Sei un puro? Rassegnati, sarai epurato
CULTURA E SPETTACOLO - 07 10 2018 - Méngu
Nenni, in un suo celebre aforisma, diceva: “A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro… che ti epura». La frase di cui sopra lascia intendere anche che "il più bianco non si può “ non esiste. Troverai sempre qualcuno che sa fare un bucato più bianco del tuo e se non è vero, lui lo fa credere. Parafrasando il bucato con l’onestà si può dire che se tu vuoi liberarti dalle persone che ritegni indegne o sospette dal punto di vista morale e civile per un passato politico non proprio del tutto onesto, troverai sempre una persona che si dichiara più onesta di loro. Ma sarà poi vero o è un gioco del cane che si morde la coda? A mio parere pochi sono gli uomini e le donne che messi alla prova si possono definire puri e onesti. L’onestà si può definire come la caratteristica dell’uomo alieno da tutte quelle azioni e parole contrarie al dovere e all’onore. Per questo, giustamente, il presidente del consiglio e i ministri prestano giuramento di fronte al presidente della Repubblica secondo la formula. “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione”. Tale giuramento rappresenta l’espressione del dovere di fedeltà che incombe in modo particolare su tutti i cittadini e, in modo particolare, su coloro che svolgono funzioni pubbliche fondamentali (in base all'art. 54 della Costituzione). In tale giuramento, io credo, vi sia insito, anche se non menzionato, come pilastro portante, il dovere dell’onestà in ogni occasione e in ogni decisione politica e economica. Sappiamo tutti che la politica per sua natura è fatta di compromessi e che la politica se ben fatta è una missione, ragion per cui anche i compromessi dovrebbero sempre essere collocati su basi oneste che tengono all’interesse della collettività. E’ noto che vi sono dei politici che gridano a gran voce lo slogan: “Onestà, onestà, onestà“. Questo grido è degno d’essere ascoltato e portato in auge per cui dovrebbe essere la parola d’ordine per ognuno di noi. Ma non basta declamare questa parola e gridarla in ogni occasione quale strategia politica. Quante volte i movimenti politici spesso rivoluzionari hanno preso questo vocabolo come loro slogan e poi l’hanno gettato in pasto ai porci a scopo raggiunto rendendolo lurido e persino odioso. Di onestà d’aria fritta ne è pieno il Mondo. Aveva dunque ragione Nenni declamando il suo aforisma. A bene vedere, chi è colui del popolo che non da il proprio voto a chi crede onesto? Ma l’onestà ha un caro prezzo e per acquisirla in certi contesti occorre essere uomini granitici e ben preparati. Il leone non mangia forse il tenero, innocuo, indifeso agnello? Il belato dei deboli fa pietà ma non vince se non è il belato dell’intero gregge. L’’onestà dei nostri tempi deve possedere la corazza dell’esempio personale, del principio della “ regola d’oro “ . Deve essere schermata dall’inquinamento del denaro a scopo di lucro e di bene personale. Ma , come per le automobili che per guidarle occorre possedere la patente e anche un ente che certifica che la patente è valida, chi può certificare che una persona è onesta ? Chi può entrare nell’animo umano e scrutare gli impenetrabili sentimenti? Nessuno. Allora giorno per giorno per le nostre azioni dobbiamo essere giudicati . Chi giudica? Gli onesti, si dice. E qui il cane ancora si morde la coda. In un mondo corrotto allora tutto diventa inesorabilmente corrotto e corruttibile, viceversa in un mondo onesto, l’onesta prevale e il mondo si evolve nel bene. Dunque proclamare onestà è solo il principio, come principio è quando sta per piovere poiché vi sono tuoni e lampi, segno che il tempo promette pioggia, ma la pioggia ancora non c’è. La parola onestà comporta l’azione con il risultato nel tempo e dal disonesto pregresso occorre starsene lontani. “Onestà vo cercando… “ forse questo potrebbe essere il motto di tanti di noi , che tanto onesti non sono, ma che pretendono che gli altri siano onesti verso di loro perché hanno capito che onestà è un principio morale universale e quando manca, prima o poi ne siamo tutte vittime. Anche i disonesti. Méngu
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