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L'immigrazione è davvero un problema?

CULTURA E SPETTACOLO - 19 09 2020 - Ercole Ricci

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Foto di Ggia (CC BY-SA 4.0)

Quello italiano è stato per decenni un popolo di emigranti. I nostri nonni, con la valigia di cartone legata con lo spago in mano e un groppo in gola, approdavano in paesi dove erano spesso sfruttati e mal tollerati. All’ingresso dei bar di alcune nazioni si potevano leggere cartelli con scritto “vietato l’ingresso ai cani e agli italiani”.

 

Il clima sociale in quei paesi era quindi simile a quello che si avverte oggi in Italia dove cresce l’atteggiamento degli italiani nei confronti degli immigrati che giungono nel nostro paese, che sta diventando sempre meno tollerante.

 

I mediae i social nell’essere dei luoghi di pregiudizi e di distorsione della realtà immigrata, contribuiscono a suscitare, soprattutto nei giovani un sentimento di intolleranza e di insofferenza nei confronti di alcuni gruppi etnici percepiti come maggiormente pericolosi per la sicurezza del paese e una minaccia per la propria identità. Reti televisive pubbliche e private, giornali nazionali e locali di diverso orientamento politico, ma anche comuni cittadini, fanno emergere un accostamento dell’immigrazione alla devianza e alla criminalità.

 

A questi si aggiunge la politica, che per recuperare il consenso continua a intensificare gli attacchi contro gli immigrati e i rifugiati parlando di immigrati e rifugiati perfettamente in forma e palestrati. Adesso poi sapendo che il covid fa paura, continua a ripetere che arrivano clandestini col covid che creano problemi sociali e sanitari non indifferenti.

 

Una campagna che alimenta paura e l’odio verso gli immigrati e rifugiati considerato che dall’inizio della pandemia, sono stati registrati complessivamente 603 migranti positivi al Covid-19». Il 29 luglio i casi totali diagnosticati in Italia erano 246.776: i migranti rappresentano quindi lo 0,2 per cento del totale. Un luogo comune, conclamato grave, perché altera le sensazioni dell’opinione pubblica, e porta a conclusioni che giustificano persino la violazione della Costituzione o dei più basilari diritti umani che devono essere garantiti a ogni individuo, indipendentemente dal suo status migratorio, senza discriminazioni.

 

Il diritto di asilo è tra i diritti fondamentali dell'uomo ed è riconosciuto dall'articolo 10, terzo comma, della Costituzione allo straniero al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche.

Sconcerta la rapidità con cui queste tendenze si sono diffuse, rapidità che mal si accorda con i tempi della riflessione critica. Nell’ultimo anno le narrazioni sull’accoglienza sembrano non avere alcuna efficacia contro la crescente ostilità verso i migranti e rende i sentimenti di solidarietà superflui o controproducenti.

 

Io penso che la nostra sicurezza è minacciata prima di tutto dalle grandi mafie, made in Italy, che arruolano gli immigrati e li riforniscono di droga, che uccidono, corrompono, impoveriscono intere regioni del Sud, minano la salute dell’economia del Nord, si infiltrano nella politica e nell’impresa, e si mangiano ogni anno più di cento miliardi di euro. Mafia, ‘Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita sono mali di cui sono responsabili criminali italiani.

E che dire della corruzione? Ci costa oltre 100 miliardi l’anno, di nuovo venti volte quanto dobbiamo investire per accogliere i migranti.

 

Cresce il sentimento di paura ma è diffusa la consapevolezza che la loro presenza sia necessaria. Sempre più cittadini pensano che gli immigrati debbano integrarsi, adeguandosi però alla cultura e alle tradizioni italiane.

Certo, è legittimo dire che l'immigrazione incontrollata va regolata e c'è un problema tra l'immigrazione incontrollata e il problema sicurezza e che le Istituzioni non devono fare le omertose sui reati degli immigrati.

 

Devono prevenire e contrastare l’immigrazione clandestina mediante il potenziamento della capacità di controllo del nostro paese che è sicuramente il più esposto al traffico dei flussi migratori mediante la formazione delle forze di polizia coinvolte nonché il potenziamento di nuove tecnologie e mezzi (banche dati) per l'identificazione degli stranieri irregolari. Rafforzare l'impegno per prevenire e combattere il traffico dei migranti. Usare il pugno duro contro chi delinque. Penso altresì che se da un lato dobbiamo comprendere le ragioni degli immigrati, che ci ricordano quelle dei nostri emigranti dei primi anni del novecento, dall’altro non dobbiamo chiudere gli occhi davanti ai nostri diseredati.

 

Quotidianamente, soprattutto da coloro che non mancano di sottolineare la loro contrarietà all’accoglienza dei migranti si sente dire che il troppo buonismo o la becera umanità degli italiani porteranno alla distruzione della società, che la novella dei buonisti rimane sempre e comunque la stessa quando si tratta di accoglienza e di migranti.

 

La risposta più eloquente a queste affermazioni si legge in un articoli scritto 7 anni fa dal giornalista scrittore Giovanni Maria Bellu sul quotidiano “La Repubblica” pubblica “La critica al buonismo”, diventata da anni una frequente e pigra battaglia di molti che cercano un alibi per il proprio “cattivismo” o uno strumento per criticare chi fa e sostiene cose buone”.

 

Ercole Ricci

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