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Il progetto “Tataricum”: dalla tutela della agrobiodiversità alla birra

ECONOMIA E POLITICA - 17 02 2024 - Redazione

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Un ambizioso progetto denominato "Tataricum", realizzato da SO.LA.RE.S. Cooperativa Sociale in collaborazione con Bicocca, Fondazione Fojanini, e con il sostegno di Fondazione Cariplo, sta portando avanti la riscoperta e la valorizzazione di varietà di grano tatarico, un tempo coltivate nelle valli alpine ma poi abbandonate.

 

L'obiettivo primario del progetto è contribuire alla tutela della agrobiodiversità, contrastando l'erosione genetica delle varietà locali in favore di quelle commerciali più uniformi. Contestualmente, si mira a promuovere l'economia e l'occupazione sociale locale, con un focus particolare sulla lotta allo spopolamento delle valli alpine.

 

Il progetto ha coinvolto la Cooperativa Sociale SO.LA.RE.S., che ha recuperato terreni abbandonati in Alta Valtellina per coltivarli con varietà autoctone di grano siberiano. Questo approccio eco-sostenibile si propone di far rinascere un'economia di montagna attenta alle tematiche ambientali e sociali, con la cooperativa che svolge un ruolo chiave nella ripresa.

 

Il responsabile del progetto, il professor Rodolfo Gentili del gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze dell'ambiente e della terra-DISAT, ha spiegato che l'idea è nata dal desiderio di recuperare varietà locali di grano siberiano, le cui tracce erano state perse. Grazie al contributo della Fondazione Fojanini e all'impiego di agricoltura sociale attraverso la Cooperativa SO.LA.RE.S., sono stati recuperati terreni coltivabili, contrastando così l'abbandono delle aree montane.

 

Il grano tatarico, una varietà di grano siberiano, è stato coltivato con successo, e durante la ricerca è emerso che questo grano ha caratteristiche nutrizionali particolari. È ricco di flavonoidi, potenti antiossidanti che hanno ricadute positive sulla salute umana. Grazie al sapore amarognolo delle sue sementi, è stato utilizzato nel processo di birrificazione in collaborazione con il Birrificio Reit di Bormio, dando vita alla birra "Tataricum".

 

Il professor Gentili ha spiegato che il grano tatarico, importato in Italia e in Europa durante il medioevo, aveva una storia di successo nelle colture alpine. Tuttavia, con lo sviluppo industriale, iniziò il declino dell'agricoltura di montagna, portando all'abbandono di coltivazioni più rustiche come il grano tatarico. A partire dal XX secolo, il grano tatarico fu gradualmente dimenticato, considerato addirittura una pianta infestante nelle colture di grano saraceno a quote più basse.

 

Il progetto "Tataricum" ha così non solo riportato alla luce una varietà di grano dimenticata ma ha anche aperto nuove opportunità economiche attraverso la produzione della birra "Tataricum", che è stata presentata con successo nell'evento conclusivo a Bormio il 19 gennaio 2024.

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