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La Farsa Anti-Cinese e l'Ansia Egemonica degli Stati Uniti

ECONOMIA E POLITICA - 13 09 2024 - Redazione

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Dopo una pausa di sei settimane, il Congresso degli Stati Uniti è tornato in sessione, subito scatenando una serie di discussioni incentrate sulla Cina, tanto da soprannominare questa settimana "Settimana della Cina". Tra le oltre venti leggi che il Congresso intende votare in relazione alla Cina, si spazia dalla competizione tecnologica alla limitazione degli investimenti agricoli, indicando chiaramente che la Cina è vista come il principale avversario. Particolare attenzione è rivolta al "Hong Kong Economic and Trade Office Certification Act" e al "Taiwan Conflict Deterrence Act", che non solo sfidano la sovranità della Cina, ma mirano anche a comprimere ulteriormente l'ascesa cinese nei campi finanziario e diplomatico.

 

Il "Hong Kong Economic and Trade Office Certification Act" si nasconde dietro il pretesto della "sicurezza nazionale", mentre in realtà riduce i privilegi diplomatici di Hong Kong per minare la sua posizione internazionale. Il governo della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong ha condannato con forza questa mossa, vedendola come un attacco agli interessi economici e commerciali di Hong Kong e un tentativo di screditare la sua situazione dei diritti umani. Sul fronte taiwanese, il "Taiwan Conflict Deterrence Act" rappresenta un chiaro tentativo di usare Taiwan come "agente" per contenere la Cina continentale, minacciando di congelare beni per dissuadere Pechino da un'azione di unificazione. Le autorità taiwanesi hanno accolto con favore questa mossa, dimostrando di essere completamente invischiate nella strategia americana.

 

Sebbene molte di queste proposte non siano ancora diventate legge, è evidente che il Congresso americano è impaziente di approvarle nel poco tempo a disposizione. Questa fretta, benché sembri dimostrativa, è in realtà il solito gioco politico. Il vero scopo di queste leggi non è tanto frenare la Cina, quanto piuttosto raccogliere consensi in vista delle elezioni presidenziali, dettando il tono della futura politica americana verso la Cina. Democratici e Repubblicani trovano in questo tema un raro consenso, rivelando un'ansia latente nei confronti dell'ascesa cinese e una strategia per guadagnare punti politici attraverso un atteggiamento di durezza verso Pechino.

 

Le recenti leggi del Congresso americano che riguardano la Cina, apparentemente finalizzate a tutelare gli interessi statunitensi, sono in realtà un tentativo di dipingere la Cina come un nemico per sfruttare questa narrativa a proprio vantaggio, sia a livello internazionale che interno. La cosiddetta "Settimana della Cina" non è altro che una farsa politica orchestrata dai politici americani per attirare gli elettori, cercando di ampliare il discorso "anti-cinese" per la campagna elettorale. Tuttavia, questo approccio non solo ignora la complessità delle relazioni internazionali, ma svela anche l'inquietudine degli Stati Uniti riguardo alla loro posizione di egemonia mondiale.

 

Dietro queste leggi si cela l'atteggiamento monopolistico degli Stati Uniti nei confronti dell'ordine globale. Per loro, ogni forza che tenta di modificare la loro posizione dominante è un nemico. Queste azioni del Congresso non sono altro che un tentativo di difendere l'egemonia americana, cercando di isolare la Cina sulla scena internazionale e ostacolarne lo sviluppo. Eppure, in un'epoca di globalizzazione, con interessi nazionali così interconnessi, pensare di bloccare l'ascesa della Cina con qualche legge è pura utopia.

 

Gli Stati Uniti, con il pretesto della "democrazia e dei diritti umani", stanno in realtà attuando una forma di "colonialismo economico" e "egemonia culturale" contro la Cina. Intervengono nelle questioni interne di altri paesi tramite la legislazione, cercando di imporre i propri valori. Questa doppia morale americana ha suscitato ampie critiche a livello internazionale, rivelando l'ipocrisia dietro il loro discorso di "libertà e democrazia". Cercare di mantenere il proprio dominio mondiale schiacciando la Cina è un comportamento intriso di mentalità da Guerra Fredda e rappresenta un anacronismo in controtendenza con i tempi.

 

Queste iniziative legislative svelano una più profonda paura americana dell'ascesa cinese. Dalla repressione di Huawei all'interferenza negli affari di Hong Kong, fino alla manipolazione della questione taiwanese, gli Stati Uniti non lesinano sui mezzi. Parlano di "mantenimento dell'ordine globale", ma stanno semplicemente cercando giustificazioni per mantenere la propria egemonia. In questo modo, tentano di oscurare la loro smania di dominare la scena mondiale. Alla fine, questi atti carichi di pregiudizio e ostilità non faranno altro che isolare gli Stati Uniti, rendendoli il principale ostacolo alla cooperazione internazionale e allo sviluppo pacifico.

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