I vincitori non riportano vergogna

La vergogna non tocca i vincitori. La frase celebre di Macchiavelli ce lo insegna: ”Coloro che vincono, in qualunque cosa vincono, mai non ne riportano vergogna“.  

“Guai ai vinti”, gridò il condottiero Brenno con braccio alzato ai Romani dopo lo scempio di Roma. Nulla o poco è cambiato da allora. I vinti hanno sempre torto e i vincitori sempre ragione. Con il vincitore tutti si affollano intorno al suo carro per salirvi. E’ uno sport da tempo immemorabile sia nella guerra che nella politica  e nell’economia.

Insomma,  i vincitori non provano mai nessuna vergogna per le azioni  o fatti commessi allo scopo di ottenere la vittoria. Di più le loro azioni passano alla storia come guida e traccia per i posteri allo scopo di ottenere altre vittorie o consensi. Ai nostri giorni la parola “ vergogna “ nel suo significato più profondo,  cioè il disagio e il turbamento interiore quando nella nostra coscienza ci rendiamo conto di aver agito in maniera disonorevole, sembra sfumare in mille giustificazioni.

Aver smarrito il “ tarlo “ della vergona nel nostro animo è come aver reciso le radici ad una pianta di fiori. Chi non prova il giusto sentimento della vergogna per aver agito  senza pudore  e senza rimorso spesso non sa distinguere il bene dal male. Lo spudorato  è molte volte vincitore a danno degli umili e dei buoni, è  come la zecca che succhia il sangue sin che gronda essa stessa.

Che dire di certi spettacoli sconci che si vedono in televisione e di certe ostentazioni per strada? E’ un insulto all’altrui persona. Non guardare? E come è possibile camminare per strada con gli occhi bendati? Purtroppo la perdita del sentimento della vergogna è un tutti noi , nelle piccole e grandi cose o azioni. L’apparire ad ogni costo e in ogni modo ci giustifica e uccide quel tarlo critico nel nostro animo, regalo infinitamente grande, che Dio ci ha fatto. Provare vergogna per azioni nefaste commesse è un segnale dell’animo che ci aiuta a avere virtù e onore.  

Méngu