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Le grandi opere di Alessandro Della Scala in Santuario

CULTURA E SPETTACOLO - 05 07 2018 - Ivan Bormolini

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/Portone Santa Perpetua

Ammirando la maestosa facciata principale della nostra Basilica, non si può non notare il grandioso portale. Questo è opera dell'artista Alessandro Della Scala, originario di Carona sul lago di Lugano.

 

La struttura dell'opera, realizzata tra il 1530 ed il 1534, è quella classica dei portali e degli archi di trionfo romani. Le colonne, coronate da capitelli in stile Corinzio, presentano una raffinata decorazione a basso rilevo. Vi notano mostruose figure allegoriche di difficile comprensione.

 

Le candelabre degli stipiti, si presentano con una struttura decorativa più corposa rispetto alle colonne. Questa tipo di scultura contempla temi etici generali e specifici per il cristiano. La candelabra di destra rappresenta un soggetto caro al Cinquecento ovvero “del tempo e dell'occasione”. Il tutto sta a significare il tempo concesso al cristiano per realizzare il bene e le opportune circostanze, che il Della Scala raffigurava con dei teschi; da notare la clessidra e l'orologio giuliano con le lancette ferme sull'ora dell'Apparizione.

 

Di più facile comprensione sono le raffigurazioni scolpite sulla candelabra di sinistra: vi si riscontrano le virtù principali ovvero la fede la speranza e la carità.

Già da un'osservazione delle colonne e delle candelabre, si percepisce la grandiosità artistica dell'intera opera, ma soprattutto distintamente si coglie la maestria artistica e scultorea di Alessandro Della Scala.

 

Passiamo ora alla parte superiore del portale: qui troviamo il cartiglio, sorretto da due angeli, vi si legge: VIRGINIS/ INGREDIENS/DIVAE PVLCHERRIMA TEMPLA/ SINCERO CASTAS PECTORE/FVUNDE PRECES MDXXXIIII. Il tutto tradotto dal latino, fornisce un messaggio caro a noi tiranesi ed a tutti i pellegrini che in più di cinque secoli di storia del santuario hanno visitato e visitano la Basilica: “Nell'entrare nel bellissimo tempio della Santa Vergine, sciogli caste preghiere con cuore sincero 1534”.

 

Il fregio sopra il cartiglio, rappresenta un trittico di immagini da analizzare per la loro importanza, religiosa e storica. Nella parte centrale, si ammira un’elegantissima scena dell'Apparizione della Vergine Maria a Mario Omodei. Questa, segue l'iconografia tradizionale.

 

Sul lato sinistro del fregio è posta la statua di San Remigio, mentre sul destro quella di Santa Perpetua. Anche in questo caso l'artista, non ha fatto nulla di casuale, ma il tutto ha un motivo ben preciso che val la pena di essere analizzato.

In primo luogo tutto è stato fatto in memoria dei titolari dei due vicini conventi montani. Ma c'è di più, i beni di questi due xenodochi, per volontà della Santa Sede, erano passati al santuario e questo ne aveva consentito il compimento.

 

Da tempo gli xenodochi giacevano in crisi e questa aveva avuto definitiva conclusione nell' anno 1517, più precisamente l'undici agosto.

In quella data era stato stipulato un compromesso tra il Comune di Tirano e il sacerdote Paolo Candiani (nominato Ministro, rettore e governatore dell'ospizio di San Remigio dal vescovo di Como Trivulzio nel 1502).

Con il compromesso, il Candiani accettava un assegno vitalizio in denaro e rinunciava alla commenda, in tal modo si otteneva che i beni degli xenodochi potessero essere uniti a quelli del santuario della Vergine di Tirano. Il ventisette settembre dello stesso anno, con la bolla papale “Ex Commisso Nobis” del Papa Leone X, venivano donati al santuario di Tirano, tutti i beni degli ospizi di San Remigio e Santa Perpetua.

 

Ma torniamo al portale: nel timpano è rappresentato “Il Ristoro” che è anche il Cristo della Pietà, egli è attorniato da angeli, un tema molto diffuso già dagli inizi del Cinquecento.

Non può sfuggire la tavoletta sulla sommità cara a noi tiranesi, questa raffigura la tipica scena di San Martino soldato, nell'atto di donare una parte del suo mantello al povero.

In questo frangente come nei precedenti già citati, il Della Scala ha voluto rappresentare un sigillo posto ben in vista. Tutto ciò va ad attestare, attraverso l'antico stemma del Comune di Tirano, il cui patrono è San Martino, la committenza e la proprietà del tempio da parte della Comunità di Tirano. Conclude il tutto, nella parte più alta l'ostia Eucaristica.

 

Da ammirare è anche il portone, l'opera risale al 1602 ed è stata realizzata da Arnolt Tiafelt, originario di Feldkirch nel Vorarlberk, in Austria. L'artista era già noto in valle per la realizzazione nel 1599 dell'altare della chiesa di San Lorenzo a Bormio.

 

La testimonianza dell'opera di Alessandro Della Scala in santuario, non si conclude con il portale maggiore, all'interno infatti ammiriamo due opere molto interessanti dal punto di vista artistico.

La prima è la pila marmorea dell'acqua santa che è datata 1534 e si trova sull'acquasantiera nei pressi dell'accesso al pulpito.

 

Da qualche anno restaurata e ritornata visibile ai visitatori e pellegrini, è la tavoletta in marmo bianco (cm 40x40) che un tempo era ubicata nella così definita sacrestia “Nuova”. Questa risale al 1519, segno che lo scultore ticinese, aveva già prestato la sua opera ben prima di realizzare il portale.

 

Nel fotografarla, vi o colto ancora una volta l'eleganza scultorea di Alessandro Della Scala, capace, in una piccola formella, così come nella raffigurazione di San Giovanni Battista, sovrastante l'acquasantiera, di fornire messaggi ben chiari.

La formella raffigura la Vergine in trono con il Bambino Gesù tra i Santi Pietro e Paolo ed altri quattro Santi posti sul retro o fondo. Una prospettiva che sa comunicare un messaggio cristiano e che va a concludersi nella parte alta con una bella rappresentazione della pietà.

Rispetto ad altre opere presenti in santuario, è ben visibile la dicitura: ALESSANDRI. DE. SCALA.OPVS/ M.D X. VIIII.

 

FONTI: La Madonna di Tirano, monumento di fede, di arte e di storia. Autore: Gianluigi Garbellini. Finito di stampare nel mese di giugno 2004 dalla Tipografia Polaris Sondrio.

La Basilica di Madonna di Tirano. Istituto superiore “Balilla Pinchetti” Tirano.

Coordinamento editoriale Carlo Nava. Finito di stampare nel mese di novembre 2004 da Bonazzi Grafica- Sondrio

 

 

 

Fotografie e testo di Ivan Bormolini

 

 

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