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Camminare sul filo della felicità

CULTURA E SPETTACOLO - 18 09 2017 - Méngu

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Viviamo un momento di felicità? Allora dobbiamo sapere che stiamo camminando sul filo di una lama. Così canta il poeta Eugenio Montale (1896 – 1981)  “Felicità raggiunta: si cammina per te sul fil di lama“.

 

Quanti di noi sognano di poter toccare la “ farfalla “ della felicità, così leggera cosi delicata come le sue ali. Così labile e fresca come la brezza mattutina al nascere del sole.  Quanti di noi, tribolati nella vita, sognano, agognano d’essere felici in un tempo, in uno spazio e in un’ aurea tutta personale, dipanata da ogni affanno, da ogni vizio, da ogni risentimento.

 

La felicità non è forse un “contenitore sacro“  che desideriamo custodire nel tabernacolo del nostro animo per sempre? Essa però appare come una tenue e fragile bolla di sapone, evanescente come i semi di tarassaco, delicata come ghiaccio che scricchiola sotto i piedi, tremula come il lume di una candela. Tutti noi abbiamo bisogno della felicità e la aneliamo. Chi è felice  proceda guardingo poiché basta poco perché scompaia e se scompare rimaniamo feriti, attoniti, pensosi poiché in noi rimane il ricordo di quel sentimento che ci faceva star bene. Quando scompare la felicità la vita sembra muta, l’aria che respiriamo sembra diversa come il prossimo che ci circonda.

 

Senza felicità viviamo lo stesso, amiamo lo stesso, desideriamo lo stesso ma siamo come in un limbo, in un cielo nuvoloso che nasconde la luce del sole. Ma cos’è che ci dà la felicità?La parola felicità oggidì è spesso collegata ad uno stato di benessere fisico, ad uno stato di benessere materiale. Molte volte si sente parlare di paesi “felici“ dove la gente vive in uno stato di benessere economico e sociale.  Ma la felicità può assumere anche una dimensione diversa completamente indipendente da fattori esterni alla persona. Si può essere felici per molteplici cause che dipendono dalla interpretazione personale e affettiva. Un povero può essere felice quanto un ricco.

 

La felicità si nutre anche della serenità ed è spesso associata ad una emozione, ad un ricordo, ad una  dimensione immateriale quale il sacro, il bene, l’amore, la dedizione verso il prossimo. Essere felici è un’ arte personale, tanto personale, che può essere anche illusoria, ma che conviene tenersela per sé. Essa si può condividere con gli altri, ma non è raro il caso che per tenerci questa scintilla luminosa che ci pervade tutto il nostro essere , conviene ritirarsi  in noi, come la lumaca nel suo guscio,  affinché nessuno può toglierci quel “ briciolo di cielo “ che con molta difficoltà abbiamo conquistato.  

Méngu

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