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Perché gli italiani criticano sempre tanto?

CULTURA E SPETTACOLO - 19 08 2020 - Ercole Ricci

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Come accade ogni volta che  gioca la nazionale di calcio, tutti diventiamo allenatori, tutti crediamo di saperne di più dell'allenatore di turno, anche per il coronavirus ci siamo ritrovati all’improvviso tutti scienziati. Detto che sono fermamente convinto che la stampa, così come tutti gli organi di informazione, ma anche le persone comuni abbiano non solo il diritto, ma il dovere di criticare qualsiasi governo in carica ogni qual volta lo si ritenga necessario, ma  andrebbe fatto nel modo più costruttivo possibile e a prescindere dalla linea politica editoriale e in base al proprio credo politico e a patto che questo non stravolga i fatti (che fatti rimangono), che la critica sia pertinente e, quantomeno, che sia mossa a posteriori rispetto a ciò che si vuole. 

                                        

Sempre più frequentemente si rilevano i segnali di discussione – specie online, e in particolare sui Social – emessi da coloro i quali, tra i professionisti della comunicazione, non paiono affatto convinti dell’opportunità di tacere, e anzi stimolano analisi e dibattito sul preoccupante scenario che ci troviamo tutti a vivere in questo periodo del paese e su come esso sta venendo gestito dal governo Ormai sui social tutti si sentono in diritto di esprimere il proprio parere su ogni cosa. Tutti esperti, tutti a dare opinioni su tutto.  Parlar male di un qualcosa (un personaggio, un evento di cronaca, una situazione in particolare) offre l’opportunità di attirare consensi.

 

Gli autori delle critiche, sono quelli che puntualizzano tutto, che non chiudono mai la polemica, spesso gratuitamente provocatori, persone che sembrano sempre pronte alla guerra verbale,e la creano dal nulla con relativi seguaci che gli fanno eco. In molti finiscono con il confondere lo spirito critico con la critica. La critica si trasforma da valutazione e analisi in rimprovero, biasimo, attacco, condanna. E noto un continuo criticare dovunque, in politica, sui giornali, in fila al supermercato, alla radio. ma raramente con spirito critico. 

 

Mi chiedo Perché questa ossessione per la critica al negativo? Perché questa radicata abitudine alla demolizione? Perché tutta questa critica negativa verso l'Italia? E’ Davvero difficile capire dove sta la ragione in questo periodo difficile, però fa molta tristezza, non solo in politica, chi preferisce screditare l’avversario invece che concentrarsi su quello che c’è da fare e qui, di cose da portare avanti, ce ne sono parecchi.

 

Anche se molte persone non ci credono, le informazioni false possono danneggiare i concetti di verità e competenza: può accadere infatti che venga attribuito più valore a un messaggio  scritto da un utente senza conoscenze rispetto a un’analisi approfondita condotta da un esperto. Alcune delle informazioni false sul coronavirus e non solo  sono state create ad arte da forze politiche specifiche,con l’obiettivo politico di:  creare cambiamenti politici. Oppure da persone che agiscono in questo modo per trarne profitto personale.            

 

La disinformazione esiste fintantoché le persone ci credono e la diffondono. E non è difficile farsi ingannare. Per essere sicuri di non diffondere informazioni false, è necessario prestare attenzione quando si condividono notizie che suscitano reazioni forti o che sembrano troppo belle o brutte per essere vere. 

 

Se vogliamo imparare a fare sistema, e avere la nostra società stretta, forse bisogna partire da qui: dal trasformare la burocrazia non in un male da distruggere ma nel valore aggiunto dell’identità di un paese.Se vogliamo rilanciare il nostro bel paese dobbiamo prima esaltare gli aspetti positivi e poi lavorare su quelli negativi. Penso sia  più giusto che in questo momento, più che togliersi una soddisfazione nel criticare l’altro o affezionarsi alla propria posizione è fondamentale fare squadra.Dobbiamo smettere di preoccuparci dell’apparenza e rivolgere lo sguardo alla sostanza. 

Ercole Ricci

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