MENU

Credito Valtellinese: ma non avevamo un pezzettino di ragione?

ECONOMIA E POLITICA - 08 11 2017 - Ezio Trabucchi

CONDIVIDI

/ezio trabucchi

Su segnalazione dell'autore, riproponiamo la riflessione che l'Avv. Ezio Trabucchi ha pubblicato su Facebook.

 

 

Nell’assemblea del Credito Valtellinese (CREVAL) dell’aprile 2016 ero intervenuto, unitamente ad altri candidati della lista alternativa all’attuale e durevole “governance” della banca, per evidenziare ciò che era noto a tutti i soci ma dichiarato da pochi “temerari” e cioè che il CREVAL fosse una banca gravemente in crisi e che le colpe non dovessero attribuirsi esclusivamente alla “congiuntura del sistema bancario “ e alla crisi economica internazionale. Sottolineavo in particolare, non certamente da esperto di banca ma da semplice osservatore peraltro con scarsa intelligenza, che il CREVAL avesse una “montagna” impressionante di crediti deteriorati, un valore dell’azione crollato a picco per buona pace dei risparmiatori, un numero esorbitante di filiali acquistate a caro prezzo in giro per l’Italia ed un numero di dipendenti “superiore al normale”, infine una “governance” autoreferenziale poco incline alla critica.
L’allora Direttore di CREVAL, oggi Presidente dello stesso Istituto, rispose al mio intervento, spiegandomi che i dati erano in realtà alquanto positivi e che l’acquisto delle filiali fosse stato frutto di una strategia meditata.

 

Si legge ora sulla stampa che, nella giornata di ieri, CREVAL ha varato il piano “new normality” che sarà accompagnato da un massiccio aumento di capitale fino a 700 milioni di euro. Considerando la capitalizzazione di Borsa di CREVAL alla chiusura di ieri (280 milioni), l’aumento è circa 2,5 volte il valore di Borsa. Il titolo, già precipitato di oltre il 13% alla vigilia, oggi non ha ancora aperto e segna un calo teorico di oltre il 30%. Il Piano Industriale 2018-2020 “RUN2 – Restart Under New-Normality” prevede anche la cessione di crediti deteriorati con “GACS” fino a un massimo di 1.600 milioni di euro entro il primo semestre 2018 e altre cessioni per 500 milioni nella seconda parte dell’anno.

 

Saranno chiuse, dopo quelle dei mesi scorsi, altre 88 filiali, con un target di 350 unità entro fine 2018. Per quanto riguarda il piano di riduzione dell’organico, il numero sarà inferiore alle 3.700 unità a fine piano, ossia circa 400 unità in meno rispetto all’attuale organico. Nel frattempo, i primi 9 mesi dell’anno si sono chiusi con una perdita di 403 milioni di euro con rettifiche di valore su crediti e altre attività per 386 milioni.

 

Ebbene, mi auguro che la Banca torni ad essere più “sobria” e soprattutto quella prestigiosa di un tempo perché tanta gente (in primis, valtellinese), in questi anni, ha perso molti quattrini non solo  - cari dirigenti “storici” di CREVAL  - per colpa del “sistema brutto e cattivo”.

 

Ezio Trabucchi

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI