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Il "delirio" di Filippo

CULTURA E SPETTACOLO - 01 01 2021 - Ezio (Méngu)

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/Allegoria della Giustizia (pesa con il bilancino e punisci con la spada)
Allegoria della Giustizia (pesa con il bilancino e punisci con la spada)

Il termometro esterno alla baita segnava 8° gradi sotto zero. La notte era stata fredda con un vento gelido da nord che aveva sollevato una grossa “duna” di neve sull’uscio della porta. Sui vetri della finestra della baita la natura aveva disegnato i fiori del freddo, conosciuti dai nonni nelle loro fredde stanze e quasi per nulla dai giovani d’oggi . Dai quarantenanti la prima ad alzarsi fu Lorenza. Infreddolita accese la stufa, poi il camino e preparò il caffè. Gianna e Maria si svegliarono con il sibilo della caffettiera. Pregarono Lorenza di portare loro del caffelatte in camera. Nella baita la temperatura era prossima allo zero. Filippo, Mario e Giacomo si erano accucciati nei loro sacchi a pelo sulle brande in un locale del sottotetto. Le ragazze, fatto colazione, ricaricato il camino con quasi una gerla di legna avevano poi deciso di svegliare i loro compagni. Gianna salì in solaio, apri di scatto la porta con un sonoro e allegro: “ sveglia, sesso forte, che sono le 10 del mattino!  “ . Diede un rapido sguardo nel locale e, tra l’ordine sparso dei vestiti, vide solo due sacchi a pelo gonfi . Erano quelli di Mario e Giacomo, quello di Filippo era floscio più d’un fico secco.  Chiese ai due assonnati : “Filippo è in bagno?“.   I due si alzarono di botto come presi da timore. Il motivo c’era. La sera i tre infreddoliti si erano accucciati nei loro sacchi a pelo. Avevano notato che Filippo era irrequieto. Lo avevano visto , per l’intero pomeriggio , accanto al camino leggere un libro che narrava, per filo e per segno, il  famoso processo tenuto a Norimberga dopo la fine della seconda guerra mondiale. In quel processo furono giudicati Capi militari e  Politici artefici di delitti contro l’umanità.  Durante la notte, Mario e Giacomo avevano sentito Filippo parlare nel sonno in modo concitato, ma stanchi e infreddoliti avevano ripreso subito sonno. Dove poteva essere andato Filippo ?  Lorenza disse: “Fuori dalla baita, mai più. Il vento di questa notte ha accumulato una spessa coltre di neve fuori della porta bloccandola. Non si apre nemmeno con forte spinta, dovreste spalare la neve all’esterno. Avete guardato in bagno ?” Tutti e tre si precipitarono nel corridoio dove c’era il bagno. Bussarono, aspettarono un poco poi  Mario spinse la porta. Videro Filippo seduto sulla tazza, pantaloni del pigiama sulle ginocchia.  Aveva il viso di carta pecora, gli occhi freddi e taglienti,  le mani bianche e irrigidite. Alla domanda: “come stai Filippo “ , nessuna risposta se non un flebile lamento simile ad un singhiozzo. Subito lo vestirono e lo portarono quasi di peso giù in cucina accanto al focolare. Dopo aver bevuto una tazza di latte caldo con del miele si riprese un poco e borbottò debolmente :  “ I Capi  saranno tutti giudicati per delitti contro l’Umanità così come successe a Norimberga”. I cinque tutti intorno a lui con fare premuroso temendo che stesse delirando gli chiesero;  “ Come ti senti ora ? Scaldati le mani e i  piedi,  così prenderai un poco di colore. Ci hai fatto spaventare, cosa ti è successo ? “  Rispose con occhi smarriti. :  Li ho visti in faccia, uno per uno !  Molte volte alla televisione.  Quei bulli erano seduti sui banchi degli imputati senza mascherina. Sul viso avevano il riso classico che hanno i superuomini.  Il loro sguardo verso l’assemblea degli uditori era di compatimento, così come il ricco egoista guarda il pitocco. Una grande folla ai lati dei banchi degli imputati avevano il braccio desto e l’indice puntato verso gli imputati. Con la mascherina fin sotto gli occhi gridavano  : “ Siete voi i colpevoli, voi siete quelli che nelle piazze affollate gridavate che il virus era una bufala,  siete colpevoli perché rinnegavate l’uso della mascherina per difendersi dal  morbo e avete dato il   cattivo esempio con mille “movide” pregne di sudori,  di balli inebrianti. Voi avete contribuito a spargere i germi del  Coronavirus nell’aria così come i semi di fiori di tarassaco si disperdono nell’aria con il vento di tramontana. Ora c’è una  “grande mietitura “di vecchi, di tutti coloro che sono malmessi fisicamente. Sono loro che pagano il  conto della vostra  scelleratezza”. I compagni posero a Filippo una tazza di vin brulè dicendogli : “ Su bevi, ti scalderà il corpo. Bevi subito , bevi e tranquillizzati , ormai tutto è passato “ . Rispose Filippo “ No, niente è passato, tutto ha da venire. Quando il Coronavirus sarà scomparso ogni Nazione avrà un tribunale speciale, come a Norimberga,  dove i giudici faranno la conta dei morti innanzi agli imputati noti al popolo  per le loro trasgressioni e affermazioni. I giudici saranno severi giustizieri nei confronti di coloro che hanno rinnegato quel male dilagante e dato il cattivo esempio pubblicamente”.  D’un tratto Filippo si afflosciò come un cencio accanto al camino. Subito lo portarono in una stanza calda e lo misero a letto. I cinque tornarono in cucina, sedettero intorno al grande tavolo in silenzio. Lorenza, dopo aver sorseggiato una tazza di tè disse ai compagni : “ Il delirio di Filippo  mi preoccupa. Forse è la febbre che lo ha fatto parlare  così ? “. Nessuno dei compagni rispose. Quella sera, accanto al focolare, rimasero sospesi nei loro pensieri.

 

Ezio (Méngu)   

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