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"Guerra è sempre"

ECONOMIA E POLITICA - 13 05 2019 - Méngu

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/Lotta o abbraccio?
Lotta o abbraccio? Foto di E.M.

Primo Levi nel suo scritto “ La tregua “ descrive il suo avventuroso viaggio per far ritorno a casa dopo la liberazione . Racconta che il suo compagno di viaggio, il greco ex deportato Mordo Nahun poliglotta e filosofo riassunse la vita come “guerra è sempre“. In ogni momento la vita si presenta come una guerra. E a ragione, poiché la vita è sempre lotta e c’è “chi sta sopra e chi sta sotto“. Anche in questo periodo elettorale ogni candidato predispone la sua “guerra” alla scopo di essere “vincitore” proponendo idee e progetti con “tomi“ degni d’essere poderose tesi di laurea distribuite ai cittadini.

 

Sappiamo però che molte proposte sono solo idee e progetti che andranno come il fumo su per il camino disperdendosi. Ma fra tutte le buona volontà espresse, leggerei tra le righe e mi sento di poter dire che la vita è soprattutto “correttezza e onestà“ e pur essendo polemici (bellicosi, guerreschi) tra le scartoffie della “guerra di carta e di parole” il tutto non dovrebbe essere mai disgiunto dalla correttezza delle azioni per ottenere la vittoria. Nel cuore dell’uomo non si spegne mai quella scintilla, quella brace calda, che io chiamo “ onestà e verità “ e che in ognuno di noi difficilmente riesce a spegnere o perlomeno a non sentire nel profondo del suo animo, pur previlegiando il male e l’egoismo. Spero di non tediarvi se scrivo di seguito, a mio modo di vedere, alcune considerazioni banali, ma mai scontate, che dovrebbero accomunare coloro che si propongono e si pongono poi al servizio della comunità.

***

 

Sindaco: è una parola derivante dal tardo latino syndacum con significato di “rappresentante di una comunità”. Il suo compito è quello di tendere, di volere il bene comune di tutti i cittadini. Le sue scelte devono orientarsi verso la cura dei più deboli, di ciò che può essere utile per la cittadinanza nell’ambito del paese.

Il Sindaco, alias “Primo cittadino “, insieme agli Amministratori e ai Consiglieri ha Il compito di “ progettare “ la costruzione di un modello di paese efficiente che possa porre al centro, con una politica onesta, attenta, efficiente, la persona con i suoi bisogni garantendone, in ogni momento, l’ascolto e la soluzione di problematiche.

I cittadini, con il loro voto, danno “ forza “ alle persone di loro fiducia e si aspettano da esse , ancor “prima del fare “, un serio e impegnato lavoro di ricerca per il bene comune. La ricerca va fatta con l’ascolto, la consultazione dei cittadini , con il dibattito al fine di poter ottenere scelte condivise anche da coloro, che per le più varie ragioni, non lo hanno votato. Tutti, infatti, durante il loro mandato, riporranno democraticamente le proprie speranze nel Sindaco e negli Amministratori perché facciano il bene di tutti, senza distinzioni politiche , né raccomandazioni.

 

In questi ultimi anni, alcune ricerche statistiche, hanno dimostrato che esiste una progressiva disaffezione verso la politica. Questo fenomeno sembra dilatarsi giorno per giorno e anche se non giustificato, si può capire . In realtà sono mancati, in molti casi, esempi di sobrietà, di volontà e anche di capacità di trattare e di risolvere problemi per il bene della comunità. Ci si è limitati a risolvere problemi marginali e di poco conto trascurando i problemi di fondo. Il personaggio politico in cui molti avevano riposto le loro speranze ha deluso per mancanza di buoni risultati.

Questo ha comportato il risultato che alcuni giovani hanno deciso di impegnarsi in politica, nella Amministrazione del proprio paese per portare una “ freschezza di idee nuove”. Questo piacevole impeto giovanile fa respirare una brezza nuova, molte speranze a molti cittadini che cercano di scacciare la mala politica. A volte può apparire un vento impetuoso , portatore di idee nuove, inespresse, fino ad ora inascoltate, tacitate e forse anche contrastate, ma che certamente contiene il “ seme del voler fare “ per rammodernare apparati, enti e una pubblica amministrazione che arrancano e, molte volte, deludono le aspettative dei cittadini.

Questa forza giovanile spira oggigiorno anche verso il Comune, entità amministrativa determinata da precisi limiti territoriali che “ incarna” il livello istituzionale più vicino ai cittadini, poiché gestisce la maggior parte dei servizi diretti alla persona. Tutti questi servizi sono sicuramente migliorabili con scelte condivise da partiti, da movimenti, dalle associazioni sul territorio, da molti giovani che ci “ mettono la faccia “ e il loro entusiasmo portando in campo i valori della giustizia, il concetto di Comunità e sopra tutto quello del “ fare insieme “.

