Quando la neve c’è premendo un tasto
ECONOMIA E POLITICA - 19 09 2024 - Ezio (Méngu)
Possiamo creare la neve premendo un tasto? Sì, ma a quale prezzo di acqua e di energia? La neve artificiale è diventata sempre più importante per garantire l’afflusso turistico e gli sport invernali quando la neve è poca o manca totalmente. Basti pensare che alle olimpiadi di Pechino nel 2022 ci si è avvalsi quasi totalmente della neve artificiale. La neve a causa del cambiamento climatico è poca e si scioglie prima del previsto, quindi per garantire ancora le attività sportive se ne fa un abbondante uso. Proviamo a fare un poco di conti quanto ci costa in termine di acqua e di energia la neve artificiale, cioè quella prodotta con gli innevatori comunemente chiamati “Cannoni sparaneve”. La neve fresca e leggera che cade dal cielo ha una densità di circa 100 kg/m3, il che significa che un metro cubo di neve fresca può produrre circa 100 litri di acqua. La neve compatta o bagnata ha una densità di circa 300-500 kg/m3, quindi un metro cubo di questa neve può produrre tra 300 e 500 litri di acqua . In media la neve può dare 200-300 litri di acqua al metro cubo. Ora vediamo adoperando i “ cannoni sparaneve” quanta acqua occorre per dare un m3 di neve: con un metro cubo di acqua dolce gli innevatori possono produrre mediamente dai 2 a 2,5 metri cubi di neve artificiale e ogni metro cubo di questa neve pesa 350 kg. Per raggiungere i 30 cm al suolo di neve artificiale formando una pista di un ettaro ci vogliono mediamente 1000- 1200m3 di acqua consumando mediamente 3,5 kWh al m3 di neve prodotta. Se dagli inizi del 1980 la neve artificiale era una condizione necessaria per alcune competizioni agonistiche ed era considerata quindi una condizione eccezionale o di emergenza, oggidì se ne fa abbondante uso per far “ girare il turismo “. Per innevare completamente una pista di discesa libera, in assenza di neve naturale, il costo può arrivare a 250.000 Euro. Inoltre esiste anche un “danno” provocato all’ambiente nel quale insistono questi impianti poiché la neve artificiale prodotta persiste in tratti di montagna fino in primavera inoltrata quando la neve per sua natura dovrebbe essere disciolta. Le riserve idriche alpine sono sempre più scarse e il problema dell’innevamento artificiale delle piste solleva spesso conflitti legati alla gestione dell’acqua che viene immagazzinata nelle dighe allo scopo di produrre energia elettrica e non pochi sono i contenziosi sociali riguardo le risorse idriche utili al territorio e alla popolazione. Dai dati esposti si capisce che i consumi per l’innevamento artificiale sono divenuti elevati e spesso sono sostenuti da contributi pubblici. Si cerca tuttavia di contenere i costi e di mitigare l’impatto ambientale con modernissime tecnologie. Ad esempio recuperando l’acqua della neve artificiale disciolta, non usando l’acqua dalle condutture idriche locali e le fonti , per la refrigerazione degli innevatori usando la Co2 naturale, per l’energia elettrica necessaria usando fonti rinnovabili ecc. Un augurio: anche se a Natale la neve naturale non sarà sufficiente per farci fare una bella sciata, abbiamo la possibilità con l’ausilio dei “ cannoni spara neve” di sciare, però senza esagerare nel consumo di acqua e di energia. E per essere allegri e gioviali, se è il caso, risparmiamo un poco l’acqua e beviamo il buon vino Valtellinese. Ezio (Méngu)
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