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Quasi serie (160), Mario Botta – architetto

CULTURA E SPETTACOLO - 16 06 2018 - Giancarlo Bettini

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A Tirano, sul lungo Adda destro, sorge una bella palazzina abitata dalle famiglie Della Frattina. Ci abitano un caro amico dal nome Nicola e la gentil consorte che i tiranesi chiamano Betta, diminutivo di Elisabetta e figlia del colonnello degli alpini Porta che da anni non è più tra noi. Tra Nicola e me ci separano pochi anni e, di tanto in tanto, ci sentiamo telefonicamente per chiacchierare, per tenerci aggiornati sugli avvenimenti locali e nazionali. Il tutto anche per rompere la monotonia del quotidiano. Ci sentiamo in dovere di ringraziare Dio per averci donato un cuore che non si stanca di battere.

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Suona il telefono. Dall’altra parte del cavo una voce conosciuta, è quella dell’amico Nicola. < Tu leggi il quotidiano “La verità?”> ”No, leggo solo Libero perché il Direttore Vittorio Feltri è per me uno di pochi giornalisti non venduti al Potere”. Nicola e signora sanno che chi scrive ama un architetto di fama internazionale che ha lo studio nella Confederazione Elvetica, nel Mendrisiotto: Mario Botta. Ho ricevuto da loro una copia del quotidiano “La Verità” riportante un bellissimo articolo di Maurizio Caverzan, un’ intervista a Mario Botta.

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I lettori, leggendomi, verranno a conoscenza di vari avvenimenti che hanno come protagonista l’amato architetto.

-A Sondrio, tanti anni or sono, esisteva un’Associazione tra gli architetti e gli ingegneri valtellinesi. ll nostro Presidente aveva invitato Botta da noi. Il relatore del Mendrisiotto aveva tenuto una lezione indimenticabile. Botta, studente a Venezia, aveva avuto come insegnanti Le Corbusier, Scarpa, Luis Kahn, cioè il meglio a livello mondiale. Dopo la laurea aveva frequentato i loro studi e successivamente aveva aperto un suo studio a Lugano. A Sondrio aveva portato le diapositive delle sue realizzazioni che oggi troviamo nei dintorni di Lugano, case unifamiliari, architetture che lo hanno portato in pochi anni alla fama internazionale. Chiese, palazzi, Banche, che sorgono in tante città del mondo portano la sua firma. A differenza di altri famosi archistar le opere di Botta sono facilmente riconoscibili.

-Ero presente a due mostre tenute a Venezia e a Rovereto

Mostre che meritavano la trasferta dalla Valtellina

-Per tanti anni, con amici, mi sono recato a Bologna alla Fiera dell’edilizia. In una di queste Fiere ho avuto la fortuna di assistere, in un’aula gremita all’interno del complesso fieristico, ad una conferenza tenuta da Botta.

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Chiudo il pezzo odierno ringraziando gli amici Nicola e Betta della Frattina che mi hanno dato l’occasione per ricordare il passato.

 

Giancarlo Bettini

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