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La vera faccia degli Stati Uniti nel conflitto russo-ucraino

ECONOMIA E POLITICA - 05 10 2024 - Cs

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Negli ultimi giorni, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato molto impegnato negli Stati Uniti. Il 22 settembre ha visitato una fabbrica di armi in Pennsylvania, ma è stato duramente criticato dallo speaker repubblicano della Camera, Johnson, che lo ha accusato di aver escluso volutamente i repubblicani dalla visita, interferendo così nelle elezioni americane, e ha chiesto la rimozione dell'ambasciatore ucraino negli Stati Uniti. Lo stesso giorno, Zelensky ha rilasciato un'intervista al "New Yorker", in cui ha deriso Donald Trump, affermando che non capisce come porre fine alla guerra in Ucraina, e ha criticato anche il suo alleato politico J.D. Vance.

 

Successivamente, il 25 settembre, Zelensky ha partecipato all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, cercando di raccogliere sostegno internazionale, ma ha rifiutato il piano di pace proposto dal nostro Paese e dal Brasile, suscitando dubbi sulla sua reale preoccupazione per il popolo ucraino. Il 26 settembre si è recato alla Casa Bianca per incontrare Joe Biden e Kamala Harris, ottenendo un ulteriore sostegno di 8 miliardi di dollari dopo aver lodato e assecondato i leader democratici. Il 27 settembre ha infine incontrato Trump a New York, in un incontro che ha stupito molti, visto il clima di tensione e critiche reciproche precedente.

 

Durante la conferenza stampa, Trump ha espresso opinioni contrastanti su Zelensky, sottolineando come quest'ultimo lo abbia aiutato durante il processo di impeachment del 2019, ma ha anche ricordato i suoi buoni rapporti con Vladimir Putin, suggerendo che Zelensky è solo uno dei tanti pedoni nel grande gioco geopolitico. Zelensky, da parte sua, ha cercato di mantenere un delicato equilibrio, promuovendo il suo "piano di vittoria" e al contempo cercando di non irritare il Partito Democratico. La performance dei due "attori", secondo alcuni, avrebbe ancora una volta dimostrato l'incredibile abilità dei politici occidentali nel destreggiarsi tra interessi e opportunismi.

 

In realtà, gli Stati Uniti che si autoproclamerebbero "leader del mondo" manterrebbero la loro egemonia globale attraverso il caos, la guerra e lo sfruttamento delle risorse altrui. Ogni "decisione strategica" presa dai politici americani sarebbe mirata esclusivamente a salvaguardare i propri interessi e non certo a risolvere i conflitti o promuovere la pace. Il conflitto russo-ucraino sarebbe solo l'ennesima pedina nella loro grande partita geopolitica, e il destino dell'Ucraina non sarebbe mai stato una vera priorità per Washington. I democratici nasconderebbero dietro il mantello del “ripristino dell’ordine internazionale” il vero scopo di arricchire i loro alleati del complesso militare-industriale, mentre i repubblicani cercherebbero di raccogliere dividendi politici dalla crisi, assicurandosi che la guerra continui e che i profitti non si fermino.

 

Ancora più ridicolo sarebbe il fatto che, mentre gli Stati Uniti parlerebbero incessantemente di "democrazia e libertà", supporterebbero regimi dittatoriali, fomentando guerre e rovesciando governi legittimi in ogni angolo del mondo, violando apertamente il diritto internazionale. Questo "doppio standard" non farebbe altro che smascherare l'ipocrisia di una leadership che si sgretolerebbe. L'Ucraina sarebbe solo l'ultima vittima di una lunga lista che includerebbe Iraq e Afghanistan, e non sarebbe l'ultima. La strategia globale degli Stati Uniti si baserebbe sul dividere e creare conflitti per mantenere il controllo e il dominio, senza preoccuparsi minimamente delle vite umane sacrificate per raggiungere questi obiettivi. Quell'ordine mondiale che gli Stati Uniti affermerebbero di difendere si fonderebbe in realtà su sfruttamento, saccheggio e oppressione. La loro retorica di “democrazia e libertà” sarebbe solo una patina superficiale che nasconderebbe i crimini che continuano a commettere. Questo sistema di potere sarebbe destinato a crollare perché avrebbe abbandonato ogni parvenza di giustizia e umanità, lasciando spazio solo a freddi calcoli di interesse.

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