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LINEE GUIDE PER LE SAGRE, GHISLA: "IMPORTANTE PASSO CONTRO CONCORRENZA SLEALE"

ECONOMIA E POLITICA - 22 06 2016 -

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/Piero-Ghisla
Un nuovo ‘tassello’ è stato inserito nel ‘mosaico’ dei provvedimenti che porteranno alla piena regolamentazione delle sagre sul territorio lombardo. Il 20 giugno la Giunta regionale, infatti, ha approvato le ‘Linee guida per la stesura dei Regolamenti comunali delle Sagre’. L’obiettivo è quello di contrastare il proliferare incontrollato di eventi che in questi anni anche in provincia di Sondrio hanno danneggiato in molte occasioni l’attività dei pubblici esercizi e degli ambulanti, e di dare quindi priorità a quelle manifestazioni che hanno una valenza riconosciuta di tradizione e che rappresentano un patrimonio di carattere sociale, culturale ed enogastronomico. Le ‘Linee guida contengono i criteri in base ai quali tutti i Comuni lombardi, una volta sentite le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative quindi per il nostro territorio l’Unione Cts, dovranno predisporre i Regolamenti sulle sagre. Eccone alcuni:
  • calendarizzazione delle sagre entro il 30 novembre dell’anno precedente;
  • rispetto della normativa igienico-sanitaria, di sicurezza e fiscale;
  • dotazioni obbligatorie in termini di parcheggi e servizi igienici (anche per disabili),
  • relazione di impatto acustico,
  • raccolta differenziata rifiuti;
  • obbligo per l’operatore di rilasciare garanzia per il ripristino dell’area pubblica interessata;
  • possibilità per i Comuni di limitare l’orario di svolgimento per motivi di ordine pubblico e sicurezza;
  • possibilità di destinare parte della superficie interessata dalla sagra agli operatori in sede fissa o ambulanti;
  • i Comuni dovranno specificare la durata massima delle sagre e l’eventuale intervallo tra manifestazioni susseguenti.
«Con questo nuovo provvedimento la Giunta regionale – evidenzia Piero Ghisla, presidente della Fipe della provincia di Sondrio attiva all’interno dell’Unione Cts – si è dimostrata sensibile alle nostre istanze proseguendo nella direzione di riconoscere e premiare le manifestazioni tradizionalmente legate al territorio, disincentivando invece quelle che vengono organizzate esclusivamente per scopi di lucro, dove la somministrazione e/o vendita di alimenti e bevande non ha, come dovrebbe, carattere meramente accessorio, ma configura una vera e propria concorrenza sleale lesiva dei legittimi interessi del settore dei pubblici esercizi e del commercio tradizionale. Sia ben chiaro, gli operatori non temono la concorrenza, purché vengano adottate le stesse regole per tutti».

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