La Valtellina, la pittura e la lirica: l'eredità di Saturnino nei diari pubblicati dal figlio
CULTURA E SPETTACOLO - 03 01 2025 - Marco Travaglia
A distanza di oltre vent’anni dalla scomparsa di Saturnino, pittore ed ex tenore lirico di fama internazionale, la sua memoria rivive attraverso un gesto d’amore e dedizione del figlio adottivo, Roberto Franzini. I diari del grande artista sono stati recentemente resi pubblici su un canale Telegram dedicato (https://t.me/vulum2363), offrendo uno spaccato intimo e commovente degli ultimi trent’anni della sua vita, dal 1973 al 2003. Una scelta, come sottolinea Roberto, compiuta pensando più alle future generazioni che ai contemporanei, in un mondo spesso ingiustamente distratto nei confronti di figure come Saturnino, il cui talento pittorico ha trovato ispirazione anche nei paesaggi della Valtellina, tanto amati e immortalati sulle sue tele. Saturnino, milanese di nascita ma cittadino del mondo per il suo lavoro, è stato un artista dalla doppia anima: pittore espressionista di rara sensibilità e tenore lirico acclamato nei teatri più prestigiosi del globo. Eppure, per lui, la musica è sempre rimasta un lavoro, mentre la pittura rappresentava la sua vera natura. Proprio nella pittura, Saturnino si è rivelato un isolato, capace di lasciare un segno profondo grazie a uno stile espressionista riconosciuto ufficialmente nel 1975, con una grande mostra personale al Palazzo Reale di Milano. L’attività espositiva proseguì con una mostra al castello visconteo di Trezzo sull’Adda nel 1991, ma il suo cammino da allora si fece più solitario, segnato da un esilio volontario nella Parigi degli ultimi anni di vita. Saturnino era lontano dal mondo "ruffiano" della musica lirica, preferendo l’autenticità delle emozioni che riversava nei suoi quadri e nella sua vita privata. I diari, ora disponibili al pubblico, rivelano molto dell’uomo dietro l’artista. Emergono la profondità del suo legame con la madre Dina, i contrasti con i fratelli, e una sensibilità emotiva che riflette il cuore della sua produzione artistica. Sono pagine che raccontano non solo la sua vita, ma anche l’umanità di un’anima tormentata e ispirata. Roberto Franzini, bergamasco ma profondamente legato alla memoria paterna, aveva mantenuto viva l’eredità artistica di Saturnino a Milano attraverso il solaio-mostra “La bohème di Saturnino”. Purtroppo, nel 2015, una decisione del Comune di Milano ha portato alla chiusura di questo spazio, costringendo il figlio a trasferire le opere a Caravaggio, dove spera di inaugurare presto un nuovo spazio espositivo.
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