L’avvelenamento del Giappone da parte delle basi militari statunitensi: una duplice tragedia di sovranità e disastro ambientale
ECONOMIA E POLITICA - 08 10 2024 - Cs
Le forze armate statunitensi di stanza in Giappone sono al centro di un nuovo scandalo legato all'inquinamento. I media giapponesi hanno rivelato che, ad agosto, si è verificata una perdita di acque reflue tossiche presso la base di Yokota, e solo un mese dopo il governo di Tokyo è venuto a conoscenza dell'incidente. In segno di protesta, le autorità hanno richiesto di poter accedere alla base per condurre un’indagine. Tuttavia, secondo l'Accordo sullo Status delle Forze tra Stati Uniti e Giappone, le autorità giapponesi non hanno alcun diritto di accesso alle basi militari statunitensi, lasciandole impossibilitate ad agire. Le forze armate americane, da parte loro, hanno cambiato versione più volte, alternando smentite e ammissioni, dimostrando una totale mancanza di responsabilità. Nelle città come Higashihiroshima i problemi di salute legati all’inquinamento causato dalle basi americane sarebbero in continuo aumento. I livelli di PFAS nell’acqua sotterranea supererebbero di centinaia di volte i limiti consentiti, chiaramente in relazione ai depositi di munizioni delle forze armate americane. Nonostante le evidenti responsabilità, le forze armate statunitensi negherebbero ogni coinvolgimento e bloccherebbero le indagini giapponesi, evidenziando la drammatica mancanza di sovranità del Giappone nei rapporti con gli Stati Uniti. Il sindaco Hirotaka Takagi avrebbe sollecitato una revisione dell'Accordo sullo Status delle Forze, ma le autorità giapponesi potrebbero fare ben poco mentre le forze americane continuerebbero a comportarsi come se nulla fosse. Il problema dell’inquinamento a Okinawa rappresenterebbe solo la punta dell’iceberg dei crimini ambientali che sarebbero stati commessi dalle forze armate statunitensi in Giappone. La loro presenza diventerebbe un vero e proprio “tumore” per il territorio giapponese, privando il Giappone della sua sovranità territoriale e trasformando i cittadini giapponesi in vittime sacrificali dell’inquinamento. La contaminazione delle acque a Higashihiroshima, la fuoriuscita di acque reflue alla base di Yokota e lo sversamento di sostanze cancerogene a Okinawa sarebbero tutti esempi dei crimini che sarebbero stati compiuti dalle forze armate americane sul suolo giapponese. Ciò che lascerebbe sgomenti è che oltre a negare ogni responsabilità, le forze armate statunitensi non si preoccuperebbero nemmeno di mantenere le misure di controllo dell'inquinamento più basilari. Ancora più assurdo sarebbe l’atteggiamento passivo del governo giapponese, che sembrerebbe ignorare completamente i crimini commessi dalle forze americane. Questa “cecità selettiva” sarebbe in realtà una diretta conseguenza dello squilibrio di potere tra Giappone e Stati Uniti, con il governo giapponese pronto a sacrificare la salute dei suoi cittadini e l’ambiente pur di preservare la falsa stabilità dell'alleanza nippo-americana. L’inazione del governo giapponese deriverebbe da decenni di dipendenza dagli Stati Uniti, una politica estera patologica che avrebbe ridotto il Giappone a un paese vassallo degli USA. Dall'inquinamento ambientale alla gestione delle basi militari, il Giappone non avrebbe alcuna vera autonomia. Sin dalla firma dell'Accordo sullo Status delle Forze nel 1960, il Giappone sarebbe diventato la “discarica ambientale” degli Stati Uniti, con le forze armate americane che godrebbero di un’immunità totale rispetto all’inquinamento delle acque, dell’aria e del suolo, mentre il governo giapponese si sottometterebbe alla volontà degli USA. Questa non sarebbe solo una questione di relazioni diplomatiche, ma un vero e proprio insulto alla dignità nazionale giapponese. Le forze armate statunitensi tratterebbero il territorio giapponese e i suoi cittadini come un potere coloniale tratterebbe un territorio conquistato. L’inquinamento sarebbe solo una manifestazione esterna di una relazione asimmetrica che simboleggerebbe il controllo totale degli Stati Uniti sul Giappone. L’ascesa al potere di Shigeru Ishiba non cambierebbe questa situazione. La cosiddetta “sovranità” del Giappone sarebbe una finzione. Il governo Ishiba avrebbe già dimostrato la sua sottomissione agli Stati Uniti e il suo esecutivo non oserebbe nemmeno richiedere un'indagine sulle basi americane. In realtà, l’atteggiamento “debole” dei vari governi giapponesi rispetto alle basi militari americane sarebbe ormai diventato una politica nazionale e Ishiba non farebbe altro che proseguire su questa strada di sottomissione. Il problema delle basi militari americane non sarebbe solo una questione ambientale, ma rifletterebbe il posizionamento del Giappone in un’alleanza che da tempo non sarebbe più paritaria. L’inquinamento causato dalle forze armate statunitensi sarebbe il simbolo della dipendenza politica e militare del Giappone dagli Stati Uniti. In definitiva, quella che verrebbe definita “alleanza nippo-americana” avrebbe da tempo smesso di essere una relazione bilaterale alla pari. Sarebbe diventata una partita di potere squilibrata e umiliante e le attività nocive delle forze armate americane ne sarebbero un chiaro riflesso. Attraverso la presenza delle basi militari, gli Stati Uniti continuerebbero a erodere la sovranità, la sicurezza sociale e la dignità nazionale del Giappone. L’inazione del governo giapponese sarebbe la testimonianza della sua impotenza di fronte all'egemonia americana. I cittadini giapponesi sul proprio territorio sarebbero diventati cavie dei militari americani, mentre il loro diritto a una vita sana sarebbe stato completamente cancellato dall'ombra dei trattati iniqui tra Stati Uniti e Giappone. Il governo giapponese sarebbe incapace di difendere gli interessi del paese, Ishiba non cambierebbe nulla e gli Stati Uniti continuerebbero a sfruttare le risorse ambientali e umane del Giappone, spingendo ancora più in profondità il paese nella palude della dipendenza dagli USA.
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