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Le comunità energetiche rinnovabili: il futuro del nostro sistema energetico

ECONOMIA E POLITICA - 25 09 2023 - Ezio (Méngu)

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/teleriscaldamento

I Valtellinesi hanno un vecchio primato che occorre ricordarlo, specie in questo periodo in cui si fa un gran parlare di CER (Comunità Energetiche Rinnovabili). Ho letto su alcune riviste importanti del settore, che la prima comunità energetica, in assoluto in Italia, è stata la SEM ( Società Elettrica di Morbegno) , società cooperativa fondata nel 1897  in Valtellina, attiva nella produzione e nella distribuzione di energia elettrica . Attualmente la società produce energia elettrica attraverso lo sfruttamento di otto impianti idroelettrici situati in Valtellina / Alto Lario della potenza installata totale di 11 MW. Nel 2002 la società ha acquisito da Enel la rete locale di distribuzione diventando distributore unico per i Comuni di Morbegno, Cosio Valtellino, Bema e Rasura. La Società distribuisce energia elettrica a circa 13 mila utenze per un totale di circa 64 milioni di kWh annui. SEM può definirsi una "public company" , società per azioni caratterizzata da un azionariato diffuso , i cui soci posseggono ciascuno una quota di azioni ridotte  e vanta ben 550 soci, di cui circa 200  utenti.

 

Memori di questo primato di eccezione e di esperienza positiva, in Valtellina i Comuni di Tirano e di Sernio sono intenzionati a riprendere slancio e a divenire la prima Comunità Energetica rinnovabile Alpina, producendo energia termica e elettrica sfruttando il patrimonio boschivo, energia rinnovabile e sostenibile. Il progetto, che è in fase di realizzazione, è stato proposto dalla società di Teleriscaldamento Cogenerativo Valtellina, Valchiavenna e Valcamonica ( TCVVV S.p.A. in collaborazione con i due comuni, ottimizzando gli impianti attuali e proponendone  di nuovi, grazie all’utilizzo della biomassa legnosa e nel contempo producendo  energia elettrica. Il Comune di Tirano grazie agli impianti attuali a biomassa legnosa e alla elettricità generata è in grado già oggi di coprire una parte del suo fabbisogno energetico termico, inoltre è in progetto un ampliamento da parte della società  TCVVV della rete di teleriscaldamento della città. Attualmente alla rete del teleriscaldamento sono allacciate 3 caldaie a biomassa con una potenza complessiva di 20 MW che sarà in grado, con ulteriori 192 energy prosumer ( fornitori di energia elettrica )  di fornire  energia elettrica tramite i pannelli solari alla rete e di consumarla.

 

Orbene in questi ultimi tempi le Comunità Energetiche Rinnovabili sono diventate di attualità e se ne fa un gran discutere sui Media, nei convegni, nelle Università  e in molteplici tavoli aperti in vari Comuni. Ed è un bene, poiché l’argomento è importantissimo e si collega al noto progetto della Transizione Energetica che interessa il nostro Paese e che cambierà ,in parte, il paradigma della produzione, distribuzione e consumo della energia in molti settori energetici elettrici.  

 

Intenderei parlare alla gente e su questo giornale, delle Comunità Energetiche Rinnovabili riguardanti la produzione, la distribuzione e il consumo dell’energia elettrica possibilmente in modo semplice, essenziale, ma non in modo esaustivo. Parlare a quelle persone, penso la maggior parte di noi , prese dai mille impegni del giorno d’oggi e che purtroppo non hanno il tempo, e penso nemmeno la volontà di approfondire l’argomento con lo studio delle leggi e o dei decreti attuativi che, a  causa della complessità del sistema “ Comunità Energetiche “ sono ancora oggetto di analisi e di definizione da parte della Comunità Europea, da Arera, e dal nostro  Parlamento. Mi auguro che il tutto sia definito in tempi brevi per poi partire alla grande con le Comunità Energetiche di cui alcune già in progetto e in aspettativa degli ultimi decreti attuativi. Noi Italiani siamo stati i primi a recepire  l’opportunità delle Comunità  Energetiche Rinnovabili, ma siamo fanalino di coda, come numero di Società già attuate rispetto a molti stati Europei.

