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Giovanni Battista Marinoni, la città ci parla di lui

CULTURA E SPETTACOLO - 24 10 2019 - Ivan Bormolini

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/La facciata di palazzo Marinoni
La facciata di palazzo Marinoni

LE ORIGINI DELLA FAMIGLIA MARINONI A TIRANO

(Prima parte, di I. Bormolini) Una delle piazze principali di Tirano, come si evince dalle cartoline dei primi del Novecento, era già intitolata a Giovanni Battista Marinoni.

Nella storica piazza Cavour, l'elegante palazzo del Municipio era stato, in epoche passate, dedicato a questo illustre personaggio. Nella splendida sala del consiglio comunale troviamo una lapide commemorativa che dice: “Giovanni Battista Marinoni - Parroco di Tirano - Avaro per sé - Prodigo per questo paese - Nell'anno 1656 legò - al Santuario dote generosa - Al popolo nuove scuole - Al Municipio queste splendide sedi”.

 

A Madonna di Tirano, la sede della scuola primaria, il cui primo suono della campanella risale al 22 novembre 1912, dal 2006 porta il suo nome.

Pochi passi e siamo in piazza Basilica; appena lasciata la stessa, basta incamminarsi verso l'inizio di via Rasica, per trovare il palazzetto Homodei Marinoni, oggi di proprietà Garbellini.

Anche in questa storica ed elegante costruzione, una lapide ci ricorda che il Marinoni vi aveva abitato dal 1638 al 1656, evidentemente sino alla sua morte avvenuta il 24 gennaio di quello stesso anno. Questo sacerdote all'atto del testamento lasciava alla chiesa della Madonna di Tirano, la casa stessa e le sue vaste pertinenze.

Peccato che non vi sia più nessuna traccia che ci ricordi il suo luogo di sepoltura. A tal proposito dopo il solenne funerale, Marinoni veniva sepolto in Santuario nelle vicinanze della cappella dell'Apparizione. Non si sa che fine abbia fatto questa sua ultima dimora terrena e con questa è sparita anche un' eventuale lapide che sarà sicuramente stata realizzata.

 

Ora è giunto il momento di descrivere questo personaggio, le origini della sua famiglia, il suo ampio impegno nella questione contro gli invasori Grigioni, la sua figura di rettore del Santuario, di parroco di San Martino e la fondazione da lui voluta della “Scuola Marinona” o “Scolastica.

Sarà questo un viaggio piuttosto lungo, viste le tante vicende che hanno visto come protagonista Giovanni Battista Marinoni, oggi e domani proponiamo le prime due parti, le altre puntate saranno pubblicate a partire dalla prossima settimana.

Il cognome Marinoni a Tirano, appare per la prima volta in un documento presente nell'archivio della parrocchia di San Martino.

Si tratta di una pergamena registrante un atto di vendita a discendenti di Zanni de Marinonibus, rogato dal notaio Giovanni de Taioncello di Tirano in data 3 gennaio 1461. Il tutto riferisce di una compavendita di “terra campiva” alla Ganda.

L'ampia e dettagliata ricerca condotta dallo storico tiranese William Marconi, ha fatto emergere un secondo documento, questa volta nell'archivio di Madonna di Tirano. Da questo si appura che un Marinoni, residente a Tirano, proveniva da Foppolo in provincia di Bergamo.

 

Siamo nel 1501, esattamente il 7 aprile, quando si citava un certo Michele fu Giovanni de Marinonibus di Foppolo, quale investitore.

Altri documenti o atti, inerenti ai Marinoni a Tirano risalgono al gennaio 1534, al luglio dello stesso anno, al maggio 1546 ed al novembre 1576.

tutti questi costituiscono la prova, che stiamo parlando sempre dei Marinonibus giunti da Foppolo, ed indicano che i componenti di questa famiglia si erano formati una solida posizione economica.

Questi, compravano, affittavano livelli e immobili, per i quali avviavano vertenze con i proprietari confinanti.

E' chiaro dunque che questi Marinonibus, sin dal loro arrivo nel borgo tiranese avevano concluso molteplici affari.

A prevalere con ampio successo era stato Giovanni Pietro, figlio di Lorenzino de Marinonibus di Tirano. Questi era uno spadaro con bottega in Tirano e abitazione alla “Folla”, quindi a Madonna. Giovan Pietro con la sua attività e lavoro in altri paesi e addirittura stati aveva accumulato molte ricchezze, per altro senza alcun aiuto del padre.

Il timore che i suoi beni potessero essere divisi con il fratello, sacerdote Filippo e le sorelle, e quindi sottratti alla famiglia che lui aveva costituito nel frattempo, lo avevano indotto a prendere una decisione del tutto particolare.

 

Sottoscriveva col padre Lorenzo, una transazione con la quale lo stesso padre gli rimetteva i beni che egli aveva accumulato, per il prezzo di 609 lire imperiali, in parte versati in contanti ed in parte da conguagliarsi con la dote di mamma Lucrezia, con latri patti di dettaglio. Il tutto era registrato in data 8 giugno 1581.

dal 1608 dopo la sua morte, iniziavano le beghe tra gli eredi, ovvero i figli di Giovannni Pietro: Tranquillo, Giovanni Pietro, Lorenzo, il nostro Giovanni Battista e le sorelle Aurelia, Camilla e Orsola.

Era in ballo una grossa somma di denaro e tra i beni materiali figuravano anche diverse armi. Le pratiche erano continuate anno dopo anno sino a giungere al 1611, anno in cui Giovanni Battista, assegnava al fratello Tranquillo alcuni suoi crediti dovendosi assentare per motivi di studio.

Ecco dunque alcune vicende, che ci raccontano le origini della famiglia Marinoni a Tirano. Domani nella seconda parte entreremo nel vivo delle vicende inerenti al dottore sacerdote Giovanni Battista Marinoni.

 

(Fine prima parte, domani la seconda)

 

FONTE: per la parte storica, “La Chiesa di San Martino in Tirano”. Autori Gianluigi Garbellini e William Marconi. Stampa: Finito di stampare nel mese di dicembre 1999 dalla Tipografia Bettini Sondrio.

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