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UNA FRAZIONE DI TIRANO CON LA VOGLIA DEL BELLO: BARUFFINI

CRONACA - 29 07 2014 -

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/ Foto di Fulvio Schiano (cc)
Foto di Fulvio Schiano (cc)
1953: Il mio primo impiego all’Ufficio Tecnico del Comune di Tirano. Un capo ufficio buono con la passione delle bocce. Un Sindaco con nome e cognome dell’attuale Senatore tiranese (e suo nipote), Benedetto Della Vedova. Un assessore, Lorenzo Maganetti, che anni dopo avrebbe coperto, per vent’anni, la carica di primo cittadino. Eravamo nel dopoguerra ed una frazione nostra era, ed è, Baruffini sul versante retico, a quota poco sotto i mille metri. Frazione non dimenticata dagli Amministratori Comunali anche per merito di un parroco di montagna che amava i suoi fedeli e che, durante la seconda guerra mondiale, ha salvato le case della frazione dal volere fascista: don Gino Menghi. Don Gino è rimasto lassù per una ventina d’anni e ci sarebbe rimasto ancora se non avesse rispettato gli ordini dei superiori. A Baruffini, per lavoro, ho conosciuto molti indigeni ed alcuni di loro, ancora in vita, li incontro ancora oggi. Erano i tempi della costruzione della latteria, opera sostenuta da un morbegnese che tutta la Valtellina e tutta Italia ricorda: Ezio Vanoni. Ricordo la sua venuta da noi a Tirano, i suoi discorsi al Cinema Italia, la sua semplicità nel dire, la sua immatura dipartita. Erano i tempi del contrabbando, perdonatemi se aggiungo “ di illegalità per necessità”, per sopravvivere. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° 2014. Molta acqua è passata sotto i ponti dell’Adda. Dopo più di sessant’anni dal mio primo impiego a volte, con un caro amico, da pensionato, vado ancora alla frazione sopra citata. Ci vado per ricordare e per degustare il mio piatto preferito, i pizzoccheri, nell’unico ristorante rimasto. La frazione, Baruffini, ha tenuto duro nonostante la migrazione verso valle di diversi suoi abitanti. Gli spalloni di un tempo, i più avveduti, avevano investito i loro risparmi costruendo la casa a Tirano o sistemando quella natia in loco. Gli altri, quelli rimasti lassù, sono ancora numerosi. Alcuni si dedicano al lavoro nei vigneti, altri hanno trovato impiego negli stabilimenti a fondo valle. La loro vita lassù scorre tranquilla, o meglio, scorreva tranquilla sino a qualche tempo fa, sino a quando gli irresponsabili della Comunità Europea, del Trentino e dell’Alto Adige hanno introdotto nel vecchio continente gli orsi. Ora possiamo dire che gli abitanti di Baruffini, vivendo in quota, si sono salvati dai malviventi italiani, ma il pericolo viene dall’alto. Mi dicono che gli amanti della raccolta dei funghi, la stagione è favorevole, hanno nel portafoglio l’immagine di S. Pietro Martire, Patrono della frazione. Un novello patrono, giunto a Baruffini anni fa, a nome Fulvio, si è innamorato di una mora del posto. L’ha sposata ed in loco ha costruito una dimora bella quanto la consorte. Ha fondato un’ Associazione denominata “Il Masuccio” e tra le molte attività ha avuto successo la compagnia teatrale “Barfi & Friends”. Alcuni giorni or sono ho trovato, su un quotidiano locale, un articolo dal titolo “Con zero ruggine tutta Baruffini ha cambiato volto”. Così sono venuto a sapere che l’Associazione “Il Masuccio”, tramite gli associati, ha ridipinto 450 metri di ringhiere metalliche arrugginite lungo la frazione. Tutto in modo gratuito ad eccezione dei materiali forniti dal Comune. Ho incontrato Fulvio Schiano a Tirano, mi sono congratulato con lui. “Tra giorni vogliamo partire per Roma per dare una mano alla disastrata Capitale” mi ha confidato. “Senti Fulvio” gli ho risposto “non fare il cretino. Se volete andare a Roma andate pure, ma non per aiutare la città che non lo merita. Se proprio volete fare qualcosa date una mano di tintura bianca sui visi di molti di coloro che siedono sui banchi di Palazzo Madama e di Montecitorio. Con il vostro lavoro cancellereste alla vista degli italiani le facce di quei visi pallidi che siamo stufi di vedere.”

Giancarlo Bettini

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4 COMMENTI

31 07 2014 01:07

Pèdru

Adès al serà bel cavezz ! La stemana pasàda l'è mei gna' cùntà sù cuma che l'era! Al sa vet ca ta se 'nzugna'a la pora ava e l'à t'avrarà dicc cura ca ta durmivet e ta sciurgnavet "sguzzet foo da la matunera! muchela de scrif asnadi e rama scià ranz furscel e trienza ca al munt l'è re'e a andà a zerb ! ". Segunt a mi e a otri lìè ndacia propi iscì.

30 07 2014 20:07

aetius

Pédru, Pédru, che delusiùn ! Pròpi da tì ! Uféndàt mìga, ma staòlta tée pròpi parlàa a vàca ! Alùra te se miga 'ndàcc sü, 'n stì di, a vedé. L'è ilò nèt e cavèzz che 'l par 'n giardìn. I pràa i è segàa, 'l fée l'é stacc ramàa sü. U netàa 'l tòch de bruzéra che l'è 'n bigiù. E iscì i à fàcc i òtri mé sòcii. Rùnch l'è 'n bigiù da fal savè a tücc. Dumàn, che l'è bel témp, vàn sü a vedé . Pàsa de ilò 'n bòt ùgni tant e se gàa sòo sü ta dòo de béf la gazùsa, cùma la faséva la mè nòna Virgìnia. Ta sa regòrdàt ?

30 07 2014 17:07

Pèdru

Bràu Aetius, ta sa lamentavet d'i cundiziun del munt de Rumch: rama scià ranz,trienza e una pala e taca a nèta! Tal tirerèe fo bel cavezz cuma i'a facc i barfìi !

29 07 2014 09:07

Aetius

Desidero complimentarmi con il dott. Fulvio Schiano e con i suoi collaboratori. Leggo su Abriga.it «Non pensiamo che il Comune possa arrivare capillarmente ovunque, crediamo invece che debba essere il cittadino a farsi promotore e stimolo per migliorare le cose che non funzionano. E dove ci sono le condizioni, ciascuno di noi può dedicare una parte del proprio tempo, anche piccola, per tenere in ordine al di là dei confini del proprio orticello». Ecco la filosofia del “ vero “ cittadino, tutore della cosa comune. Ogni contrada dovrebbe avere il proprio “ tutore “ e ogni cittadino dovrebbe partecipare, nel limite della propria possibilità e competenza , alla cura del territorio e dei beni. Lo stimolo deve giungere dal cittadino e poi è certo che le cose funzioneranno a dovere e meglio. Quello di Baruffini è un esempio guida e da imitare.