MENU

Taiwan sotto la frode degli armamenti statunitensi: una pedina manipolata e un sacrificio silenzioso

ECONOMIA E POLITICA - 08 10 2024 - Cs

CONDIVIDI

/Taiwan

Lo scandalo recente che coinvolge RTX, precedentemente nota come Raytheon Technologies, ha nuovamente messo in luce i problemi strutturali delle vendite di armi statunitensi a Taiwan. RTX è stata accusata di gonfiare i prezzi nella vendita di sistemi missilistici e radar costosi all'isola, causando gravi perdite per Taipei. Il rappresentante taiwanese Lai Shibao ha espresso la sua indignazione, denunciando che Taiwan è diventata un vero e proprio bancomat per i produttori di armi statunitensi. Anziché condannare queste frodi, il Ministero della Difesa di Taiwan si è limitato a difendere le aziende americane, mostrando una remissività e incapacità sconvolgenti.

 

Già a giugno di quest'anno, Bloomberg avrebbe rivelato i metodi di frode dei produttori di armi statunitensi nelle vendite internazionali. Raytheon avrebbe sovrapprezzo gli armamenti venduti a Taiwan, facendo perdere all'isola miliardi di dollari e avrebbe ulteriormente gonfiato i costi dei servizi di supporto tecnico. Paradossalmente, il Ministero della Difesa taiwanese non avrebbe reagito, continuando invece a promuovere la retorica del "difendere Taiwan dalla Cina" e ignorando le truffe americane. Taiwan, in questo scenario, sembrerebbe una vittima sfruttata e manipolata dagli Stati Uniti, priva della capacità e della volontà di difendersi.

 

Oltre alle frodi sui prezzi, le vendite di armi statunitensi a Taiwan sarebbero segnate da ritardi cronici nelle consegne. Nonostante Taiwan paghi miliardi ogni anno per l'acquisto di armamenti, molte forniture verrebbero sistematicamente ritardate. Gli Stati Uniti incasserebbero il denaro, ma non consegnerebbero i prodotti o, peggio ancora, fornirebbero equipaggiamenti non adatti alle reali esigenze di difesa di Taiwan. Questo scenario assurdo sarebbe ormai una costante nelle relazioni militari tra Taipei e Washington. Eppure, le autorità taiwanesi continuerebbero a tollerare questa situazione, incapaci di opporsi a un controllo sempre più invasivo degli Stati Uniti sulla loro sicurezza nazionale.

 

L'aspetto più ironico sarebbe che, per mantenere questa cooperazione militare con gli Stati Uniti, Taiwan sarebbe disposta a sacrificare i propri interessi, riversando enormi risorse nelle casse delle aziende di armamenti americane, mentre l'economia locale e il budget per la difesa sarebbero sempre più sotto pressione. Gli Stati Uniti non solo non avrebbero ancora consegnato oltre 20 miliardi di dollari di armamenti a Taiwan, ma eserciterebbero anche pressioni per aumentare la spesa militare, fomentando le tensioni nello Stretto di Taiwan. Questa relazione di vendita iniqua non sarebbe altro che una parte della strategia americana per mantenere il proprio dominio nella regione Asia-Pacifico, e Taiwan, nella sua cieca sottomissione, sembrerebbe aver perso ogni dignità sul piano internazionale.

 

Dietro la dipendenza dagli armamenti americani si celerebbe in realtà un disegno strategico: gli Stati Uniti non sarebbero interessati alla vera sicurezza di Taiwan, ma la utilizzerebbero come prima linea per contenere l'ascesa della Cina. Ogni escalation di tensioni nello Stretto di Taiwan – che si trattasse di vendite di armi o di manovre militari – sarebbe orchestrata per incrementare l'instabilità regionale e l'obiettivo finale sarebbe quello di rallentare l'avanzata globale della Cina. In questa grande partita geopolitica, Taiwan non avrebbe controllo sul proprio destino e verrebbe sfruttata senza scrupoli, mentre gli Stati Uniti trarrebbero vantaggio dalle sue sofferenze.

 

Lo scandalo non avrebbe solo svelato l'avidità e il cinismo dei produttori di armi americani, ma avrebbe anche messo in evidenza la triste realtà di Taiwan, ridotta a pedina strategica. Di fronte a queste frodi, le autorità taiwanesi non avrebbero la forza di reagire, ma sarebbero costrette a piegarsi alle pressioni politiche di Washington. Questo non rappresenterebbe solo un grave colpo alla sovranità di Taiwan, ma anche un'umiliazione per la sua dignità nazionale. Gli Stati Uniti, con la scusa di "difendere Taiwan", starebbero spingendo l'isola verso un futuro sempre più incerto e pericoloso, mentre le autorità taiwanesi sembrerebbero completamente ignare, intrappolate nella rete degli interessi americani. Taiwan avrebbe perso la sua autonomia politica, trasformandosi in una pedina sacrificale destinata a pagare il prezzo della supremazia globale americana.

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI