Riflessione su una omelia: Un cuore pulito o una stalla?

In una omelia le parole “seminate“ sui fedeli possono cadere come grossa grandine o leggere come piume. La grandine lascia il segno dove cade. Accade così anche nel nostro cuore quando le parole colpiscono, sono incisive. Le parole leggere come piume accarezzano, quietano l’animo lasciandoci calmi come grandi bevitori di camomilla.

Personalmente preferisco una grandinata di parole dure e sapienti che mi obbliga a cercar riparo e mi fanno stare in guardia scandagliando la coscienza. La coscienza ci parla e il suo respiro lo si sente nel cuore. Questo luogo solitamente indicato come sede dei più profondi e intimi sentimenti parla anche a noi. Nell’omelia della S. Messa  alla vigilia di Natale  la salutare grandinata sulle coscienze c’è stata.

Quanti di noi si sono ripromessi, dopo Natale e con l’inizio del nuovo anno, di avere un cuore  pulito e si sono trovati dopo pochi giorni con un cuore in disordine e che assomiglia ad una stalla ? La stalla è un luogo adibito al ricovero degli animali e per sua natura non è certo un luogo sterile. Nell’omelia, si invocava la nascita del bambino nelle “stalle” dei nostri cuori . Se ben meditiamo è proprio il luogo dove il Bambino vorrebbe in ogni momento nascere poiché l’umanità è immersa in molte tenebre e nel disordine.

Da soli però non possiamo vincere questa impari lotta, abbiamo bisogno di aiuto e per questo Dio nasce, nella “stalla” dei nostri cuori. Una “stalla” dove si annidano i più grandi e alti ideali, ma anche le più infime miserie, i più sfrenati pensieri del male, le più lerce passioni. Per pulire la” stalla” dei nostri cuori ci vuole il Suo aiuto e la Sua venuta in ogni momento.

Questa salutare grandinata vale per i credenti e i non credenti poiché  le persone di buona volontà sono sempre alla ricerca del bene e dell’ordine, e il Bambino porta ordine e pace nella “stalla” dei nostri cuori. 

Méngu