L’orgoglio di avere uno "Scütùm"

Così come i Nobili di un tempo avevano il loro stendardo e ne erano fieri, così il popolo e le loro famiglie avevano oltre al nome e cognome anche il soprannome (scutüm) che li distingueva. Purtroppo ora tutto questo sembra essere dimenticato. Beato quel Paese in cui il Sciur Sindàch oltre ad essere chiamato per nome e cognome poteva essere chiamato affettuosamente dai cittadini anche con il suo “ scutüm “, segno palese che il primo Cittadino era un frutto generazionale della comunità. Orbene, in questa lunga lista di “ scutüm” tiranesi, redatta dall’indimenticabile poeta dialettale Cici Bonazzi con la collaborazione dei suoi numerosi amici, molti possono ritrovare il proprio “ scütùm”.  Sarebbe bello trasmettere il proprio “ scutüm “ di famiglia ai propri figli e nipoti che,  a mio parere, potrebbero essere “orgogliosi “di accomunarlo al proprio nome.

 A cura di Ezio ( Méngu )

Alla ricerca del Vostro Scutüm come “ fiore all’occhiello “ del Cognome.

Scutüm s.m. Soprannome, nomignolo di famiglia; dim. scutümìn.

Questa usanza molto antica nei paesi permetteva di riconoscere una persona che portava lo stesso cognome evitando confusioni; non sempre si tramandava da padre in figlio perchè per ragioni fisiche, qualità personali o per ironia questi ne assumeva un altro a seguito del primo. Ad esempio di Bonazzi vi erano i Balòt, Burgnéta, Fracamìchi, Gat, Géni, Maüta, Ravanèl, Scimunèta, Taragnìn e Züchèt. Dei Scimunéta vi era un figlio chiamato Làzer Scimunèta e a loro volta i suoi figli diventarono; Pìva (perchè quando piangeva sembrava una cornamusa), Cinés (perchè aveva gli occhi un po’ obliqui), Pànula (perchè aveva le lentiggini sul viso) e Grusìn (perchè fu tenuto a balia a Grosio) con l’aggiunta di fiöi del Làzer Scimunèta.

Di alcuni Scutüm c’è trascritto il vero cognome. La lista probabilmente è incompleta, tramite vostri ricordi o conoscenze potreste completarla.