apparizione.

La sua definitiva sistemazione risale al 1734, con la costruzione di 58 botteghe lungo i lati, questa realizzazione era opera di Gerolamo Cattaneo di Caneto ( Valcamonica).

Nelle intenzioni originali l'intero contesto della piazza, oltre a privilegiare l'ordine estetico, doveva fungere anche da spazio per pratiche devote e per il raduno dei pellegrini che potevano trovare ospitalità presso l'Hostaria granda, ovvero l'attuale palazzo San Michele.

 

Ora l'intera area va vista anche in un contesto commerciale. Già dal 1514, su istanza di alcuni tiranesi, le Tre Leghe avevano concesso di organizzare una fiera proprio in questo luogo e nelle zone circostanti. La storica fiera di San Michele, per molti anni richiamava attorno al santuario numerosi venditori e acquirenti provenienti da varie d' Italia ed parti d'Europa.

Per l'occasione, ricordo che la rassegna fieristica era arrivata a durare ben quattordici giorni, oltre alle botteghe in muratura già esistenti, si allestivano altre bancarelle in legno, mentre per il bestiame  era predisposto un grande spazio a nord del santuario. Il famoso pra di feri, si riempiva di ovini, bovini e cavalli provenienti dai più rinomati allevamenti.

 

Dunque la piazza era divenuta luogo sacro e luogo di floridi commerci, anche oggi seppur in modo notevolmente minore è ancora così ed il tutto costituisce la caratteristica di questo luogo.

Lungo il perimetro della piazza vi sono diverse costruzioni: Qualche antica casa, ci ricorda ancora la presenza delle storiche botteghe, ed è bello che nei secoli i portali d'ingresso delle abitazioni, abbiano conservato le date di costruzione di questi edifici, perennemente impressi nella pietra.

 

Le case sul lato nord, a partire dai primi decenni del Seicento, erano state per anni sede dei due cappuccini addetti al santuario. Uno di questi aveva la mansione di custode dei sacri arredi, e l'altro di penitenziere. Quest'ultimo nel secolo successivo si era trasferito nel palazzetto poco lontano denominato ancor oggi la casa del Penitenziere e sede del Museo Etnografico.

Si nota infatti che il palazzo, come reca la data sull'architrave del portone d'ingrasso, era stato edificato nel 1749.

Sul lato apposto alla facciata troviamo l'imponente fontana con vasca monolitica. Recentemente quest'opera che ben si sposa con l'intero contesto, è stata al centro di interventi di restauro che hanno riportato a piena luce i dipinti che soprattutto ne caratterizzano la volta. La fontana era stata eretta nel 1780 su disegno di Gabriele Longhi.

 

Rimanendo al centro della piazza, al cospetto della facciata e del magnifico portale d'ingresso del santuario, opera dello scultore Alessandro Della Scala, possiamo ammirare il già citato palazzo San Michele di proprietà del comune di Tirano. Si tratta di un edificio davvero imponente, il suo nucleo principale era stato realizzato nei primi decenni del XVI secolo. A dirigerne i lavori erano stati capimastri ticinesi.

Varcato il portone d'ingresso notiamo il bellissimo cortile ed il porticato, davvero luoghi che richiamano le antiche modalità di costruzione di quel periodo.

Un tempo come già detto, il palazzo era ad esclusiva disposizione dei pellegrini, visitatori e commercianti, questi ultimi particolarmente numerosi al tempo delle fiere, ed il tutto era gestito dai locatori amministrati dai deputati del santuario.

 

Nei primi decenni dell' 800  il palazzo era divenuto un vero e proprio albergo, affidato dal comune al locatore mediante il meccanismo della gara d'appalto.

Agli inizi del 900 e sino verso il 1960 questo si era trasformato nella caserma del Comando della Guardia di Finanza. E' un vero peccato che durante i lavori risalenti agli anni settanta del secolo appena passato, si siano distrutte due intere ali dell'edificio.

Dopo le ristrutturazioni risalenti al 1983, questo luogo aveva ospitato i custodi del santuario ed un centro di formazione per giovani portatori di handicap. Oggi vi trova sede la Cooperativa San Michele.

Fa parte del repertorio storico della piazza anche il famoso Trenino Rosso del Bernina che transitando, sin dal 1906, offre a numerosi turisti un immagine del santuario e contribuisce a farlo conoscere nel mondo.

 

Ora guardiamo l'intero contesto oggi: non ci si più certo esimere dal dire che in alcuni punti la pavimentazione necessita di interventi urgenti al fine di ridonare un miglior decoro urbano. Nel 1951, era poi stato realizzato dai frati dell'ordine dei Servi di Maria, custodi del santuario dal 1923 al 1973, il famoso palazzone noto come Casa del Fanciullo. E' evidente come  questa struttura, che la diocesi di Como ha rilevato qualche anno fa, mal si sposi con l'intero contesto storico ed artistico della piazza. Si spera che nel tempo la stessa, trovi una consona destinazione d'uso e si affronti qualche intervento di migliorie estetica.

Vi lascio alle fotografie storiche e quelle di oggi.

 

Ivan Bormolini

 

FONTE: “La Madonna di Tirano” Monumento di fede di arte e di storia: Autore Gianluigi Garbellini. Finito di stampare nel mese di giugno 2004 dalla Tipografia Polarsi Sondrio.

 

FONTI FOTOGRAFICHE: I “Giardinetti” di Alma. Autrice Alma De Piaz. Finito di stampare presso la Tipografia Bettini Sondrio nel marzo 2006

Tirano in cartolina. A cura di Enzo Brè e Michelino Falciani. Finito di stampare nel luglio 2001 dalla Tipografia Petruzio Tirano.

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1 COMMENTI

28 04 2018 06:04

littlemia

Leggere questo articolo e vedere le vecchie foto mi ha ricordato la storia della mia defunta madre che ci raccontava di quando era una domestica della famiglia del macellaio in Piazza della Madonna. Mia madre Santina Merlo è nata nel 1923, come tante povere ragazze dell'epoca che sono state mandate a lavorare come una "Serva" per famiglie benestanti. Non aveva niente di bello da dire sulla famiglia - la figlia più giovane (che era molto più giovane di Santina) le avrebbe detto "tu sei la mia serva e farai come ti dico". Il suo solo tempo libero dal lavoro era domenica pomeriggio quando avrebbe fatta la lunga camminata di ritorno a casa sua a Ragno con un pacchetto di biscotti rotti (erano più economici) dalla pasticceria Garbellini. Santina è morta 2 anni fa, ha sofferta di demenza da molti anni ma non ha mai dimenticata il tempo a lavorando per la famiglia del macellaio. per favore scusa la mia grammatica - l'inglese è la mia madre lingua !