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Ma sono solo bambini!

ECONOMIA E POLITICA - 20 06 2018 - Ivan Bormolini

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In queste ore sto osservando con estremo rammarico la sofferenza e infinita tristezza delle sorti di molti bambini di diverse età, che per volere di decisioni assurde della politica di Donald Trump, sono stati separati dai genitori per la questione immigrazione.

 

Mi chiedo come, in una parte del mondo che da sempre si definisce democratica, abile salvatrice con la sua potenza, strategica e prontamente bellica di tanti conflitti, si sia pensata ad attuata una simile soluzione, un “deterrente” che definisco aberrante ed insensato.

Non arei, non navi militari, non abili mosse di guerra, ma non, soprattutto in questo caso, strategie umane e sociali. Cosa c'entra incarcerare bambini?

 

Ci è già capitato in passato, oppure nei più recenti conflitti, di vedere dei bambini usati come scudi umani, oppure lanciati a far vittime imbottiti di inneschi letali, per loro e ovviamente per altri. Fanno scandalo le immagini di alcune zone, dove pargoli, nella loro violata e rubata fanciullezza, sono obbligati a fare la guerra, fintamente giocando sempre sotto il volgare obbligo adulto, con un mitra che pesa più di loro. Oppure ancora inneggianti chissà con quali mezzi, ad essere macellai e carnefici sgozzando altre vite umane. E' questo il loro giocare?

Non è questo il loro imparare, non è questa la loro vita che permette di costruire un futuro.

 

Torno alle immagini che ho visto dai vari Tg nazionali, che per oculatezza ho confrontato riguardo alla questione della separazione tra bambini e adulti nello scacchiere dell'immigrazione americana.

La volgarità in tema, esternazioni di Melania a parte, raggiunge le sfere più alte dell'insensibilità umana e morale. Dietro reti ben predisposte, con cancelli per cui accedervi occorre un codice d'ingresso, sempre stando alle immagini Tv, vi sono bambini... Che chiedono giustamente della mamma e del padre, sono vittime ignare di cui va compresa l'angoscia per la separazione dal nucleo famigliare. Un suplizio che ai bambini, di qualunque natura o razza essa siano, va evitato. I bambini non sono scusa o scudo per dipanare questioni politiche o di immigrazione. Sono gli adulti che devono fare tutto ciò. Se si usano bambini e ragazzi per farlo... allora, significa che si sono frantumate le regole di ogni logica umana e democratica.

 

Mi perdoni Donald. Non è firmando in pompa magna proclami, nella sala ovale, con eccessiva fierezza e con una penna di dubbio gusto, che imprime sulla carta il suo belligerante carattere, che reprime la felicità di tanti bambini.

Perché con quella penna volgare, non idonea ad un Presidente degli Stati Uniti d'America per nulla attribuibile a vari premier del mondo, si sancisce una decisione od un pensiero. E se il pensiero è inerente ai bambini, allora firmi con una penna più sottile, ma che quella firma sia il cuore, semplicemente per ricondurre alle proprie famiglie, bambini che sta trattenendo come scudi morali!

 

Caro Trump, “Pitzinnos in sa gherra” (Bambini in guerra) è una canzone di un gruppo sardo i Tazenda, ma dice a lei, ad a tanti altri che usano i bambini nel mondo per fini politici e di guerra una frase:

“ Se sei di cattivo umore e rimesto nei pensieri e la voce del Grecale, spinge gli echi del lamento... Evita i precipizi ed esci dal fango, anche se non otterrai riconoscimenti.

Prova a dare un aiuto!”

 

Ivan Bormolini

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