MENU

Lo sapevate che? La bormina domestica antifascista di Riccardo Bauer

CULTURA E SPETTACOLO - 27 07 2024 - Guido Monti

CONDIVIDI

/Caterina Dei Cas

La storia degli oppositori politici nel ventennio fascista è ricca di personaggi più o meno famosi e rileventi per l'attività svolta, molti dei quali però del tutto sconosciuti, sottovalutati o dimenticati nel tempo. E' il caso della valtellinese Caterina Dei Cas, detta Ines, figlia di Tobia e di Caterina Spiller, nata a Bormio il 13 ottobre 1879.

 

Dopo aver frequentato la scuola elementare, la donna s'impiega per lunghi anni a Milano come domestica della famiglia Bauer. Il 30 ottobre 1930 viene arrestata per possesso di materiale politico appartenente al gruppo di Giustizia e Libertà di cui fa parte Riccardo Bauer.

 

Questi, già segretario e poi direttore del Museo sociale della Società Umanitaria di Milano sino al 1924, oltre che collaboratore de 'La Rivoluzione liberale' di Piero Gobetti, dal 1928 aderisce al movimento di Giustizia e Libertà fondato a Parigi dagli espatriati antifascisti Rosselli, Nitti e Lussu. Ines, rinchiusa nel carcere romano di Regina Coeli, nel corso degli interrogatori cui è sottoposta si proclama antifascista, subendo così la condanna a due anni di confino da parte della commissione provinciale del Tribunale speciale di Roma.

 

E' inviata a Lauria in Basilicata, dove trascorre due anni di residenza coatta, e viene finalmente liberata il 29 ottobre 1932, grazie all'amnistia per reati politici decretata in occasione del decennale della marcia su Roma. Il provvedimento consente la liberazione di 639 detenuti su 1.056 antifascisti condannati dal Tribunale speciale, da aggiungere ai 595 confinati tornati in libertà.

 

Durante e dopo l'internamento Ines intrattiene rapporti epistolari con Elide Rossi, madre di Ernesto Rossi, uno degi estensori del Manifesto di Ventotene per un'Europa libera e unita, con Vincenzo Calace e con lo stesso Riccardo Bauer, detenuto in quel momento nel penitenziario di Alessandria, ma almeno sino al 1942 resta costantemente vigilata dall'Ovra - l'Opera di vigilanza e repressione antifascista -, la polizia politica del regime mussoliniano. 

 

Guido Monti

 

(fonte prof. Giacomo Massimmiliano Desiante, referente dell'Anppia, l'Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti)

GALLERY

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI