Ode a Ser Bernardo del Cantùn
CULTURA E SPETTACOLO - 14 02 2021 - Ezio (Méngu)
Datemi, o Signore, il senso del ridicolo. Concedetemi la grazia di comprendere uno scherzo, affinché conosca nella vita un po’ di gioia e possa farne parte anche ad altri. (Tommaso Moro) Quest’anno, a causa delle restrizioni anti-Covid, molte manifestazioni sono state annullate o posticipate, ma io non potrò mai dimenticare il bellissimo carnevale del 2008 in Tirano. Un caro Amico si era travestito da possente Cavaliere Crociato. Nel centro del “giardino del Cinquecentenario“ a Madonna di Tirano, proprio dove ora si erige il Monumento della Apparizione della Beata Vergine Maria di Tirano, v’era un grosso ceppo di una pianta, alcuni giorni prima tagliata per far posto alla base del Monumento. L’Amico, in quell’occasione e durante la sfilata dei carri che da Madonna si avviavano verso Centro città, si era eretto in modo fiero e maestoso su quel ceppo, in costume da Crociato, quale consigliere, difensore e profeta tiranese della sua amata città. Alla vista di quell’Uomo Crociato un impulso irrefrenabile mi ha spinto a desiderare di comporre una Ode a quel simbolo perché la sua memoria rimanga e rimanga viva la bella tradizione del Carnevale tiranese che sempre ha dato lustro alla cittadina. A Tirano, forse non mi crederete, un dì m’apparve un Ser Crociato in piè su un gran ceppo d’abete con sguardo fiero e determinato. Gli dissi “ Chi sei o fiero Cavaliere dal mantello bianco e rosso crociato che ti ergi solo e senza alcun alfiere in questo nostro tempo sciagurato? Passato è il tempo dei difensor di Fede, l’onore e il coraggio è ormai spento, oggi il popolo ormai più non crede all’eroica morte per altrui giovamento”. “ Ognuno per sé, Dio per tutti.” è il nostro motto tra balli e canti, così viviamo allegri tra dolci frutti poi alla fine pregheremo i Santi. Trasse irato la spada il Ser Crociato poi un gran colpo sul ceppo diede come a mozzar la testa a un ingrato, infine batté tre volte a terra il piede in segno di sdegno e di sgomento. Poi mi disse con sguardo sdegnato “ Felloni! Or sarò il vostro tormento! Sono Bernardo del Cantùn, il Crociato! Mille anni fa dipartii dal Tiranese per difendere la fede e il pensiero, allor il popolo di Tirano si offese quando dissi d’essere un condottiero”. “ Nemo propheta in Patria “ e in Palestina andai per conquistar la terra del Signore. Deh! Uccisi cento infedeli ogni mattina poi un dì sentii dolce spuntar nel cuore la nostalgia della bella terra di Tirano. Il Signor capì e disse” Si, ritornerai ! Ma or tu morrai con la spada in mano e tra mille anni da un ceppo risorgerai !” Deh! O fellone dall’ abito dimesso or tu sai che io sono Ser Bernardo rinato come il Signor ha promesso dal ceppo per esser vostro baluardo. Vi suggerirò quel che dovrete fare, per far divenire Tirano un bel paese pieno d’amor, di voglia di lavorare, di fede, d’onore e senza più contese . Mi chiamerete “Il Cittadino Cortese ” e gran vanto sarà per un Ser Crociato se tra mille e più gloriose imprese farà del suo Paese un giardino bramato”. Così mi parlò dal ceppo il Ser Crociato, le sue parole non furono gettate al vento, per molti anni dal popolo egli fu amato poiché fece rinascere onore e sentimento. Un bel dì, sul ceppo, alzò al cielo il dito, e con il mantello crociato alla folla esclamò: “ Signori, or il mio compito è finito” poi di botto nel ceppo d’abete rientrò. scherzo di carnevale 2021 di Ezio (Méngu)
Ode a Ser Bernardo del Cantùn
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