La gente di montagna così rideva: "Un uomo curioso da morire"
CULTURA E SPETTACOLO - 19 10 2021 - Ezio (Méngu)
Il massimo della curiosità è il voler morire per sapere cosa c’è dopo la morte. Bortolo era un uomo tutto famiglia, casa e chiesa ma avere un difetto: era curioso da non credere. Quel giorno spinse la sua curiosità al limite e disse al suo parroco “vorrei morire all’istante per vedere o sapere come è la nostra esistenza dopo la nostra morte terrena”. Bortolo sapeva quasi a memoria le Sacre Scritture, sapeva che nell’aldilà ogni male scompare e si vive eternamente e beatamente, ma secondo lui qualche cosa non quadrava. Il sospetto glielo aveva messo il prete quando, dopo le mille domande di Bortolo sull’argomento, gli aveva risposto:” Il Padre Eterno vede ognuno di noi in questa vita e poi provvede nell’altra, però come fa non ti so dire”. Quel “non ti so dire “incendiò la curiosità di Bortolo. Quella notte non dormì e dimenticò persino di accudire le sue bestie nella stalla. Il suo mestiere era quello del contadino e lo sapeva fare bene. Sapeva che se voleva ottenere un buon raccolto doveva concimare i suoi campi, strappare le erbe infestanti, bagnare con i tempi giusti e altre mille cose. Il suo motto era: “ ora et labora, ossia prega e fatica “ e disdegnava i fannulloni e gli arrivati “ nella vigna del Signore “ . Un giorno lesse su un giornale un articolo il cui argomento principale era la così detta “pre-morte “. Alcune persone, dopo essere state colpite da malattie o incidenti e che erano state dichiarate dai medici clinicamente decedute come per miracolo erano tornate in vita. Nel loro stato di “ pre-morte “ e dopo essere ritornate in vita, queste persone ricordavano e raccontavano di aver vissuto delle cose incredibili. Dicevano di avere visto il loro corpo dall’alto steso sul letto, mentre i medici si affannavano per riportarlo in vita. Affermavano di sentire le voci del medici, insomma di vedere ciò che stava succedendo tutto intorno nella camera operatoria. Alcuni affermavano di essere trascinati in un vortice luminoso e di vedere nel fondo di un tunnel una luce intensa, diafana che dava loro serenità, pace e un benessere inimmaginabile su questa terra. Alcuni che erano ritornati, per così dire in vita, raccontavano d’essere dispiaciuti per aver perso quello stato meraviglioso di luce e di pace. Queste letture scatenarono ancor più in Bortolo la curiosità. Ma come avrebbe potuto fare Bortolo ad essere posto in quelle condizioni di salute così precarie ed essere sicuro di tornare poi in vita e di raccontare ciò che aveva visto? La curiosità gli scoppiava in petto. Il problema era che Bortolo aveva un fisico eccezionale, mai una malattia. Nella sua vita il suo unico dolore fisico fu un mal di denti intempestivo causato da uno svarione: aveva scambiato un ciottolo alluvionale per una noce. Per “grazia” ricevuta il 30 settembre del 1972 Bortolo ebbe modo di coronare il sua curiosità. L’amico Ettore era tornato dai boschi di Trivigno con un grosso cesto di funghi. La metà li aveva regalati a Bortolo e l’altra metà li aveva portati a casa, ma la moglie di Ettore guardandoli gli disse: “questi funghi sono velenosi, li butto in pattumiera. “ L’amico si scordò di avvertire Bortolo che i funghi che gli aveva regalato erano velenosi ( boleto satanas) e lui li fece in padella la sera stessa, poiché li aveva scambiati per funghi porcini ( boletus edulis) . La notte stessa Bortolo fu colpito da forti dolori di mal di pancia e durante la notte perse i sensi. Lo trovarono al mattino con le “palle degli occhi rovesciate “ e con la bava alla bocca. Lo portarono subito all’ospedale, ma i dottori scossero la testa e lo lasciarono