Il cammino Mariano delle Alpi, una straordinaria esperienza tra storia, tradizione e fede
CULTURA E SPETTACOLO - 17 07 2020 - Ercole Ricci
Certo possiamo camminare sotto casa, in un parco, su una collina o lungo un torrente, ma camminare sapendo di ricalcare una traccia antica lunga la quale hanno camminato prima di noi generazioni di coloro che hanno costruito il mondo valtellinese, pietra su pietra, casa su casa, che regala panorami e paesaggi di commovente bellezza è un’altra cosa. Questa traccia vive in valtellina, c’è l’abbiamo fuori dalla porta e aspetta solo di essere visitata, di essere percorsa. E’ il sentiero del Cammino Mariano delle Alpi. Un itinerario che non ha bisogno di “punti di interesse” nel senso che il percorso stesso è uno spettacolo che merita di essere assaporato passo dopo passo, soffermandosi sugli scorci che si aprono lungo il sentiero, attraverso il quale si possono conoscere i luoghi nella loro vera dimensione spazio-temporale. Percorrerlo è l’opportunità di fare un cammino attraverso vari livelli, dal naturalistico, allo storico, al devozionale, che sussurrano echi di un mondo lontano. Un sentiero di particolare interesse per chi ama unire al piacere della camminata la curiosità per la storia, per capire cosa vuole ricordarci. Antiche mulattiere, strade selciate, piccoli borghi, rupi o vecchie case abbandonate, terrazzamenti con filari di vigneti, dove si respirano le tracce della storia della Valtellina e si vedono incredibili panorami che sembrano usciti da un quadro di Monet, lontani mille miglia dal turismo di massa. Il viandante ricorda tutto, anche i volti dei passanti incrociati per pochi secondi, anche le istantanee mutazioni del cielo, ricorda i dettagli e non perde il quadro d’insieme. Zaino in spalla, scarpe comode sono la premessa di un’avventura entusiasmante Il tutto condito da una spiritualità, insita in questo territorio, capace di coinvolgere più intimamente i pellegrini e di accompagnarli in un cammino emozionante di anime, dove i pensieri, passo dopo passo, vibrano all’unisono con il respiro di quei luoghi dal sapore remoto e misterioso. Un avventura condivisa con Enrico, di Lecco e Marco, componente dell’Associazione CammIKAndo nel ruolo di accompagnatore. Iniziata alle ore 11 di martedì 14 luglio 2020 con l’arrivo in pullman a Teglio, dove grazie all’ospitalità, professionalità e accoglienza del titolare del Bar Sport abbiamo potuto godere di un gustoso tagliere di prodotti tipici locali, un buon bicchiere di vino, un ottimo gelato ed un caffè. Alle ore 13,00 dopo una breve sosta davanti alla chiesa di Sant’Eufemia, interessante dal punto di vista artistico e spirituale, inizia il cammino. Una tappa lunga 11 km che ripercorre la storia di una piccola parte della provincia di Sondrio. Il filo conduttore di tutto il percorso è sempre lo stesso: il culto della Beata Vergine di Tirano, luminoso esempio di fede popolare meta di fedeli provenienti da tutta l’Europa. proclamata “speciale patrona celeste di tutta la Valtellina”da papa Pio XII nel 1946. Seguendo le apposite indicazioni dell’itinerario siamo giunti al bellissimo antico nucleo rurale “La Curta”, nel comune di Bianzone, immerso nei filari vitati del versante retico (530 m). Straordinario il passaggio in mezzo ai vigneti che sovrastano Bianzone e Villa di Tirano e l’arrivo alla millenaria chiesetta di Santa Perpetua, il piccolo xenodochio sul balcone naturale all’imbocco della valle di Poschiavo, sorto a lato dell’antica via del Bernina, interessante per la struttura architettonica, integrata in modo originale nell’ambiente naturale, e per le pitture absidali medievali venute alla luce nel 1987, raffiguranti gli apostoli dagli spiccati tratti bizantineggianti rievocanti il medioevo. Erano le 16,30 quando attraverso il ripido sentiero, attraversato il ponticello, abbiamo raggiunto il meraviglioso Santuario della Beata Vergine di Tirano, il più bell’esempio del Rinascimento in Valtellina, ricco di stucchi e sculture, conserva, all’interno, un colossale organo, preziosa opera di intaglio iniziata nel 1608 del bresciano Giuseppe Bulgarini e completata nel 1638 dal milanese G.B. Salmoiraghi. Al termine della tappa ci è stato concesso un attestato di percorso che esprime lo spirito dell’esperienza vissuta e la Benedizione del pellegrino del Rettore del Santuario don Gianpiero Franzi. Qual è la vera ricchezza del Cammino Mariano delle Alpi? La ricchezza di tutti i cammini è senza dubbio quella di saper raccontare storie. Il nostro racconta la vita degli abitanti del luogo che hanno vissuto un mondo lontano da noi, ci parla della storia di un territorio dalla forza e dalla bellezza straordinaria. Un Grazie di cuore a Marco per la sua disponibilità assolutamente gratuita non solo nei confronti di Enrico e lo scrivente ma anche di coloro che come noi volessero vivere questa esperienza e al titolare del bar che unitamente ad altri locali di Teglio e di Tirano ha deciso di stipulare una convenzione con L’Associazione CammIKAndo, con la quale ha espresso la volontà di voler collaborare in maniera continuativa.
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