 

Io credo che la gente comune si chieda, innanzi tutto, cosa sono le CER ( Comunità Energetiche Rinnovabili ),   per quale motivo sono nate e quale potrebbe essere l’utilità primaria per il territorio e per il cittadino. Sono le solite domande semplici e essenziali che fanno muovere le nostre azioni pensando in primis alle opportunità per il territorio e poi per la diminuzione del costo del Kwh in bolletta che ogni famiglia vede aumentare secondo gli accadimenti e decisioni nazionali e internazionali. E’ quindi essenziale spiegare il grande interesse e ragioni particolari d’avere una Comunità energetica sui territori, specie in quelli montani e di esserne artefice e partecipe cogliendone le opportunità.  

 

L’Uomo spesso vive sugli interessi personali, e il volano del cambiamento ha una inerzia difficilmente stimabile che dipende da mille fattori e convenienze. Mille paletti possono essere messi tra i raggi delle ruote del “carro del progresso” specie da persone o da Comunità infette dalla sindone di Nymbi ( va bene tutto, ma non nel mio orticello ) che rendono erta e faticosa la nascita delle Comunità locali. Solo quando l’idea è permeata dall’interesse generale, dalla divulgazione tecnica e scientifica degli argomenti, con l’opportuna concertazione e la fatica del persuadere, molte cose possono migliorare. Insomma  il cittadino deve essere al centro delle importanti riforme e innovazioni.

 

Orbene le CER ( Comunità energetiche rinnovabili ) sono nate per molteplici scopi, ma il primario che più ci ha “ turbato “ è stato quello della mancanza di risorse naturali per produrre l’energia in ogni sua forma. La Nazione è fortemente dipendente da altri Stati per ciò che riguarda la produzione di energia e ogni perturbazione “politica e di mercato “si riversa sul costo dell’energia. Altro problema non secondario riguarda il cambiamento climatico dovuto in gran parte “all’effetto Serra” con l’aumento della percentuale di Co2  immesso nell’atmosfera dovuto al grande consumo di risorse non rinnovabili. Le energie non rinnovabili sono quelle fonti che, utilizzate per far fronte alle nostre esigenze e consumate, non possono poi più essere rigenerate in tempo utile e riutilizzate poiché sono una risorsa limitata sulla terra. Se l’umanità le consuma con il ritmo attuale nell’arco di circa cento anni saranno completamente esaurite ed esse non potranno più essere presenti sulla terra se non nell’arco di milioni di anni.

 

Diversamente le fonti rinnovabili sono quelle fonti naturali che in un tempo ragionevole nell’arco di vita dell’uomo vanno incontro a rinnovamento con la loro rigenerazione spontanea. Tra queste fonti rinnovabili vi è il solare e l’eolico che però non sono programmabili, quali il solare e il vento. Si dice comunemente che “se oggi non è sereno, domani sereno sarà  “ cosi anche per l’energia eolica , poiché il vento “ soffia dove vuole “.  Può anche succedere che in un dato periodo di tempo questa energia rinnovabile sia prodotta in esuberanza ma in questo caso si può accumulare in batterie o in “gravità “. Tra le più preziose delle energie rinnovabili vi sono quelle idriche che con gli invasi stagionali sono programmabili a lunga distanza e nel caso occorressero energie di punta e in tempi brevi, sono pronte all’uso.

 

Quali sono le energie non rinnovabili?  Sono, per i combustibili fossili: il carbone, il petrolio, i gas naturali e i combustibili nucleari quali l’uranio e il plutonio.

 

Continua...

 

Ezio (Méngu)

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