in pace su un lettino in una stanza. Per i medici era spacciato. Non sapevano però del fisico eccellente di Bortolo. Dopo un paio d’ore una bella infermiera aprì la porta della stanza dove giaceva l’avvelenato da funghi. Lo guardò. Era giovane e ben muscoloso, sembrava impossibile che la falce della morte potesse mietere quel corpo giovanile e poderoso. La bella infermiera lo scoprì dal lenzuolo bianco che lo copriva per esaminare se il suo corpo fosse freddo. Lo toccò ed ecco che in una parte del corpo che qui tralascio di descrivere, di botto si mosse. Bortolo era ancora vivo. L’infermiera chiamò subito i dottori e dopo due ore Bortolo era seduto a cavalcioni sul letto e beveva una tisana. Dunque Bortolo aveva vissuto l’esperienza della pre-morte e poi era tornato in vita. La sua volontà aveva soddisfatto la sua curiosità. Fu dimesso il giorno dopo e la sera stessa incontrò il parroco che gli chiese cosa era successo. Bortolo di botto disse: “ho visto tutto e so cosa c’è nell’aldilà”. Raccontò di aver visto i dottori in ospedale disperarsi per la sua morte, e anche il momento in cui la bella infermiera gli tolse il lenzuolo e lo toccò per vedere se il suo corpo fosse quello di un cadavere. In quei momenti lui aleggiava sopra il letto come un angelo e stava bene in anima e corpo. Raccontò di essere entrato nel tunnel di luce, di averlo percorso interamente sino ad arrivare in una vasta pianura luminosa dove vi erano miliardi di miliardi di piccole buche e in ogni buca una biglia luminosa. Quelle biglie erano lo spirito del morti del Mondo, dall’inizio dell’Homo Sapiens fino ai giorni nostri. Ebbe modo, in una frazione di secondo, di contare quelle biglie, piene di spirito, nelle buche. Ne contò cento miliardi e tutte quelle anime in quella spianata aspettavano la resurrezione della carne promessa. Di condannati a non risorgere non ne contò nessuno, poiché la misericordia Divina aveva approvato il detto: “ Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scordiamoci il passato, siamo tutti in Paradiso “. Tutti quegli spiriti, ora biglie luminose, aspettavano di essere risorti nella nostra vecchia e cara terra, che da luogo penitente sarebbe diventato luogo di felicità. Ma nel sottofondo sentì una voce alternativa, polemica e contraria che giungeva dalla Terra e diceva: “sono il “Felpato “ e sono per il no- migranti. La terra ha già 7, 8 miliardi di persone in carne e ossa, se risorgeranno tutti i cento miliardi morti da quando è nato l’Homo Sapiens dove potranno stare sulla Terra? O Creatore nostro, forse il problema del “crescete e moltiplicatevi”, Ti è sfuggito di mano e nel giardino dell’Eden saremo troppo stretti. Con Te dobbiamo aprire un tavolo di trattative e trovare una soluzione più idonea all’uopo. Ormai siamo in troppi e la situazione sembra fuori controllo”. Vi fu silenzio assordante e non tuonò nessuna risposta “. Al sentir questo il prete si grattò la testa e disse: “porca loca il “Felpato“ ha ragione, dovrò informare il mio Vescovo. Tu, Bortolo non andare a raccontare in girò la tua esperienza di pre-morte e ciò che hai visto. Meglio che la gente non sappia, lasciamola vivere in pace su questa Terra più che si può. Toccherà ai nostri politici sbloccare questa situazione. E’ matematico che se i 100 miliardi di anime risorgeranno in carne e ossa, più i 7, 8 miliardi di viventi sulla Terra fanno 107 miliardi e ottocento milioni saremmo stretti come sardine da non muoverci e se tutti volessero l’ auto “ staremmo freschi . Bortolo tenne il segreto, il Vescovo anche, e la gente sulla Terra continuò a moltiplicarsi con il bene placito del Creatore. Ezio (Méngu)
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