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BUONE PRATICHE PER LA RACCOLTA DEGLI OLI VEGETALI

ECONOMIA E POLITICA - 17 09 2015 -

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Il rifiuto costituito da oli e grassi vegetali, pur essendo classificato come “non pericoloso”, è altamente dannoso per l’ambiente. Ma la raccolta differenziata, nonostante  negli ultimi anni stia iniziando a svilupparsi, è ancora molto carente, soprattutto da parte delle utenze domestiche.

L’olio, come sappiamo, costituisce un ingrediente fondamentale della nostra cucina. Si stima che per condire le pietanze o per friggere gli italiani consumino annualmente 1.400.000 tonnellate di oli vegetali, producendo 280 tonnellate di olio usato.

olio vegetale esausto

Con queste grandi cifre sorge il problema del corretto smaltimento. La maggior parte di noi infatti è solita versare l’olio nel lavandino della cucina o in altri scarichi ignorando le ripercussioni di questa nostra azione. Si è calcolato che, attraverso le reti fognarie, finiscono nell’ambiente ben 800.000 tonnellate di olio da cucina. L’olio da cucina usato è però un rifiuto che, se disperso nell’ambiente, comporta gravi danni:

  •  se petetra nel sottosuolo forma uno strato sottile attorno alle particelle di terra e impedisce alle piante l’assunzione delle sostanze nutritive;

  •  quando raggiunge pozzi di acqua potabile l’olio ne altera il gusto rendendola imbevibile;

  • se raggiunge uno specchio d’acqua superficiale può formare una sottile pellicola impermeabile che impedisce l’ossigenazione e quindi compromette l’esistenza della flora e della fauna;

  • se disperso in mare forma un velo sottilissimo che impedisce la penetrazione in profondità dei raggi solari con gravi conseguenze per l’ambiente marino.

Se versare l’olio usato nel lavandino provoca gravi danni all’ambiente, anche dove esistono impianti fognari adeguati lo smaltimento di queste enormi quantità di rifiuto può pregiudicare il corretto funzionamento degli impianti di depurazione.

Per evitare dunque questi danni la soluzione è quella di recuperare l’olio usato. Per quanto riguarda le imprese in Italia ad occuparsi del trasporto, dello stoccaggio, del trattamento e del recupero di oli e grassi esausti è il CONOE (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti). Partecipano al Consorzio oltre 120.000 imprese, direttamente o tramite le associazioni di categoria. Il Consorzio raggiunge una buona capacità di raccolta e di trattamento del prodotto:

tabella

Tale pratica però coinvolge quasi esclusivamente i grandi utilizzatori come i ristoranti, i fast food e le mense. Il problema quindi sembra porsi prevalentemente per i privati cittadini. Si calcola che il danno economico totale dovuto allo scorretto smaltimento degli oli di frittura sia di 16 milioni di euro l’anno, escludendo il danno ambientale e gli interventi necessari per risanare i siti inquinati e per il ripopolamento ittico (fonte CONOE). Una parte importante del danno deriva da utenze domestiche, che però la vigente legislazione esclude dal monitoraggio e controllo del Consorzio. La gestione del rifiuto prodotto dai cittadini è definito come rifiuto urbano e quindi è di competenza dei Comuni.

L’obiettivo principale delle amministrazioni comunali (anche in provincia di Sondrio) dovrebbe essere quello di agevolare i cittadini nell’attività di conferimento e, conseguentemente, quello di aumentare la capillarità della raccolta, dato che al momento esistono  punti di raccolta solo in alcuni Comuni, anche logisticamente lontani tra loro. Un ottimo obiettivo sarebbe che ogni Comune inserisse la raccolta degli oli nel normale servizio di raccolta differenziata. Questo salvaguarderebbe al meglio l’ambiente e contribuirebbe a dare nuova vita all’olio che, tramite adeguato trattamento, potrebbe diventare una nuova risorsa per la produzione di biodiesel ed altre materie prime seconde.

Dopo averlo fatto raffreddare, l’olio fritto può essere versato in un recipiente che, una volta  pieno, potrà essere portato alla più vicina isola ecologica comunale, dalla quale poi sarà prelevato da ditte specializzate (a volte in modo gratuito) per essere riutilizzato. Oltre ad evitare i danni ambientali l’opera di recupero dell’olio esausto consentirebbe anche vantaggi economici. Tramite i processi di trattamento e riciclo dall’olio si ottengono infatti svariati prodotti, come i lubrificanti vegetali per macchine agricole, il biodiesel e la glicerina per la saponificazione. I saponi peraltro possono essere realizzati anche in casa o a scuola, come dimostra l’interessante progetto “Eco-Saùn”, attuato alla scuola elementare di Triangia nell’anno 2013 per la settimana europea della riduzione dei rifiuti, allo scopo di insegnare ai piccoli  alunni a realizzare sapone da materiale riciclato. Per saperne di più sulla raccolta degli oli esausti invito anche a visitare due interessanti link:

Auspico infine che anche in provincia di Sondrio si inizi a fare “sul serio” e in modo sistematizzato da parte di tutte le amministrazioni comunali la raccolta degli oli esausti, unita ad un’adeguata azione di informazione e sensibilizzazione dei cittadini sui danni ambientali ed economici causati dall’inquinamento dovuto al cattivo smaltimento di tale rifiuto.

www.rifiutivaltellina.altervista.org

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