Il capolinea

“Signori, la corsa è finita si scende, siamo al capolinea” con voce roca comanda l’uomo nero. “Di già?” rispondono in coro i passeggeri del tram della Vita.

“No, noi non scenderemo ! Abbiamo ancora molte cose da fare, dice il portavoce dei passeggeri. Tutti gridano all’unisono: “No, non scenderemo ! Alcuni di noi sono giovani, altri hanno i figli piccoli, altri hanno la moglie giovane, altri ancora hanno affari importanti in corso, altri hanno ricchezze che vogliono godere, altri sono importanti industriali, alcuni di noi sono politici di fama, altri sono alti prelati, altri ancora potenti uomini di stato altri... no, noi non scenderemo!! Vogliamo fare un ‘altra corsa, pagheremo la corsa quanto vuoi. Per favore riparti con il tram della Vita !”

“Poche storie , su, su, scendete dal tram, il vostro giro è finito, ora tocca ad altri. Voi tutti siete arrivati al capolinea! Questo pensiero mi è passato per la testa quando ho letto la scritta sopra il cancellone del cimitero. ! Si , ora tocca anche a me , a tutti noi che ancora ci reggiamo sulle nostre gambe con il battito di cuore. Sono entrato con un ampio segno di croce , poi ho guardato molte fotografie poste sulle ordinate tombe e un sipario si è aperto nella mia mente. Guardando i loro visi nelle fotografie, nella mia mente mi sembrava ancora di sentire le loro parole, vedere il sorriso sui loro volti, parte del loro vissuto. Il silenzio e il ricordo di quelle persone mi donava pace.

L’uomo nero, in quel momento, non mi faceva più paura, mi era amico. La sua voce che sussurrava in me mi donava una calma, una tranquillità, una serenità nuova. Forse è vero che i morti pensano e aiutano i vivi così come noi rammentiamo i nostri cari defunti pregando per loro o donando dei fiori. Sono uscito dal cimitero più sereno, lasciando alle spalle la scritta sopra il portone contento e sereno d’aver “ usato pietà “ con cuore sicuro che “ altri di me un dì ne avrà. “

Mèngu