 

C’è sempre bisogno di “trasparenza”, di buona volontà, di passione politica per poter rinnovarsi. C’è sempre bisogno di “coraggio d’azione “, virtù che ai giovani non manca, ma che va coordinata con la cultura, la professionalità, la pazienza e l’ascolto di chi più ne ha.

Non appare sempre utile e positivo dire di “ “ quando si percepisce che il “ no “ porta danno, o può fare comodo. Il bene comune si acquisisce anche con i “no” , a costo di pagarne il prezzo politico.

In questi tempi moderni dove il relativismo etico sembra essere l’atteggiamento predominante in una società che tende a negare l’esistenza di alcuni valori assoluti che fanno da fondamento all’agire morale, l’etica sembra non avere più un carattere normativo ; la norma sembra essere legata al contesto storico- sociale in cui viviamo.

La pace sociale, la legalità, la solidarietà, sono stati plasmati da una società civile forse poco equilibrata, dove emerge da una parte una povertà sempre più crescente e dall’altra una ricchezza esplosiva in mano di pochi che ne dettano le regole economiche. La legalità, il diritto, la ricchezza non possono essere al servizio di pochi uomini e al soddisfacimento dei loro istinti .

Ecco dunque, tra queste considerazioni, nascere il desiderio di una “ nuova politica” soprattutto tra i giovani desiderosi di portare buoni esempi al servizio del cittadino.

Ci si chiede allora quali possono essere le “ regole “ per la scelta di un buon Sindaco e di buoni Amministratori nelle campagne elettorali.

Direi per prima cosa che un cittadino non deve votare il proprio candidato per aver un vantaggio o un tornaconto personale.

 

Il candidato a Sindaco che deve amministrare una Città, a mio parere, deve essere scelto in base ad alcuni criteri fondamentali.

1-Non deve avere conflitto d’interessi. Si verifica un conflitto di interessi quando viene affidata una responsabilità decisionale a un soggetto che abbia interessi personali o professionali in conflitto con l’imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno visti i propri interessi in causa.

2-Deve avere una preparazione adeguata per i compiti che dovrà affrontare. Ad esempio deve conoscere il territorio, le condizioni ambientali , lo stato generale di salute e i pericoli per i suoi cittadini ed essere in grado di poter intervenire tempestivamente.

3-Deve conoscere bene la “ macchina amministrativa “, le sue attività, le azioni sociali che si svolgono nell’ambito del suo territorio. Deve contrastare la povertà e il disagio socio- economico sociale.

4-Deve essere una persona che non frequenta “ cattive compagnie “ , persone condannate, inquisite per reati contro la pubblica Amministrazione ecc. ecc.

5-Non deve offendere, allontanare, ignorare l’avversario politico o disprezzare i cittadini che non l’hanno votato ritenendoli inutili per il suo lavoro. L’egocentrismo, la presunzione del saper fare tutto, bene e subito portano spesso guai e spese inutili.

6-La filosofia del “ non si fa nulla se non c’è tornaconto politico o economico “ è cattiva consigliera e contrasta con i progetti di solidarietà .

7- Occorre scegliere un candidato che sappia e voglia ascoltare tutti i cittadini in egual misura e che l’ascolto sia slegato da vincoli elettorali o raccomandazioni .Una persona che sa ascoltare in generale sa anche parlare.

8- Deve poter frequentare, per capire le problematiche, i cittadini visitando le contrade. Questo impegno notevole dovrebbe essere di almeno una giornata alla settimana.

9- Deve essere una persona che sa dimenticare il partito e il nome di coloro che l’hanno votato, poiché solo così si impara ad essere il Sindaco di tutti i cittadini. Sempre attenta alle piccole cose , poiché chi sa fare e mostra attenzione alle piccole cose, saprà fare e capire anche le grandi cose. Deve essere persona educata, mettersi in fila con gli altri, rispondere al saluto, e mai dimenticare il portafoglio a casa per pagarsi il caffè.

10- Se giovane e alle prime “ armi “ deve affiancarsi con umiltà, dedizione ad un “ anziano “ per capire e gestire la macchina amministrativa., Dovrà saper raccogliere i consigli di tutti i suoi collaboratori, ascoltare anche coloro che gli sono contro per poi, con il proprio intelletto, la propria onestà intellettuale, trarre le dovute conclusioni o scelte. E’ il Sindaco che ha l’ultima parola e che decide.

 

Sono dieci “regole“ che possono delineare la scelta di un candidato Sindaco. La regola più importante e non detta perché ovvia è quella di scegliere Il Primo Cittadino che abbia la caratteristica del “buon padre di famiglia“ dove l’onestà, la lealtà, la parola data, il lavoro per il bene comune fanno la sua “patente“. In ultima analisi si potrebbe affermare che ogni Città ha i Sindaci e gli Amministratori che la gente si “merita “ .

 

Méngu

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